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Giovanni Prati
Poesie scelte

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  • IL DELATORE
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IL DELATORE

Le orecchie intente, gli sguardi bassi,

Tu come un’ombra segui i miei passi:

Se un lieve accento muovo al compagno,

Ratto ti sento sul mio calcagno,

Va, sciagurato, mi metti orrore;

                               Sei delatore!

Ma, quando mangi pan guadagnato

Con l’abbiettezza del tuo peccato,

La bieca larva del tradimento

Non ti sta presso? non n’hai spavento?

Va sciagurato, mi metti orrore;

                               Sei delatore!

Il sol la luce dovria negarti;

Mai col tuo nome nessun chiamarti,

Ma con quell’altro che ti dispensa

Pane e vergogna sull’empia mensa.

Va, sciagurato, mi metti orrore;

                               Sei delatore!

Talora il ladro chiamo infelice;

Degna di pianto la meretrice;

Da me un’ascosa lagrima ottiene

Sin l’omicida stretto in catene:

Ma tu, tu solo mi metti orrore;

                               Sei delatore!

Va, sciagurato; cala il cappello,

Ti ravviluppa nel tuo mantello,

E se un istante sul cor ti pesa

La mia parola, cerca una chiesa,

E piangi, e grida: — Pietà! Signore,

                               Son delatore! —

solamente, presso a quel trono,

Può la tua colpa trovar perdono;

Impäuriti de’ tuoi tranelli,

Più sulla terra non hai fratelli,

Va, sciagurato, mi metti orrore;

                               Sei delatore!

 




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