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Olindo Guerrini
Rime di Argia Sbolenfi

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DA CAPO

 

Consurgite et ascendamus in meridie,

JEREM VI, 4.

 

Se nella mesta sera,

Cinto di luce strana,

Lo scoglio di Caprera

All'occidente levasi

Superbo sulla nera onda lontana,

 

Il marinar che passa

Sull'agile naviglio

Tien la bandiera bassa

E tra le palme ruvide

Il duro capo abbassa e china il ciglio.

 

, nella calma enorme

Della morente luce,

Sotto il granito informe,

Presso le acacie memori

L'ultimo sonno dorme il nostro duce.

 

Dorme il Messia invocato

Nel giorno del dolore,

Dorme il gentil soldato

Che amò come una vergine

E col suo s'è fermato il nostro core.

 

Quando il leon scoteva

L'ampia cesarie d'oro,

Un popolo sorgeva

Bello, gagliardo e giovane

Che la pugna chiedeva e non l'alloro;

 

Sorgean gli eroi sublimi

Che il duce taciturno

Primo davanti ai primi

Guidava all'ardua carica

Contro Calatafimi e sul Volturno;

 

Poi, rotta nel cimento

La schiera e pur non doma,

Cadea senza un lamento,

Mal vendicata vittima

Sul colle di Nomento in faccia a Roma.

 

alcun tendea la mano

A mendicar mercede,

per voler sovrano,

per clamor di popolo

Mentiva il capitano alla sua fede,

 

Chè il duce ed il soldato

Chiudevan ne' petti ardenti

Il cor di Cincinnato

E ai solchi ritornavano

Del plauso non cercato assai contenti.

 

Ed or che resta? O santo

Sangue versato invano,

O fior d'Italia, pianto

Un con tante lagrime,

Or ti mette all'incanto il pubblicano!

 

O gloria unica al sole,

Pura in tante vicende,

Alla crescente prole

Pura dovevi scendere

E ti compra chi vuole e ti rivende!

 

Tutto governa l'oro,

Tutto è sottil garrito

Di legulei nel foro

E de' comizi il traffico

Frutta come tesoro al più scaltrito.

 

Il suo veleno occulto

Ci mesce la menzogna

E gli ebri, nel tumulto

Dell'ira, si barattano

La calunnia, l'insulto e la vergogna.

 

Ahi, della prima schiera

Non resta alcuno in vita?

Dunque laggiù a Caprera

Col biondo Cristo italico

L'incolpevol bandiera è seppellita?

 

Ah no! Sacra coorte,

Per l'ultima battaglia

Ti risparmiò la morte:

Inerme e pur terribile

Di Roma su le porte ancor ti scaglia.

 

Non sangue essa ti chiede,

Ma invoca i difensori.

Schieratevi al suo piede,

Voi forti, e proteggetela

Con l'incorrotta fede e gli alti cuori.

 

Trombe dal sonno scosse

Sonate alla raccolta!

Correte alle riscosse,

Salvate voi la patria,

Vecchie camicie rosse, un'altra volta!

 

Alto il vessillo alzate

De' traditori a fronte.....

Ma voi, deh, riposate

Nelle giberne lacere

Cartucce non sparate all'Aspromonte!

 

 

 




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