VOCI
Arcana interdum
fert murmura cerulus aether
Et mare
purpureum.
A rallegrarmi l’ore
Che passano veloci,
Misterïose voci
Mi scendono nel core;
E sotto il vecchio saio
E’ tanto mi si affina,
Che torna fresco e gaio,
Com’acqua a le sue foci.
N’è vero,
Azzarelina?
Dicon le stelle: «Oh! guarda
Come siam glauche e belle».
Ed io rispondo:
O stelle!
La mia pupilla è tarda,
Ma sempre vi ritrova
Nell’aria cilestrina,
Dove nuotar vi giova,
Lucenti navicelle.
N’è vero,
Azzarelina?
Dicono i venti: «Schiudi
L’orecchio: o non ci senti?»
Ed io rispondo:
O venti!
Melodiosi o rudi,
I vostri suoni ascolto
Al monte e alla marina,
E spesso ho da voi tolto
Le collere e i lamenti.
N’è vero,
Azzarelina?
Dicon le rose: «Oh! bevi
Le nostre aure odorose».
Ed io rispondo:
O rose!
Comunque incerte e lievi,
Quando più l’ora imbruna
V’ho cêrche a la collina,
E il raggio della luna
A me vi disascose.
N’è vero,
Azzarelina?
Dice la fonte: «Irroro
Io le tue labbra al monte».
Ed io rispondo:
O fonte!
Pur io, pur io t’infioro
Di libere canzoni
Nell’ora mattutina,
Quando su’ tuoi burroni
Mi batte il sol la fronte.
N’è vero,
Azzarelina?
E tutto con me suona,
Ed io del par con tutto:
L’astro, la rosa, il flutto,
Il vento in me ragiona:
E qual da un’arpa immensa,
La melodia divina
Esce, favella e pensa,
E ciò d’un sogno è il frutto.
N’è vero,
Azzarelina?
Dunque sogniam. Crudeli
Son gli uomini e le sorti:
Son solamente i morti
Benevoli e fedeli:
E, dopo lor, la maga
Natura, che incammina
Quest’errabonda e vaga
Nostra barchetta ai porti.
N’è vero,
Azzarelina?
Sogniam. Di noi sorride
Chi numera e chi pesa,
Ma la villana offesa
È scorpio che s’uccide.
Di là dal nostro verno
Quest’anima indovina
L’aiuola e il fiore eterno,
Che ai più non s’appalesa.
N’è vero,
Azzarelina?
I più son erbe uscite
Da margine selvaggio:
Scabre, villose, al raggio
Del sole inavvertite:
E il mandrïan non falla;
Le falcia e le destina
Ai capri della stalla:
E questo è il lor passaggio.
N’è vero,
Azzarelina?
Ed or ch’io ti commisi
Il mio fedel pensiero,
Le anella del crin nero
Ti vesto a fiordalisi,
E nel romito speco
Su morbida cortina,
M’è dolce il sognar teco,
Come tu fai. N’è vero?
N’è vero,
Azzarelina?