Ruello, Ruello, divora la
via;
Portateci a volo,
bufere del ciel.
È presso alla morte la
vergine mia;
Galoppa galoppa
galoppa, Ruel.
Se a forza di sprone li
fianchi t’ho aperti,
Coi lunghi nitriti
non dirmi crudel;
Son molte a varcarsi pianure
e deserti,
Galoppa galoppa
galoppa, Ruel.
Non senti nell’aria che
perfido riso?
Non senti che fischi
d’orrendo flagel?
L’odor dei sepolti mi soffia
nel viso,
Galoppa galoppa
galoppa, Ruel.
Ah! questa, ch’io
sento, sarebbe la voce
Del coro, che mesto
la porta all’avel?
Dio santo!.. che veggo!.. la
bara e la croce!..
Galoppa galoppa
galoppa, Ruel.
T’arresti, Ruello?… Coraggio
e speranza!
Per Dio, vuoi
tradirmi, cavallo infedel?..
Laggiù la tempesta ruggendo
s’avanza;
Galoppa galoppa
galoppa, Ruel.
Galoppa, Ruello; più
forte, più forte;
Dio santo, che foco!
Dio santo, che gel!..
Ormai sulle ciglia mi pesa
la morte:
Galoppa… galoppa… galoppa…
Ruel.
E qui cadde orribilmente
Fulminato sul
sentiero;
E il cavallo, che
non sente
Più lo spron del
cavaliero,
E che ha libera la
groppa,
Vola vola e non
galoppa.
Scossa al vento la criniera,
Va più sempre
inferocito.
Animata è l’ombra
nera
Da una pesta e da un
nitrito,
Egli ha libera la
groppa,
Vola vola e non
galoppa.
Sbuffa ansante. Il fumo s’alza
Della febbre e del
sudore;
Polve e ghiaia in
alto sbalza
Sotto i piè del
corridore,
Egli ha libera la
groppa,
Vola vola e non
galoppa.
Dal dirupo alla boscaglia
Cento leghe ha
divorato.
Finalmente a una
muraglia
Batte i fianchi il
disperato…
Sta la morte sulla
groppa,
E il caval più non
galoppa!..
E frattanto sulle pallide
Scarne guance alla
morente,
Che sussurra un
dolce nome,
L’agil tinta
ricompar;
E levata in sulla
coltrice
La persona
amabilmente,
Le bellissime sue
chiome
Ricomincia a
inanellar.
«Madre mia! sì forte l’anima
Tu non sai chi mi
riscosse,
Oh! dell’abito più
bello
Io mi voglio
rivestir!
Questa notte per le
tenebre,
Non so dir come ciò
fosse,
Ma la pesta di
Ruello
M’è sembrato di
sentir.
Guarda, o madre, tra quegli alberi
Dove accenna la mia
mano!…
Non ti par che un
picciol punto
Si avvicini?…
Osserva ancor.
Ah!… non vedi quella
polvere
Che s’innalza di
lontano?…
Non conosci?… È
giunto! è giunto!
Madre mia… mi fugge
il cor.»
Poveretta! in giro i languidi
Occhi aperse un’altra
volta;
Cercò il sole; e
uscì di guerra
Nominando il suo
fedel.
Poveretta! ai casti
talami
Lo aspettava… e fu
sepolta.
Oh speranze della
terra!
Voi finite in un
avel.