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Antonio Ghislanzoni
L'arte di far debiti

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CAPITOLO VI.

 

Del prestito.

 

Ma l'arte di scegliersi l'appartamento difficilmente si insegna. È un'arte di ispirazione, è uno di quegli istinti ammirabili, che il supremo creatore dell'universo ha concesso ai pochi chiamati.

E qui mi conviene avvertire il piccolo puffista, il puffista di secondo e di terzo ordine, che l'appartamento, quando non richiegga una spesa straordinaria (nel qual caso solamente è permesso puffarlo), vuol essere qualche volta pagato scrupolosamente. - Pagare l'affitto di casa con puntualità e sollecitudine, è misura finanziaria della massima importanza per chi vuol puffare con sicurezza di causa. Con tale misura conquisterete un eccellente alleato per le vostre imprese puffistiche - questo alleato sarà il vostro padrone di casa, a cui si unirà validamente il vostro portinajo, se saprete conciliarvelo con delle mancie generose....

Ma ecco qualcuno sorge a dire: come si si fa quando non si hanno denari, a sostenere queste grandi spese di impianto? Come si pagano i viaggi? il trasporto dei bagagli? gli affitti? le mancie?

Sicuro che del denaro, o poco o molto, bisogna farne circolare; e quand'uno non ne ha di proprio, deve necessariamente procacciarsene attingendo alla borsa degli altri.

Un puffista che si rispetta non deve trovarsi mai in condizione da non poter far fronte ai pericoli della sua professione. Bisogna che egli abbia sempre nelle tasche il denaro di semenza e il denaro di partenza - o in altri termini: il denaro di ingresso e il denaro di recesso. Non è mestieri che io spieghi il senso di questa rime agli arguti miei lettori.

Come si fa per aver denaro? Ai puffista non si offre altra risorsa che quella di chiederne a prestito.

Guardiamo intorno - esploriamo le fisonomie, studiando i caratteri, calcoliamo le probabilità.

Innanzi tutto, prima di chiedere un prestito, è necessario aver stabilita la certezza che la persona, alla quale siete per ricorrere, possegga la somma. - Domandare dieci mila franchi a chi appena ne possiede mille è la massima delle stoltezze.

Bisogna che la persona alla quale avete intenzione di batter cassa, non possa mai dire con verità: mi spiace tanto, ma non sono in grado di servirvi! Pur troppo (la società è tanto corrotta!) questa risposta vien profferita alcune volte da individui, che potrebbero dare il doppio ed il triplo della somma che loro viene richiesta!

Dopo questo precetto, che ha da formare la base della vostra operazione finanziaria, io vi consiglio di attenervi scrupolosamente alle poche massime generali che qui sotto vi trascrivo.

Astenetevi sempre dal domandare denaro per lettera quando possiate chiederlo a viva voce. C'è uno stolto proverbio che dice: la carta non vien rossa - imbecilli! forse che la faccia di un puffista può cambiar colore più presto che la carta? E vi è forse ragione perchè un puffista abbia ad arrossire nel chiedere dell'oro ad un suo confratello? - Fosse argento, fosse rame, fosse la vile moneta che si getta all'accattone! ma l'oro!....

E poi: qual maggior prova di amicizia e di stima si può dare ad un uomo che quella, di domandargli in prestito parecchie miliaja di lire? - [5] Non è lo stesso che dirgli: tu sei ricco, tu sei grande, tu sei potente, tu sei generoso? - Chi avrebbe ragione di arrossire sarebbe il miserabile che non potesse corrispondere degnamente a questa grande prova di fiducia che voi gli avrete accordata - o il vigliacco che non potendo favorirvi, mendicasse delle scuse, o tentasse eludere il vostro nobile disegno colle scappatoje o colle menzogne! (6)

In linguaggio puffistico, questa operazione finanziaria del chiedere a prestito si chiama stoccata. Sublime parola, che oltre a rappresentare precisamente la idea, rivela anche il modo di tradurla in fatto!

Non si può essere grandi puffisti senza essere ad un tempo grandi stoccatori!

Potete voi concepire un colpo di stocco ben aggiustato e micidiale, se questo non sia stato preceduto da lunga meditazione ed eseguito con coraggio e risolutezza?

Di tal modo si debbono compiere le stoccate puffistiche.

Stabilita la vittima, convien fissare il momento ed il luogo - e una volta premeditato il piano di attacco, slanciarsi come il falco sul pulcino.

In generale, le stoccate puffistiche, meglio che nelle mattutine, riescono nelle ore pomeridiane, dopo il pranzo, e dopo la digestione. Un uomo che ha ben pranzato e che ha ben digerito versa ordinariamente in una crisi di buon umore, e si riduce facilmente, pel benessere che prova egli stesso, a favorire quello degli altri.

Lanciato il vostro colpo, badate bene che la vittima non si parta da voi collo stocco nelle viscere. Convien ghermirla strettamente, impedirle qualunque movimento, o per lo meno inseguirla fino a tanto che essa non abbia versato il suo contingente di sangue metallico. Una volta che la vittima sia fuggita collo stocco nelle viscere, vi tornerà assai difficile il ghermirla nuovamente. Guai allo stoccatore puffista se il primo colpo gli va fallito!

Le stoccate per sorpresa riescono meglio delle altre, ed io potrei fornirvi, di ciò numerose prove dedotte dalla mia stessa esperienza. Ma per chiudere umoristicamente questo capitolo, vi narrerò di una ingegnosissima stoccata di sorpresa compiuta in Marsiglia da un puffista di quarta classe, il quale pe' suoi talenti avrebbe potuto aspirare ai primissimi ranghi dell'ordine se l'indolenza del suo carattere non avesse paralizzate in lui le altissime doti dello spirito.

L'arguto puffista si chiamava Napoleone S... e viveva, come si suoi dire, alla giornata, stoccando gli amici e i non amici, i conoscenti e i non conoscenti. Per oltre quarant'anni egli aveva condotta questa beatissima vita di levarsi ogni mattina senza sapere come avrebbe pranzato e dove avrebbe dormito alla sera. I suoi puff non si erano mai elevati oltre le strette necessità della vita; egli puffava a centellini, puffava a moneta spicciolale non era meno grande per questo.

Un giorno Napoleone passeggiava sul ponte di Marsiglia a poca distanza da un caffè ove bazzicavano ordinariamente i suoi connazionali. Napoleone era italiano. L'ora si faceva tarda; nel caffè non c'erano persone sulle quali il nostro puffista potesse vibrare con effetto la sua stoccata quotidiana!

Che si fa? L'appetito si aguzza e con esso anche l'ingegno puffistico.

Ecco un signore sbarcato recentemente da un battello a vapore. Napoleone lo vede per la prima volta, non sa chi sia, da qual parte egli venga. Non importa. È. un signore riccamente vestito, un signore che, stoccato con garbo, darà necessariamente il suo spruzzo.

Napoleone si fa innanzi, aborda risolutamente la sua vittima, e toccando leggermente il cappello, lo apostrofa con fuoco:

- La senta un po', caro signore: si tratta di una scommessa, della quale bramerei che ella si degnasse farsi arbitro. Se qualcuno... io per esempio... avesse bisogno al momento di un miliardo in numerario; crede lei che sarebbe possibile, raccogliendo tutto il denaro dei banchieri di Marsiglia, mettere insieme questa somma?

- Io... crederei, risponde l'altro con un certo sussiego; crederei che per raccogliere una somma così rilevante ci vorrebbero per lo meno cinque o sei giornate e fors'anche...

- Ebbene: diffalchiamo...! diffalchiamo pure! Se non si trattasse che di cinquecento milioni di franchi?..

- Anche cinquecento milioni di franchi in numerario sarebbe un po' difficile trovarli...

- E se uno avesse bisogno di cento milioni?

- Cento milioni... a dir vero...

- Ma via! restringiamo la cosa ai minimi termini... Se non si trattasse che di soli cinque franchi... crede lei che sarebbe difficile... trovare chi li sborsasse prontamente e...?

- Cinque franchi! esclama il forastiero con ingenua meraviglia; ma qual è il miserabile che non possegga cinque franchi? e qual'è il disgraziato che non troverebbe cinque franchi...?

- Ah! lei mi consola! lei mi risuscita, da morte a vita! esclama a sua volta il puffista mutando registro di voce. Io mi trovo appunto nel caso di aver bisogno cinque franchi per pranzare quest'oggi, e poichè lei è così bene disposto a favorirmeli, profitterò volentieri della sua offerta e le sarò infinitamente obbligato.

Il forastiero, vedendosi preso alle strette, e ammirando d'altra parte l'arguzia dello stratagemma, portò la mano al taschino del gilet, e trattone un bel marengo fiammante, lo lasciò cadere nelle mani dell'arguto puffista.

Da quel momento Napoleone S... divenne il compagno indivisibile del forestiero, finchè questi si trattenne in Marsiglia; e più volte questi due individui così stranamente collegati da un azzardo puffistico, furono veduti pranzare assieme all'Hotel des Empereurs. Inutile avvertire che il mio Napoleone non fece mai torto al suo nobile carattere di puffista, assumendo, neanche in minima parte la spesa del pranzo!

 

 

 




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