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Ferdinando Petruccelli della Gattina
La rivoluzione di Napoli nel 1848

IntraText - Concordanze

era

    Paragrafo
1 4 | ha sostituito dove prima era la carità, ed ha chiamato 2 4 | del cielo. Tutto quanto vi era di nobile nell’uomo è colpito 3 7 | scoraggiare, ed atterrire, era stato sperimentato da lui. 4 7 | a suo profitto. Egli si era trovato sempre sulle trincee 5 7 | di Cosenza. Dovunque vi era sangue a versare e terre 6 7 | dittatore. La sua ambizione era smisurata come la sua ferocia, 7 8 | entusiasmo un atto, che era una necessità di Stato improrogabile; 8 8 | nella persona di un prete, era la più alta significazione 9 8 | colti in flagrante delitto: era una protesta per tutti, 10 8 | appunto che quivi la tirannia era più fitta, che quivi il 11 8 | che quivi il nome del papa era esoso al governo, e qualunque 12 9 | 9. La nazione napolitana era come un corpo in cui il 13 9 | verso gravato di acciacchi, era venuto a poco a poco a mancare; 14 9 | dei formaggi, della rubbia era stato usurpato da altre 15 9 | teologiche. Aver dell’ingegno era una sventura. La stampa 16 9 | assolutamente vietata; talché si era trovato anche un certo numero 17 9 | stupida direzione dei preti era solamente buon cittadino, 18 9 | degli uomini? La spoliazione era la legge organica delle 19 9 | differenti. La volontà del re era la sola legge nella percezione 20 9 | superiore più grossi guadagni, era il più abile; e dei guadagni 21 9 | salario. Qualunque lamento era punito del carcere misterioso 22 9 | dello Stato. La nazione era come interdetta e nello 23 9 | ribellione. La giustizia era un’utopia sovversiva dei 24 9 | Giovane Italia: la giustizia era la volontà e la forza del 25 9 | stato normale alla nazione, era la condizione prospera aggradevole 26 9 | dissolvente del governo, ma non n’era stata trasformata. La parte 27 9 | Protesta famosa, la quale era il manifesto all’Europa 28 10| scoppiava. Ma quella non era che l’espansione di animo 29 10| ad impegnare. Il nostro era un armeggiare legale, avevamo 30 10| compendiava tutto. Quella frase era un insulto gittato sul viso 31 10| sovranità del popolo. Pio IX era il simbolo della resurrezione 32 10| ed indipendente. Pio IX era un mito, non un uomo, un’ 33 11| libertà italiana, favore che era stato promesso da qualche 34 11| della nazione, la quale era pronta a sacrificar tutto 35 11| riconoscenza al benefizio. Era una giustizia lungamente 36 11| terrore non dall’amore; era una conquista non un dono. 37 11| sollevazione di Calabria era stato un saggio senza speranza 38 11| attuale individualmente era universale. Il governo non 39 11| feroce ed inesorabile se n’era sentita pesar la mano per 40 11| dell’esito che innanzi non era sorto in alcuno, cominciò 41 11| poi che in mezzo a noi ci era un miserabile, che s’inspirava 42 11| spirito pubblico. Qualcuno era pronto ad esporre la propria 43 11| cattivo esito della missione. Era forse orgoglio, era fierezza, 44 11| missione. Era forse orgoglio, era fierezza, era egoismo, forse 45 11| orgoglio, era fierezza, era egoismo, forse anche convinzione, 46 11| convinzione, ma non paura; era un dubbio avvelenatore che 47 11| della popolarità, e nessuno era trovato da tanto che innalzata 48 11| una specie di stupore. Si era svogliati, si titubava, 49 11| doveva fecondarle mancava o era insufficiente. Non pertanto 50 12| rivoluzione del 1820, si era saputo orpellare di vaghe 51 12| pericoloso per comprarlo: era stato obliato, perché la 52 12| nelle rivoluzioni passate era assai oscura e secondaria. 53 12| fede con i rivoluzionari era per lui periglioso: risolse 54 12| retrogradavit. Perciò gli era mestieri non compromettersi 55 13| sera del 14 dicembre 1847 era una di quelle notti tiepide 56 13| la dittatura. A Napoli vi era il costume che, un’ora dopo 57 13| La voce della commozione era corsa, si era divulgata 58 13| commozione era corsa, si era divulgata da per tutto. 59 13| carattere fatalista non n’era solleticato più in . Infatti 60 13| quando sapevano che non era quello lo scongiuro che 61 14| 14. Si era convenuto col Comitato di 62 14| più fitto per paura, non era giammai di accordo in una 63 14| rivoluzione progrediva perché l’era un’idea compiuta, perché 64 14| battaglia. La seconda prova era tornata favorevole ai liberali. 65 14| liberali. La plebe non si era mossa: ma con compiacenza 66 14| almeno pel momento, ogni cosa era perduta. E quasi comentario 67 14| Napoli sui vapori da guerra. Era quella l’ora opportuna di 68 14| fanciulli, rovesciando chiunque era ad essi d’intoppo, mettendo 69 14| austriaci e di russi. La polizia era fuori del secolo. I soldati 70 14| ansietà, lo sbigottimento era universale. Il governo, 71 14| dell’esecrazione del popolo, era ornai in sospetto ed in 72 14| attitudine teatrale! il suo tempo era passato. I disinganni si 73 15| dovunque, giunsero a Napoli. Era quello il tempo per la seconda 74 15| tanta fiacca balordaggine, era inevitabile che il governo 75 15| tutto un popolo. Non vi era altro scampo che innalzare 76 15| Disse che la città intera era concorde in domandare uno 77 15| adoperava la forza, l’esito era dubbio, sopra tutto perché 78 15| bravata la morte: che non era più tempo di resistere: 79 15| marchese Delcarretto che era novellamente desiderato 80 16| 16. Questi si era ritirato in sua casa con 81 16| di fango. Il suo viaggio era stato una gogna in permanenza. 82 16| adulatori e da carnefici; era cacciato come un servitore 83 16| veniva ricevuto. Quest’uomo era l’arcivescovo di Patrasso, 84 16| lettera di lui a Delcarretto era stata presentata al re. 85 16| creatura umana decaduta: era frate e servitore ad un 86 16| un tempo. La sua passione era l’orgia la più triviale; 87 16| l’orgia la più triviale; era l’oro; era vendere in dettaglio 88 16| più triviale; era l’oro; era vendere in dettaglio il 89 16| Gizzi vendeva i miracoli; era vederselo umiliato ai piedi, 90 16| e come Satana riderne; era infiltrargli nello spirito 91 16| bacchettoneria di una pinzochera; era fargli rendere miseri gli 92 17| commissione recatasi dal re era stata ben ricevuta, e ne 93 17| un’idea. Più che tripudio era delirio; più che feste erano 94 17| Quella plebe stessa che era sembrata sì indifferente 95 17| sì indifferente e che si era temuta, quella plebe, quasi 96 17| guardie del corpo, ed uscì. Era pallido come un cadavere. 97 17| oltraggiava; quel tripudio era un insulto: era un abuso 98 17| tripudio era un insulto: era un abuso di vittoria da 99 17| vittoria da parte del popolo: era un rimprovero ed un’accusa 100 17| che di vago e di disparato era nelle loro idee. Non che 101 18| espansione delle idee se era stata più sollecita a Napoli, 102 18| sollecita a Napoli, non era men feconda nelle altre 103 18| La costituzione di Napoli era stata la lieve scintilla 104 18| bisogno della ricostruzione era universalmente sentito. 105 18| sostenersi. Lo spirito umano si era alzato in regioni troppo 106 18| e l’anacronismo. Pio IX era la manifestazione di questa 107 18| il regime costituzionale era il regime governativo d’ 108 18| eunuca, l’Italia cadavere non era più. Chi la percorreva trovava 109 18| mondo civile viveva ancora, era ancora giovane e potente 110 18| dei sovrani, a brani qual era, croata, svizzera, inglese, 111 18| della rivoluzione italiana era stata questa: noi volevamo 112 18| disciplinabile. La loro speranza era uno sconoscere il principio 113 18| motore della rivoluzione, era obliare che la costituzione 114 18| obliare che la costituzione era stata strappata dal pugno 115 19| infine lo statuto. Bozzelli era stato creato ministro: e, 116 19| di pubblicista, a lui si era affidata la compilazione 117 19| famoso. La vita di costui era stata una lunga mascherata. 118 19| vera, oro e potere. Gli era d’uopo arrivare onde appagare 119 19| soddisfazione unanime con cui era stata accolta la parola 120 19| eteroclito. Una rivoluzione non era bastata per far cadere le 121 19| aveva ragione. Inoltre si era omai transatto con i pretesi 122 19| corruzione uffiziale di più. Si era solamente complicata di 123 20| 20. La Sicilia era stata obliata dai rivoluzionarii 124 20| istituzioni politiche a cui si era con vincoli di amor patrio 125 20| Italia una ed intera quale era uscita dalla mano di Dio. 126 20| ben meritato dell’Italia. Era assai miserabil cosa caldeggiare 127 20| impedirne la coalizione. Era assai miserabil cosa bocconcellare 128 20| provincie d’Italia, quando era mestieri lavorare a fonderle 129 20| peste: intempestiva, perché era quello invece il momento 130 21| vecchia macchina governativa era stata smantellata, ma non 131 21| forma del governo insomma era l’anarchia. I partiti lavoravano, 132 21| le metteva in evidenza. Era scapigliata, ma non liberale 133 21| utopie, e che la repubblica era la idea e lo scopo della 134 21| aristocratico del censo vi era mantenuto: l’aristocrazia 135 21| esprimeva la sua forza, era la prima incarnazione delle 136 22| uscire, ed il resistere era vano. Una deputazione si 137 22| diversamente mascherata. Si era spiegato un gran lusso di 138 22| se l’esiglio di coloro era necessario ed anzi ritardato 139 22| ritardato di troppo, non era costituzionale, perché né 140 22| e l’uomo che lo diceva - era io. Quando i giorni di lutto 141 22| come sostegno del governo. Era questo l’andamento che i 142 22| imperiosamente domandavasi. La burla era durata troppo. La nullità 143 22| tristizia del re e della corte era irrefragabilmente documentata: 144 22| leale, disinteressato, era stato alcuni giorni al ministero, 145 22| sincera del nuovo. Il re si era spaventato di lui e lo chiamava 146 22| pugna si aspettava e si era sotto le armi. Il re però 147 22| Una generazione non si era commossa per conquistare 148 23| macchina dello Stato, non era né un bisogno, né un principio 149 24| 24. Si era messo mano alla guerra dell’ 150 24| a vantaggio d’Italia vi era d’uopo che i suoi popoli 151 24| Ma re Carlo Alberto si era inebbriato. Il coraggio, 152 24| altra volta sull’Italia. Era dovunque un tripudio, un 153 24| altronde l’iniquo governo era stato colpito sulla fronte, 154 24| il papa si risovvenne che era principe cattolico e prete, 155 24| principe cattolico e prete, che era contrario al suo ministero 156 24| che il ministero Troya si era affrettato a far partire; 157 24| in capo della spedizione era stata lungamente discussa. 158 24| lungamente discussa. Vi era chi proponeva il Filangieri: 159 25| organizzazione interna non era trascurata dal ministero. 160 25| da qui. - La Costituzione era nata rachitica, o per meglio 161 25| meglio dire non vitale. Era il patto sociale redatto 162 25| monarchia. La sua legittimità ne era stata riconosciuta da quello 163 25| legge non solamente non era fatta dal popolo per una 164 25| censo per essere elettore, era ministro. In un paese infine 165 25| e tradizioni nazionali, era innormale, anacronistica, 166 25| parola, la camera dei pari era un inutile fardello, un 167 25| suo capo Delcarretto, si era reso esoso al popolo, il 168 25| porte del ministero. Non vi era maniera di sbarazzarsi di 169 25| che il re lasciava loro, era divorato da quegl’insani 170 26| ai comizii tutto quanto era: parte per compiere il mandato 171 26| canzoni patriottiche. Ed era davvero commovente la solennità 172 26| intorno all’anime di coloro: era bastato il trovarsi in contatto 173 26| cosa di solenne. Il reato era sparito. La guardia nazionale 174 26| La guardia nazionale si era organizzata: e non ostante 175 26| renderla poscia più limpida. Vi era d’uopo di quel gran colpo 176 27| rivoluzione italiana che era principiata, diciam così, 177 27| grandiosa. Il suo primo impulso era stato la conquista della 178 27| sulla testa di un barbaro era un oltraggio all’iniziativa 179 27| rialzandosi regina e donna di sé. Era stanca di quei proconsoli 180 27| soluzione. La buona fortuna era per allora di Carlo Alberto 181 27| glorioso e guerriero, se d’uopo era ancora di averne uno. La 182 27| della sua corona cadeva. Era assorbito da una voragine 183 27| dimensioni. La sua rovina era inevitabile: Dio solo poteva 184 27| che è certo, a Napoli si era da un pezzo travagliato 185 27| ministri, sicuramente non vi era straniero. Da otto giorni 186 27| solitaria, nella corte che si era divisa affatto dal paese 187 27| un lazzaretto. Il popolo era tormentato da un’ansietà 188 27| quartieri dove la plebe era più bruta, nel Mercato, 189 28| La vittoria per l’intrigo era meno temeraria, e sopra 190 28| tutte le classi. Dovunque era un formar di circoli. Nei 191 28| conoscessero o no; il fremito era generale, completo. I giovani 192 28| udivansi per tutto. La città era tuttaquanta o sulle strade 193 29| discordia. - La nostra voce era fiacca, impotente: eravam 194 29| accorgimento fabbricata: vi era un partito determinato a 195 29| della guerra civile. Chi era dunque che contro il volere 196 29| Perciò un plico suggellato era inviato al general Roberti, 197 30| della città. Il loro aspetto era conturbato, presagivano 198 30| Nel precedente non vi era stata distinzione di destra 199 30| ministero per sapere se si era pronti di andare alla chiesa; 200 30| tornò più. Il ministero era alla Reggia e si dibatteva 201 30| avervi servito. Ma il dado era tratto: l’ora di alzare 202 30| l’ora di alzare la tela era giunta. Dieci ore passate, 203 30| volle fare, nulla votò. Era un convocio sformato e incomprensibile, 204 30| deputati in convulsione era trovata, l’incognita che 205 30| aveva spinti al deliramento era manifesta. Alla commissione 206 30| rammentarsi che equivoco non vi era più, e che le barricate 207 30| di San Ferdinando. Quello era il segnale. Una batteria 208 30| insanguinava il terreno era lo spergiuro colonnello, 209 30| per incanto. La loro parte era compiuta. Allora si scoprì 210 30| Allora si scoprì il vero, ma era troppo tardi: bisognava 211 30| Cacciarvi in mezzo il cannone era una viltà degna sola di 212 31| contenere la plebe il più che era possibile: si spedissero 213 31| aiutante di campo del re era andato a raffermare il mercato, 214 31| bisogno di comento. Baudin era legittimista: aveva subìta 215 31| popolo: ogni rivoluzione era una ribellione. Ben altrimenti 216 31| di lui. Il signor Levraud era vero repubblicano, ed aveva 217 31| inviata o inviata quando tutto era finito. Le nobili intenzioni 218 32| Il macello dei deputati era stato fermo anch’esso; ma 219 32| funzione, aveva abdicato e si era confuso al resto dell’assemblea. 220 32| interiore da cui ciascuno era travagliato. Si uscì dalla 221 32| svillaneggiato, percosso, era tratto nella piazza della 222 32| Quella gioia plebea dei reali era però contaminata dal pensiero 223 32| Quella gioia officiale era un supplizio, una corona 224 32| vedetene il fondo. Il fermarsi era per loro la ruina: il continuare 225 32| la ruina: il continuare era qualche cosa di peggio ancora, 226 32| qualche cosa di peggio ancora, era il dubbio. Ma di continuare 227 33| naturalmente gaio e fragoroso era scomparso. Lo squallore, 228 33| più lurido e più orrendo. Era una protesta tacita, ma 229 33| vivesse, perché a casa non era tornato: le botteghe o chiuse 230 33| che infanga le vie; tale era l’aspetto della misera capitale, 231 33| ogni anima onesta e pietosa era lontano. Il re la mattina 232 34| catastrofe del 15 maggio era stata grave nell’esercito: 233 34| nella lotta cittadina che si era impegnata. L’ammiraglio 234 35| che da due mesi solamente era uscito dalle galere, dove 235 35| stato consumato dalla corte era ordinare la leva in massa, 236 35| per mezzo di un Ferrara, era stato promesso dal Bozzelli 237 35| battaglione di cacciatori, che era nella città, fraternizzava 238 35| delle cinque provincie si era radunato per discutere sul 239 35| dell’impura creatura che si era creato capo del Comitato, 240 35| benedizione della libertà era caduta come sopra ad una 241 36| alle prime impressioni e si era lasciato dominare dalle 242 36| attentato che fatto le si era, vacillò subitamente, si 243 36| sempre alle prime file, era partito di Napoli con un 244 36| piano della rivoluzione era stato ratificato a Catanzaro. 245 36| ed avido di novelle quivi era accorso. La rivoluzione 246 36| accorso. La rivoluzione era consumata. Una voce sola 247 36| consumata. Una voce sola era partita da quella massa: 248 36| comprendeva la rivoluzione, ma non era rivoluzionario. Il rivoluzionario 249 36| da lui solamente: niuno era ascoltato: il segreto elevato 250 36| pensiero di unificazione era mancato; e fu davvero una 251 36| piemontese, il quale si era battuto in Ispagna nelle 252 36| munizioni, vetture e cannoni era a terra, accolto da applausi 253 37| corpo e vi schiaccia. Quale era la situazione di Calabria 254 37| delle tre provincie non vi era comunità d’idee, contemporaneità, 255 37| che conduceva i siciliani era sospettato di equivoche 256 37| le squadre di Catanzaro, era sorvegliato, era dipendente. 257 37| Catanzaro, era sorvegliato, era dipendente. Egli aveva bisogno 258 37| sonno tutti. Ma Busacca era sicuro del fatto suo. E 259 37| la guerra. A Campotenese era peggio.~Domenico Mauro, 260 37| supremazia di costui, si era allontanato, e come Commissario 261 37| lungo tempo obliati. Forse era una reminiscenza di Esiodo 262 37| tempi l’anima mia non si era del tutto spogliata. Chi 263 37| spogliata. Chi lo sa? Io era felice di coricare sulla 264 37| senza potervi dormire. Io era felice di salutare il lento 265 37| della lingua albanese, che era una rivelazione della non 266 37| Questo eccellente giovane era partito da Monteleone per 267 37| fucilate. Ribotti non si era mosso da Cassano: ma Busacca 268 37| numerosi congedi che si era stati in necessità di accordare, 269 37| fratelli Plutino, non si era potuto sollevare completamente, 270 37| sulla strada di Maida, e che era impossibile resistere: ciascuno 271 37| impotente: come Desdemona era stata soffocata dal proprio 272 37| sepolti in mude mortali. Che era mancato ai rivoluzionarii 273 37| rivoluzionarii calabresi? era mancato l’accordo, l’unisono, 274 37| mancato l’accordo, l’unisono, era mancato il genio della rivoluzione. 275 37| interamente loro, ma dei tempi: era la rachiasi del movimento 276 38| della Costituzione, che era sempre in piedi, rimpetto 277 38| convalidare che la buona fede era nel fondo dell’anima loro, 278 38| aveva affatto: il 16 maggio era da ogni cuore desiderata, 279 38| La Camera del 15 maggio era stata sciolta, marcata alla 280 38| la sentenza della Camera era stata pronunziata fin dal 281 38| fra le differenti classi era intera. In Napoli, nella 282 39| troppo bene simpatizzato. Era nel paese mal’affetta, divenne 283 39| con la quale questo corpo era elevato a coadiutore del 284 39| del birro e del gendarme; era spoglio di ogni carattere 285 39| aveva scagliato sul popolo era stato quel ministero di 286 39| nel mattino stesso che era cacciato dal ministero, 287 39| asserire, che il gabinetto era italiano e seguiva una politica 288 39| impunemente violare. La protesta era giornaliera, era permanente. 289 39| protesta era giornaliera, era permanente. La parola appassionata 290 39| di cittadinanza. Questo era il colpo di grazia che si 291 39| tormentato dal municipalismo, era un cartello gittato all’ 292 39| disfatta di Carlo Alberto; era la teoria dell’unità italiana, 293 40| colmò di lutto l’Italia. Era una pubblica calamità che 294 40| un funesto avvenire. Non era l’onta per le armi italiane; 295 40| le armi italiane; l’onore era salvo, e possiamo dirlo 296 40| voce ed a fronte levata, era salvo a Goito, a Pastrengo, 297 40| Custoza e di Volta: non era il danno che dalla disfatta 298 40| generosamente rotte le catene; era la supremazia morale che 299 40| sacrifizi potevansi riparare; ma era l’irresarcibile squarcio 300 40| popoli presero la gramaglia. Era il primo anello di una catena 301 40| Imperciocché il danno non era solo del momento, ma duraturo 302 40| fremente metteva fuori. Non era più una misura di governo, 303 40| governo, ma una vendetta; non era più una necessità politica, 304 41| nelle loro mani. La bandiera era stata benedetta dal santone 305 41| che nella notte precedente era stato visitato dalla Madonna 306 42| intrepido dei cittadini era provato per una rivoluzione 307 42| quando ogni resistenza era cessata, una tempesta di 308 42| osservare che il comando del re era preciso. Questi dubitava 309 42| siciliano, Palermo. Niente si era risparmiato per renderla 310 43| spietato compivasi. La stampa era proscritta affatto da un 311 43| palliativi infecondi. Poscia si era armata, aveva imposto un 312 43| davvero; la Costituente era per l’organizzazione della 313 43| guerra dell’indipendenza era stata per la nazionalità. 314 43| proposta dal Montanelli era impossibile. I principi 315 43| la teoria del Montanelli era quella. Contemporaneamente 316 43| novelle che l’imperatore era fuggito di nuovo da Vienna, 317 43| sollevazione di Vienna, era stata presso a cangiar 318 44| straniero all’Italia: esso vi si era trapiantato senza punto 319 44| religione dell’avvenire, e si era imbastigliato nel passato, 320 44| dottrine di Roma, la quale si era resa solidale la monarchia, 321 44| maîtres des impôts. Essa però era stata inefficace: perché 322 44| cattolico; e la nazionalità era stata la significazione 323 44| da seme di morte che esso era? Il papato era morto. Era 324 44| che esso era? Il papato era morto. Era morto sin da 325 44| era? Il papato era morto. Era morto sin da quando rinnegando 326 44| della santa alleanza, e si era assiso con gli eretici del 327 44| et Orbi del pontificato era omai una impostura di più. 328 45| armonia tra i due principi si era ristabilita. Il re conveniva 329 45| tra il trono e l’altare era piena ed intera, l’amicizia 330 46| che perciò? la rivoluzione era compiuta nel paese: Le système 331 46| dette fuori tutto quanto era di più ostile al governo: 332 46| abbiezione in cui la plebe era stata tenuta mai sempre 333 46| favoriti della nazione essa non era esclusa, che era considerata 334 46| essa non era esclusa, che era considerata ancora come 335 46| esistenza attuale: che più non era obbietto da destare ribrezzo 336 46| rivoluzione significava che essa era sovrana, che, angelo decaduto 337 46| la luce e la vita. Non vi era dunque bisogno di altro. 338 46| assemblea. L’artiglieria era sulle strade, i castelli 339 46| viva la Costituzione! Si era sparsa la voce che l’assemblea, 340 47| giornaliero sacrifizio. Era dunque dovere dell’assemblea 341 47| sotto questo rapporto, era chiarissimo. Ma lo Statuto 342 47| chiarissimo. Ma lo Statuto non era stato mai di ostacolo alla 343 47| condanna del ministero, che non era stata pronunziata prima 344 48| Dalla Toscana il granduca era fuggito, allegando non so 345 48| suffragio universale, si era accolta altresì. Gli occhi 346 48| altissimo sacerdozio di cui era rivestita; ed in una seduta 347 48| rigenerazione d’Italia. Il papato era caduto: il papato era abrogato. 348 48| papato era caduto: il papato era abrogato. Quel potere che 349 48| Savonarola; quel potere non era più. Dal grande sepolcro 350 48| di Roma la parola di vita era sorta, e dalla cima del 351 48| cima del Campidoglio si era propagata sulla terra. Roma 352 48| universo l’Italia. L’Italia non era morta. In quell’adorno ciborio 353 48| spirito della rivoluzione era rivelato. Napoli sopra tutto 354 48| emancipata. In Piemonte era allora ministro Vincenzo 355 48| nazioni, già la repubblica era stata condannata. Si aspettava 356 48| Ed il momento allora non era favorevole, perché la Costituente 357 48| gli scontri in Ungheria era alla vigilia di riaprire 358 49| prosperità e con i suoi atti, era un’accusa permanente contro 359 49| intenzione certamente non era di decretare il supplizio 360 49| potendo uccidere la francese. Era una rabbia interiore che 361 49| sfogare con qualcheduno. Era un livore lungamente cumulato 362 49| democrazia, e bisognava saziarlo. Era una protesta innanzi all’ 363 49| portava venendo alla luce; era un pegno che aveva bisogno 364 49| 1849 il grande sacrifizio era consumato. La tela cadeva, 365 49| dilacerazione di Polonia, era consumato; il chiodo di 366 50| assedii ed assalti a Capua. Era convenuto già che egli dovesse 367 50| cinquanta passi di distanza. Era convenuto che la cavalleria 368 50| avessero calpestato. Insomma era convenuto tutto, e con quella 369 50| del nome di Napoleone. Si era invero offerta l’occasione 370 50| troppo triviali; e poi non vi era da guadagnare delle indulgenze 371 50| irrotto come una valanga ed era stato ad una spanna per 372 50| di Napoli. Ma questi si era da lungo tempo salvato. 373 50| poteva più raffrenarlo? Era quella la campagna vera 374 51| sfida alla libertà e si era rinchiusa in sé come in 375 51| sciogliere loro la musoliera. Era paura? era pudore? chi lo 376 51| la musoliera. Era paura? era pudore? chi lo sa? forse 377 51| della non intervenzione ed era andata a distrugger Roma; 378 51| coscienza di Niccolò non era di assoggettare l’Ungheria 379 51| del paese. La sua crociata era una pruova, era uno sperimento; 380 51| crociata era una pruova, era uno sperimento; voleva mettere 381 51| Klapka diceva che Gorgey era uno sventurato piuttosto 382 51| lo sguardo di Europa si era per lungo tempo riposato 383 52| Così di pietra in pietra era demolito il portentoso edifizio 384 52| maschera. Quel ministero, che era stato strumento di tutti 385 52| popolo come alla corte, era costretto a fuggire per


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