PERDONATE
Ignosce illis quia nesciunt quid faciunt.
Parlo a voi, che, amici a Dio,
Del dolor vi fate un trono;
Parlo a voi, dolente
anch’io,
La gran voce del perdono.
Questa voce sulle penne
Dell’amore a Dio s’alzò,
Voi sapete donde venne,
E qual labbro la mandò.
Perdonate! — Sulla terra
È disceso anch’ei terreno,
A combattere una guerra
Senza esempio — il Nazareno.
Egli nasce, all’uom ridona
Il suo serto di splendor…
E si compra la corona
Dello spregio e del dolor!
Oh! lo spregio ei l’ha sofferto,
Ei senz’ombra di peccato!
Era amante, e fu deserto;
Era giusto, e fu negato:
Sino al labbro dello stolto
Che venivalo a tradir
Rese il bacio… e il santo
volto
Abbassò con un sospir!
O voi tutti, a cui l’offesa
Crudelmente incise il core,
Perdonando si palesa
D’esser figli del Signore!
Perdonate! — i dì più belli
Della vita a sé rapì
Chi poteva i suoi fratelli
Amar sempre, e li abborrì.
Pace, amico! — Un uom che offende
Scemo od ebro ha
l’intelletto.
Tutto certo ei non comprende
L’atto proprio, il proprio
detto.
Dopo un duol, che ad altri
crebbe,
Quante volte ei sospirò,
E ritorto in sé vorrebbe
Quello stral, che altrui
lanciò!
Pace, amico! — Un riso, un gesto,
Una voce inavvertita
Può ferirti… e non per
questo
Volontaria è la ferita!
Il fanciul, che piuma a
piuma
L’augellin nudando va,
Lentamente lo consuma
E d’offenderlo non sa.
Soffri sempre, e l’odio ignora;
Fratricida ei l’uomo ha
fatto:
Ei la fronte ti divora
Come il marchio del
misfatto.
Questo mostro a modo d’angue
Senza posa il cor ti assal;
Stringe un calice di sangue
E sta sempre al tuo
guancial.
Che fai tu fra quelle frondi?…
Sciagurato! il piè ritira.
Se dagli uomini t’ascondi,
Omicida, Iddio ti mira!
Tutti i giorni che tu prendi
Dalla vita d’un fratel,
Tutti salgono ai tremendi
Tabernacoli del Ciel.
Spezza l’arme, e nei consigli
Della mente ti riposa!
Chi tu aspetti ha molti
figli,
Madre amante, e dolce sposa;
Ha una fede svigorita,
Uno spirto che non muor,
Che ha bisogno della vita
Per rifarsi nel Signor.
«M’han confitto a questo legno,
Padre mio!… ma stolti sono;
Manda a lor dal nuovo regno,
Per me compro, il tuo
perdono!» —
Questa voce egli ha
disciolta
Quando il Padre l’obbliò!…
Abbracciatevi una volta
In colui che vi salvò!
Abbracciatevi! — S’oscura
Della terra il dì fugace,
Si guadagna il dì che dura
Coll’amplesso della pace.
Chi perdona Iddio lo serva
Per la santa eredità,
Lascia l’anima proterva
Al giudicio che verrà.
O Signore, — Ah’io le fransi
Del rancor le ree catene;
Fui piagato, offesi e
piansi;
Or la pace al cor mi viene.
Ripercotimi, se credi
Che sia giusto e salutar:
Solamente mi concedi
D’amar sempre e perdonar.
Siam fratelli in un’amara
Solitudin di dolori;
L’un coll’altro si prepara
L’acqua e il pan che lo
ristori!
Posseduto è da Satano
Chi coll’ira al desco vien;
Maledetta è quella mano
Che vi mescola il velen.
Siam fratelli nell’insulto,
Donde venga e dove suoni,
Siam fratelli nel tumulto
Delle libere canzoni!
Oh! vi torni e v’affatichi
Quell’amor che vi fuggì!
Date bando agli odii
antichi,
Se bramate i nuovi dì.