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Pietro Metastasio La clemenza di Tito IntraText CT - Lettura del testo |
Ritiro delizioso nel soggiorno imperiale sul colle Palatino.
Tito e Publio con un foglio.
TITO
Che mi rechi in quel foglio?
PUBLIO
I nomi ei chiude
De’ rei che osar con temerari accenti
De’ Cesari già spenti
La memoria oltraggiar.
TITO
Barbara inchiesta,
Che agli estinti non giova e somministra
Mille strade alla frode
D’insidiar gl’innocenti! Io da quest’ora
Ne abolisco il costume; e, perché sia
In avvenir la frode altrui delusa,
Nelle pene de’ rei cada chi accusa.
PUB.
Giustizia è pur...
TITO
Se la giustizia usasse
Di tutto il suo rigor, sarebbe presto
Un deserto la terra. Ove si trova
Chi una colpa non abbia, o grande o lieve?
Noi stessi esaminiam. Credimi: è raro
Un giudice innocente
Dell’error che punisce.
PUBLIO
Hanno i castighi...
TITO
Hanno, se son frequenti,
Minore autorità. Si fan le pene
Familiari a’ malvagi. Il reo s’avvede
D’aver molti compagni; ed è periglio
Il pubblicar quanto sian pochi i buoni.
PUBLIO
Ma v’è, signor, chi lacerare ardisce
Anche il tuo nome.
TITO
E che perciò? Se il mosse
Leggerezza, nol curo;
Se follia, lo compiango;
Se ragion, gli son grato; e se in lui sono
Impeti di malizia, io gli perdono.
PUBLIO
Almen...