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Antonio Ghislanzoni L'arte di far debiti IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA VI.
Tommaso, Clementina. Giacinto.
TOMM. - È dunque vero!... Mio nipote!... Giacinto...!
GIAC. (abbracciando Tommaso) Caro zio...!
CLEM. (osservando) Ha imparato ad abbracciare con una forza...!
TOMM. - Ah! era ben tempo che tu ritornassi...! Se tu sapessi... quante crisi... quanti sacrifizii - non è vero, Clementina? - per assestare le tue faccende...! Dopo la disgrazia... che tu sai, siamo accorsi qui, Clementina ed io - abbiamo abbandonata la nostra casa in balia di un fattore... e tu sai quanto sien ladri i fattori!... Non importa, dicevo a Clementina - corriamo a Çette! - vediamo di salvare quanto si può delle sostanze di quel scavezza... di quel caro radazzo... Ti abbiamo scritto - nessuna risposta... Più tardi sapemmo della tua malattia... Il mio primo pensiero - non è vero, Clementina? - fu di volare a Bruxelles per recarti qualche soccorso - ma non eravamo ben certi... non sapevamo - non è vero, Clementina? - non sapevamo se realmente ti trovassi colà... Qualcuno voleva farci credere che tu avessi seguito in America... quella caro... quella carovana... tu mi capisci... Basta! Teniamo aperto l'albergo, ho detto io - vediamo di non pregiudicare L'avviamento... Conveniva spendere da cinque a sei mila lire in riparazioni - non è vero, Clementina? - Quel briccone di Cavillo... pretendeva immischiarsene... Bada, veh!... non è uomo da fidarsene...! si vuole anzi che le molte posate, che i molti effetti preziosi spariti dall'albergo alla morte del tuo povero padre, abbiano finito nelle sue mani... Non si è trovata una sola posata d'argento nei forzieri; ed io ho dovuto far venire da Montpellier quelle poche che io possedevo, tanto da supplire ai bisogni... È pur la brutta cosa il morire! - le ore che passano fra l'agonia e le esequie di un galantuomo, rappresentano, anche nelle case più oneste, un'orgia di ladri....
GIAC. - Ripareremo a tutto - voi mi consiglierete... mi aiuterete....
TOMM. - Troverai i registri in ordine. Posso dirti fin d'ora che con dieci o dodici mille lire le nostre partite saranno pareggiate... Tuo padre mi doveva ancora ottomila lire per la garanzia di quel sacchetto - te ne sovvieni, Giacinto?... Ora, scontando le seicento ch'ei mi aveva anticipato... pel calessino!
GIAC. (a Clementina) Clementina! io muojo di fame!... Vuoi tenermi compagnia mentre farò colazione...?
CLEM. - Volentieri, cugino!....
TOMM. - Bravi!... Andate là!... (a Giacinto) disponi come fossi in casa tua.... Io esco per un momento; vado a regolare alcuni conti, e torno subito. (Giacinto a braccio di Clementina entra nella locanda). Converrà che io mi metta d'accordo con quel ladro di avvocato... (cava il portafoglio) Non è il caso di lesinare... (dopo aver contate le banconote) Sta bene! Ho promesso cinquecento lire; ma a buon conto, qui ve ne hanno due mille.
(ripone con fretta il portafoglio, ma questo gli scivola dalle vesti e cade al suolo. Esce).