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Antonio Ghislanzoni L'arte di far debiti IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA XIII.
Roberto in abito da Monsignore
DEIAN. (inchinandosi a Roberto) Avanzatevi, monsignore...! Il pensiero di carità che vi guidò fra noi, verrà apprezzato come lo merita da tutti i miei conoscenti ed amici...
UN SIGNORE - Che aspetto venerando!...
UNA DONNA - Quanta dolcezza... nel suo viso...! (tutti si inchinano - alcuni baciano la mano a Roberto che si schermisce).
ROB. - No!... non permetto, fratelli amatassimi... Vi prego di perdonare se interrompo per un istante i vostri onesti ricreamenti... Non rimarrò che pochi minuti; quindi voi riprendete le vostre danze, che forse... anzi non ne dubito... vi riusciranno a mille doppi più gradite, come lo saranno anche in un altro luogo (stralunando gli occhi e guardando al cielo)... in quel luogo ove ogni allegrezza è benedetta quando sia feconda di carità; charitas in letitias, come dice il salmista.
DEIAN. - Parlate... esponete senza esitazione il motivo della vostra visita... Qui vi hanno dei cuori fatti per comprendervi.
ROB. - Mentre voi, o amabili e belle damine, mentre voi, gentili e costumati cavalieri, qui, nelle sale calde, illuminate, olezzanti di profumi, tra i fiori e le musiche, lecitamente e onestamente, licito oblectamento come direbbe l'angelico, passate la notte divertendovi; laggiù, nell'Ospizio che la carità dei fedeli mi ha affidato, piangono cento e cento bambini, ammalati, sofferenti, mal riparati dai geli e scarsamente nudriti... (volgendosi a Deianira) La signora, baronessa, altra delle pie e forse la più benemerita delle patronesse dell'Ospizio, non ignora qual largo margine ivi ancora sia aperto alla carità dei cristiani... Le annate sono cattive, i raccolti scarseggiano, e pare che per un insigne miracolo del grande fattore, col diminuirsi degli altri prodotti, vada sempre aumentando la popolazione - fruges deficiunt, cœtera tamen intumescunt... Tutto vi dirò in una parola: i miei lattanti hanno fame... (con enfasi). E qui vi saranno delle madri... e qui vi saranno dei padri... e chi non è madre, chi non è padre, da un giorno all'altro... che dico...? da un'ora all'altra può divenirlo... Ubi caro ibi caries come dice il già citato dottore (sensazione). Ma io già comprendo dalla viva commozione dei vostri volti che ogni mia parola, ogni mia preghiera diverrebbe superflua. Erubescit, sapientia mea in conspectum charitatis, esclamerò anch'io col Da Compostella; e sporgendovi la bisaccia dell'orfano, mentre andrò raccogliendo a benefizio di tanti e tanti miserelli l'obolo della pietà e del sacrifizio, ripeterò col già citato dottore: qui mihi dat, sibi non abstulit, et qui sibi abstulit vitam aeternam possidebit...!
UN SIGN. - Eccovi cento lire; ma amerei che ad eccitamento degli altri facoltosi, il mio nome colla cifra della oblazione venisse stampato in qualche periodico della capitale.
(consegna a Roberto il denaro e la sua carta da visita).
UNA DAMA (spogliandosi de' suoi adornamenti) Eccovi i miei braccialetti... le mie perle... tutti i miei gioielli più preziosi....
UN SIGN. (al suo vicino sottovoce) Pietre false pel valore di trenta soldi....
ROB. (che va in giro raccogliendo le oblazioni) Date! date pure! che Dio vi benedica!
UN SIGN. - Manderò una bella somma al vostro ospizio fra poche settimane.
ROB. - Il signore tiene conto delle buone intenzioni, ma l'Angelico dice: intentio placet, pecunia verum tangitur et ponderatur. E il Signore è un galantuomo che a suo tempo dà il cento per uno.
UN USURAIO - Il cento per uno! ecco un individuo col quale farei volentieri degli affari se volesse onorarmi della sua clientela. Prendete! (gettando nella borsa due soldi incartocciati) in via di esperimento....
ROB. (a Giacinto) E lei... Bel cavaliere?
GIAC. (mette mano al portafoglio).
DEIAN. (trattenendolo) No... fermati, cugino!... Preferisco che tu sottoscriva come già ho fatto io, una donazione annua di lire cinquecento....