Il letto del
sepolcro è pieno di luminose visioni.
(LOPEZ
DE VEGA)
Mentr’io degli Astri notturno amante
Nei lumi eterni cerco la sorte,
Coll’aurea sfera sul mio quadrante
Cammina il Tempo verso la Morte:
Cammina sempre nè cangia moto,
Cammina e batte nell’orïuol;
Batte la marcia verso l’Ignoto
Dal sole all’ombra, dall’ombra al sol.
Marciam, soldati dell’ora breve,
Marciam; chè gli astri cadendo vanno
E giù dai monti porta la neve
Il freddo vento che chiude l’anno.
Marciam, soldati, marciamo a squadre
La nostra bruna fossa a ghermir.
Dove son chiuse l’ossa del padre,
Quelle dei figli debbon dormir.
Mandan le rute colle verbene
Pallida vampa, pallido fumo.
Rime funeste, rime serene,
Qui vi depongo, qui vi consumo.
Addio, di gloria stupendo nome!
Addio, soave spettro d’amor!
Sento che casca dalle mie chiome
L’ultimo lauro, l’ultimo fior!
Però corcarmi da te diviso
Non posso, o cara, nè tu lo puoi:
Voglio inondato sentirmi il viso
Dalle tue chiome, dagli occhi tuoi.
La tenue sfera non cessa un punto
Sul mio quadrante di circolar;
Corcati, o cara, chè il tempo è giunto.
Nelle tue braccia voglio sognar.
Sognar le verdi mie primavere,
Sognar le feste del mio villaggio,
L’irte mie balze, le mie riviere
E de’ tepenti miei soli il raggio:
Sognar la vita, sognar la fama,
Sognar la dolce mia libertà:
Con te la fossa, mia bella dama,
Letto di fiori mi sembrerà.
Se a noi d’intorno la neve fiocca
E tu gelata sarai dimani,
Col molle soffio della mia bocca
Scalderò il gelo delle tue mani.
Corcati, o cara; prendi il tuo loco,
Folte son l’ombre; ma non temer:
Portato ho meco lampada e foco,
Perch’io ti voglio sempre veder.
Povera amica, le tue palpèbre
Come l’orrendo sonno affatica!
Come nell’ossa t’arde la febbre!
Oh, come tremi, povera amica!
Prendi coraggio, fatti più presso,
Dimmi che m’ami, che mia sei tu…
Gran Dio! l’ardente bacio promesso
Sulle mie labbra non sento più.
Ben sulla volta di questa fossa
Sento che il negro Salmo si canta;
Giù giù filtrate cascar sull’ossa
Sento le gocce dell’acqua santa.
Ma tu ti svegli, ma tu rinasci,
Ma tu sei bella, ma dal tuo crin
Spira un profumo come se a fasci
Bruciasse il nardo col belgiuin.
Ve’ come splende sul nostro tetto
Collo smeraldo misto il zaffiro!
Che drappo d’oro ci copre il letto
Che molle effluvio di rose in giro!
Dea circondata di tristi larve
No l’amorosa Morte non è;
Sentire il cielo mai non mi parve
Come in quest’ora vicino a te.
L’organo echeggia: s’alzan gli spenti:
Portan le faci con gl’incensieri:
Candide insegne s’aprono ai venti,
Ci fan corona bimbi e guerrieri.
Mia dolce estinta, prendi l’anello,
Guarda che festa d’angioli è qui:
L’ultimo sogno dentro l’avello
È il più bel sogno dei nostri dì.