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Antonio Ghislanzoni
L'arte di far debiti

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SCENA X.

 

Giacinto, che sarà rimasto alcun tempo presso il cancello come impietrito guardando verso la strada.

 

Quali occhiate!... quali parole!... Ed io, bestia... impietrito... mutolo... incapace... di ideare un complimento...! Ecco ciò che può chiamarsi una donna. - E dicono che certi tipi non si trovano che sulle fotografie e nei romanzi! - Una parigina! Ora comprendo come a Parigi si commettono tanti delitti per amore...! E stassera verrà ad alloggiare nell'albergo...! E mi ha pregato di collocare un giacinto nella sua stanza...! Ho inteso dire... e credo anche di aver letto che queste dame di alto rango hanno certi capricci... Ma no! Sarebbe troppo...! Non ho avuto il coraggio di profferirle una galanteria. - Ah! siamo pure imbecilli... noi altri della provincia! - Non ardirei toccarle una mano. E perchè? Alla fine, io sono giovane... un bel giovane, tutti lo dicono; e qui a Beaucarie ho già veduto molte ragazze spasimare pe' miei begli occhi... Ma qui non è il caso di spasimi... Con queste parigine bisogna andar per le corte... Se bevessi dell'assenzio! È un liquore che esalta... che infonde coraggio... Poi... questa sera... vado nella sua stanza da letto... depongo il candeliere sulla tavola da notte... e se ella mi guarda, come faceva poco dianzi, col bianco dell'occhio - se mi fa capire con quel suo garbo assassino che le abbisogna... un giacinto - eccomi! le grido, cadendole alle ginocchia - se questo può bastarvi prendetelo.... laceratelo.... calpestatelo.... fatene l'uso che vi piace - ma non dimenticate, o baronessa, non dimenticate... - Che cosa?... No! Due bicchierini di assenzio non basteranno... berrò tre... quattro.... tutta una fiaschetta... Voglio farmi onore... altrimenti ella sarebbe ben capace di cantarmi quella vecchia aria di Vaudeville:

 

Col nome di Giacinto

T'han battezzato invano,

Ognuno per istinto

Ti chiama tulipano!

 

(cantarellando)

 

Giacinto... bel Giacinto

Sei proprio un tulipano!

 

 

 




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