LE MIE SIMPATIE
Voi mi accusate che i miei
concenti
Nuotano in nembo di troppi fior;
Sì, mi son cari questi
innocenti,
Queste opre belle del Crëator.
In lor si vela tanto mistero
D’amor, di pena, di voluttà,
Che ogni movenza del mio
pensiero
Armonïosa con lor si fa.
Se miro un volto di
giovinetta
Dimesso e mesto, puro e gentil,
Mi trema in mente la
vïoletta,
Che orna le siepi del novo april.
Quando alle spine del nostro
esiglio,
Caro fanciullo, tu avvezzi il piè,
Svolto dall’urna d’un bianco
giglio,
Sospira il canto d’intorno a me.
A una sembianza d’allegra
sposa,
Che in mezzo ai balli gemmata appar,
Dall’ondeggiante sen d’una
rosa
Profumi e carmi sento esalar.
Ricchezza occulta del
trovatore
È un fior rapito da un nero crin,
E quante volte si cela un
fiore
Nell’amuleto del pellegrin!
Il fior, ricordo d’una
fanciulla,
Vive tra l’armi, vola sul mar.
Rose e ligustri copron la
culla,
Rose e ligustri l’urna e l’altar.
Un giorno fugge, l’altro
s’avanza,
Fiorisce il duolo come il gioir;
Ha un fior la vita per la
speranza,
Ha un fior la morte per l’avvenir.
Spargono l’aria,
l’ombra e la luce
Perle e colori sul tenue vel;
Curvo alla terra, che li
produce,
Notturni amori mormora il ciel.
In lor si vela tanto mistero
D’amor, di pena, di voluttà,
Che ogni movenza del mio
pensiero
Armonïosa con lor si fa.