Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giovanni Prati
Poesie scelte

IntraText CT - Lettura del testo

  • L’ULTIMO SOGNO
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

L’ULTIMO SOGNO

Il letto del sepolcro è pieno di luminose visioni.

                                                  (LOPEZ DE VEGA)

Mentr’io degli Astri notturno amante

Nei lumi eterni cerco la sorte,

Coll’aurea sfera sul mio quadrante

Cammina il Tempo verso la Morte:

Cammina sempre cangia moto,

Cammina e batte nell’orïuol;

Batte la marcia verso l’Ignoto

Dal sole all’ombra, dall’ombra al sol.

Marciam, soldati dell’ora breve,

Marciam; chè gli astri cadendo vanno

E giù dai monti porta la neve

Il freddo vento che chiude l’anno.

Marciam, soldati, marciamo a squadre

La nostra bruna fossa a ghermir.

Dove son chiuse l’ossa del padre,

Quelle dei figli debbon dormir.

Mandan le rute colle verbene

Pallida vampa, pallido fumo.

Rime funeste, rime serene,

Qui vi depongo, qui vi consumo.

Addio, di gloria stupendo nome!

Addio, soave spettro d’amor!

Sento che casca dalle mie chiome

L’ultimo lauro, l’ultimo fior!

Però corcarmi da te diviso

Non posso, o cara, tu lo puoi:

Voglio inondato sentirmi il viso

Dalle tue chiome, dagli occhi tuoi.

La tenue sfera non cessa un punto

Sul mio quadrante di circolar;

Corcati, o cara, chè il tempo è giunto.

Nelle tue braccia voglio sognar.

Sognar le verdi mie primavere,

Sognar le feste del mio villaggio,

L’irte mie balze, le mie riviere

E de’ tepenti miei soli il raggio:

Sognar la vita, sognar la fama,

Sognar la dolce mia libertà:

Con te la fossa, mia bella dama,

Letto di fiori mi sembrerà.

Se a noi d’intorno la neve fiocca

E tu gelata sarai dimani,

Col molle soffio della mia bocca

Scalderò il gelo delle tue mani.

Corcati, o cara; prendi il tuo loco,

Folte son l’ombre; ma non temer:

Portato ho meco lampada e foco,

Perch’io ti voglio sempre veder.

Povera amica, le tue palpèbre

Come l’orrendo sonno affatica!

Come nell’ossa t’arde la febbre!

Oh, come tremi, povera amica!

Prendi coraggio, fatti più presso,

Dimmi che m’ami, che mia sei tu…

Gran Dio! l’ardente bacio promesso

Sulle mie labbra non sento più.

Ben sulla volta di questa fossa

Sento che il negro Salmo si canta;

Giù giù filtrate cascar sull’ossa

Sento le gocce dell’acqua santa.

Ma tu ti svegli, ma tu rinasci,

Ma tu sei bella, ma dal tuo crin

Spira un profumo come se a fasci

Bruciasse il nardo col belgiuin.

Ve’ come splende sul nostro tetto

Collo smeraldo misto il zaffiro!

Che drappo d’oro ci copre il letto

Che molle effluvio di rose in giro!

Dea circondata di tristi larve

No l’amorosa Morte non è;

Sentire il cielo mai non mi parve

Come in quest’ora vicino a te.

L’organo echeggia: s’alzan gli spenti:

Portan le faci con gl’incensieri:

Candide insegne s’aprono ai venti,

Ci fan corona bimbi e guerrieri.

Mia dolce estinta, prendi l’anello,

Guarda che festa d’angioli è qui:

L’ultimo sogno dentro l’avello

È il più bel sogno dei nostri .

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License