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Olindo Guerrini
Rime di Argia Sbolenfi

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AD UN OROLOGIO GUASTO

 

Poi che il pendolo tuo giù penzoloni

Non ha più moto ed impotente stà

E gl'inutili pesi ha testimoni

Della perduta sua vitalità,

 

Vecchio strumento, m'affatico invano

A ridestar l'antica tua virtù;

Inutilmente con l'industre mano

Tento la molla che non tira più.

 

Questa tua chiave, che ficcai si spesso

Nel suo pertugio, inoperosa è già;

Rotto è il coperchio e libero l'ingresso

Ad ogni più riposta cavità.

 

Deh, come baldanzoso un solevi

L'ora dolce del gaudio a me segnar

E petulante l'ago tuo movevi

Non mai spossato dal costante andar!

 

Quante volte su lui lo sguardo fiso

Or tengo e penso al buon tempo che fu.

Se almen segnasse mezzodì preciso.....

Ma sei e mezza!... e non si move più!

 

 

 




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