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Pietro Metastasio La clemenza di Tito IntraText CT - Lettura del testo |
Sesto e Vitellia
SES.
Posso al fine, o crudele...
VIT.
Oh Dio! l’ore in querele
Non perdiamo così. Fuggi e conserva
La tua vita e la mia.
SES.
Ch’io fugga e lasci
Un amico innocente...
VIT.
Io dell’amico
La cura prenderò.
SES.
No, fin ch’io vegga
Annio in periglio...
VIT.
A tutti i numi il giuro,
Io lo difenderò.
SES.
Ma che ti giova
La fuga mia?
VIT.
Con la tua fuga è salva
La tua vita, il mio onor. Tu sei perduto,
Se alcun ti scopre, e, se scoperto sei,
Pubblico è il mio segreto.
SES.
In questo seno
Sepolto resterà. Nessuno il seppe:
Tacendolo morrò.
VIT.
Mi fiderei,
Se minor tenerezza
Per Tito in te vedessi. Il suo rigore
Non temo già; la sua clemenza io temo:
Questa ti vincerebbe. Ah! per que’ primi
Momenti in cui ti piacqui, ah! per le care
Dolci speranze tue, fuggi, assicura
Il mio timido cor. Tanto facesti:
L’opra compisci. Il più gran dono è questo
Che far mi puoi. Tu non mi rendi meno
Che la pace e l’onor. Sesto, che dici?
Risolvi.
SES.
Oh Dio!
VIT.
Sì, già ti leggo in volto
La pietà che hai di me; conosco i moti
Del tenero tuo cor. Di’: m’ingannai?
Sperai troppo da te? Ma parla, o Sesto!
SES.
Partirò, fuggirò. (Che incanto è questo!)
VIT.
Respiro!
SES.
Almen tal volta,
Quando lungi sarò...