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Pietro Metastasio
La clemenza di Tito

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SCENA TREDICESIMA

 

Vitellia sola.

 

VIT.

Che angustia è questa! Ah! caro Tito, io fui

Teco ingiusta, il confesso. Ah! se frattanto

Sesto il cenno eseguisse, il caso mio

Sarebbe il più crudel... No, non si faccia

Sì funesto presagio. E se mai Tito

Si tornasse a pentir?... Perché pentirsi?

Perché l’ho da temer? Quanti pensieri

Mi si affollano in mente! Afflitta e lieta,

Godo, torno a temer, gelo, m’accendo;

Me stessa in questo stato io non intendo.

 

Quando sarà quel dì,

Ch’io non ti senta in sen

Sempre tremar così,

Povero core?

Stelle, che crudeltà!

Un sol piacer non v’è

Che, quando mio si fa,

Non sia dolore. (parte)





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