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Olindo Guerrini Rime di Argia Sbolenfi IntraText CT - Lettura del testo |
NEL BAGNO
Pel fiammante de l' ciel tramite sacro
gli agitati corsier disfrena il sole
e d'onde fresche a 'l salutar lavacro
luglio ci vuole.
tremolar la marina a l'orizzonte,
o tra selve d'abeti e di cipressi
Ma il iato mi negò, come ha costume,
il bacio di salubri acque cadenti
e de 'l sonante mar le bianche spume
Pur, qual lo scrigno famigliar concede,
me ancor d'umili terme allieta l'onda
che in brevi cerchi accarezzar si vede
E se zefiro alcun non va temprando
de l' sol le vampe con la sua carezza,
il serico flabel l'aure agitando
Ivi, gettando allor la tenue vesta
pudicamente ignuda, io volgo il passo.
Disciolto il crin da l'apollinea testa
fluisce e lambe il tergo mio che mostra
callipigie beltà che il sole ignora...
Onde, apritemi il seno! ecco la vostra
Io non t'invidio il fior de 'l corpo bianco,
o de le ciprie spume eterna figlia,
se a l'concavo sedil concedo il fianco
come a conchiglia.
Onde apritemi il seno! ecco, m'assido
su 'l metallico trono ... ecco m'affondo,
e la parte di me che lascia il lido,
ove, strisciando con l'esperta mano,
detergo il lezzo a le inquinate membra.
Mormora l'onda ed il suo picciol piano
e le tempeste sogno e veggo e sento
l'imperversar de l'aquilon crudele
e le triremi trionfali a 'l vento
e una nave puntar, negra su l'onda,
la bocca d'un cannon fetente e cupo...
Numi, che scoppio!... Ne vibrò la sponda