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Olindo Guerrini Rime di Argia Sbolenfi IntraText CT - Lettura del testo |
AL MIO DESTRIERO
Non la criniera lucida, poi che non la possiedi,
ma il ventre di maiolica e i quattro eburnei piedi
fammi inforcar la candida tua groppa e su gli arcioni
starò, superba amazzone, senz'armi e senza sproni
chè tu, gentil quadrupede, non scalpiti con l'ugna
quando la groppa docile porgi a l'usata spugna
ma su le zampe, immobile e mansueto, aspetti
d'acque lustrali il tepido lavacro e i larghi getti
Te cavalcando, visito tutto de' sogni il regno,
ed un polledro rapido, non un caval di legno,
allor tu sei per me,
e ne'l sognar mio bellico, un capitan mi sento:
le schiere mie galloppano con le bandiere a 'l vento
Savoia! e i prodi, memori de la fortezza antica,
freno non danno a l'impeto e già l'oste nimica
Che val se, a 'l campo reduce, scendo di sella esangue,
se da uno squarcio orribile veggo fuggirmi il sangue?...
Le schiere avverse fuggono, ma tu fuggir non sai
e sovra i piè di mogano solennemente stai
Ma i sogni, ahimè, svaniscono. Cessata è la battaglia!...
L'ora de 'l pranzo è prossima: datemi la tovaglia