Le orecchie intente,
gli sguardi bassi,
Tu come un’ombra
segui i miei passi:
Se un lieve accento
muovo al compagno,
Ratto ti sento sul
mio calcagno,
Va, sciagurato, mi
metti orrore;
Sei delatore!
Ma, quando mangi pan
guadagnato
Con l’abbiettezza
del tuo peccato,
La bieca larva del
tradimento
Non ti sta presso?
non n’hai spavento?
Va sciagurato, mi
metti orrore;
Sei delatore!
Il sol la luce
dovria negarti;
Mai col tuo nome
nessun chiamarti,
Ma con quell’altro
che ti dispensa
Pane e vergogna
sull’empia mensa.
Va, sciagurato, mi
metti orrore;
Sei delatore!
Talora il ladro
chiamo infelice;
Degna di pianto la
meretrice;
Da me un’ascosa
lagrima ottiene
Sin l’omicida
stretto in catene:
Ma tu, tu solo mi
metti orrore;
Sei delatore!
Va, sciagurato; cala
il cappello,
Ti ravviluppa nel
tuo mantello,
E se un istante sul
cor ti pesa
La mia parola, cerca
una chiesa,
E piangi, e grida: —
Pietà! Signore,
Son delatore! —
Là solamente, presso
a quel trono,
Può la tua colpa
trovar perdono;
Impäuriti de’ tuoi
tranelli,
Più sulla terra non
hai fratelli,
Va, sciagurato, mi metti
orrore;
Sei delatore!