Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giovanni Prati
Poesie scelte

IntraText CT - Lettura del testo

  • PERDONATE
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

PERDONATE

Ignosce illis quia nesciunt quid faciunt.

 

       Parlo a voi, che, amici a Dio,

Del dolor vi fate un trono;

Parlo a voi, dolente anch’io,

La gran voce del perdono.

Questa voce sulle penne

Dell’amore a Dio s’alzò,

Voi sapete donde venne,

E qual labbro la mandò.

       Perdonate! — Sulla terra

È disceso anch’ei terreno,

A combattere una guerra

Senza esempio — il Nazareno.

Egli nasce, all’uom ridona

Il suo serto di splendor

E si compra la corona

Dello spregio e del dolor!

       Oh! lo spregio ei l’ha sofferto,

Ei senz’ombra di peccato!

Era amante, e fu deserto;

Era giusto, e fu negato:

Sino al labbro dello stolto

Che venivalo a tradir

Rese il bacio… e il santo volto

Abbassò con un sospir!

       O voi tutti, a cui l’offesa

Crudelmente incise il core,

Perdonando si palesa

D’esser figli del Signore!

Perdonate! — i più belli

Della vita a sé rapì

Chi poteva i suoi fratelli

Amar sempre, e li abborrì.

       Pace, amico! — Un uom che offende

Scemo od ebro ha l’intelletto.

Tutto certo ei non comprende

L’atto proprio, il proprio detto.

Dopo un duol, che ad altri crebbe,

Quante volte ei sospirò,

E ritorto in sé vorrebbe

Quello stral, che altrui lanciò!

       Pace, amico! — Un riso, un gesto,

Una voce inavvertita

Può ferirti… e non per questo

Volontaria è la ferita!

Il fanciul, che piuma a piuma

L’augellin nudando va,

Lentamente lo consuma

E d’offenderlo non sa.

       Soffri sempre, e l’odio ignora;

Fratricida ei l’uomo ha fatto:

Ei la fronte ti divora

Come il marchio del misfatto.

Questo mostro a modo d’angue

Senza posa il cor ti assal;

Stringe un calice di sangue

E sta sempre al tuo guancial.

       Che fai tu fra quelle frondi?…

Sciagurato! il piè ritira.

Se dagli uomini t’ascondi,

Omicida, Iddio ti mira!

Tutti i giorni che tu prendi

Dalla vita d’un fratel,

Tutti salgono ai tremendi

Tabernacoli del Ciel.

       Spezza l’arme, e nei consigli

Della mente ti riposa!

Chi tu aspetti ha molti figli,

Madre amante, e dolce sposa;

Ha una fede svigorita,

Uno spirto che non muor,

Che ha bisogno della vita

Per rifarsi nel Signor.

       «M’han confitto a questo legno,

Padre mio!… ma stolti sono;

Manda a lor dal nuovo regno,

Per me compro, il tuo perdono!» —

Questa voce egli ha disciolta

Quando il Padre l’obbliò!…

Abbracciatevi una volta

In colui che vi salvò!

       Abbracciatevi! — S’oscura

Della terra il fugace,

Si guadagna il che dura

Coll’amplesso della pace.

Chi perdona Iddio lo serva

Per la santa eredità,

Lascia l’anima proterva

Al giudicio che verrà.

       O Signore, — Ah’io le fransi

Del rancor le ree catene;

Fui piagato, offesi e piansi;

Or la pace al cor mi viene.

Ripercotimi, se credi

Che sia giusto e salutar:

Solamente mi concedi

D’amar sempre e perdonar.

       Siam fratelli in un’amara

Solitudin di dolori;

L’un coll’altro si prepara

L’acqua e il pan che lo ristori!

Posseduto è da Satano

Chi coll’ira al desco vien;

Maledetta è quella mano

Che vi mescola il velen.

       Siam fratelli nell’insulto,

Donde venga e dove suoni,

Siam fratelli nel tumulto

Delle libere canzoni!

Oh! vi torni e v’affatichi

Quell’amor che vi fuggì!

Date bando agli odii antichi,

Se bramate i nuovi .

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License