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Pietro Metastasio La clemenza di Tito IntraText CT - Lettura del testo |
Vitellia, poi Publio
VIT.
Vedrai, Tito, vedrai che al fin sì vile
Questo volto non è. Basta a sedurti
Gli amici almen, se ad invaghirti è poco.
Ti pentirai...
PUB.
Tu qui, Vitellia? Ah! corri:
Va Tito alle tue stanze.
VIT.
Cesare! E a che mi cerca?
PUB.
Ancor nol sai?
Sua consorte ti elesse.
VIT.
Io non sopporto,
Publio, d’esser derisa.
PUB.
Deriderti! Se andò Cesare istesso
A chiederne il tuo assenso.
VIT.
E Servilia?
PUB.
Servilia,
Non so perché, rimane esclusa.
VIT.
Ed io...
PUB.
Tu sei la nostra Augusta. Ah! principessa,
Andiam: Cesare attende.
VIT.
Aspetta. (Oh dèi!)
Sesto ?... (Misera me!) Sesto?... (verso la scena) È partito.
Publio, corri... raggiungi...
Digli... No. Va più tosto... (Ah! mi lasciai
Trasportar dallo sdegno). E ancor non vai?
PUB.
Dove?
VIT.
A Sesto.
PUB.
E dirò?
VIT.
Che a me ritorni;
Che non tardi un momento.
PUB.
Vado. (Oh, come confonde un gran contento!) (parte)