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Olindo Guerrini Rime di Argia Sbolenfi IntraText CT - Lettura del testo |
Passano lenti. Un lampeggiar febbrile
Passan solenni e da le dense file
Toccandosi le mani ognun di loro
Se i calli suoi non vi segnò il lavoro,
Sotto l'aspra fatica e il reo destino
molti già son caduti,
molti il carcer ne tiene od il confino,
e pur sono cresciuti.
Striscia il gran serpe de la folla oscura
Dentro, nello stupor de la paura,
Intanto il passo de la muta schiera
allontanar si sente
e nel silenzio de la fosca sera
Ecco allora Epulon, vinto il terrore
e dice: "lode a Crispi ed al Signore,
anche questa è passata!"
È passata, ma invan te ne compiaci
Son gli antichi rancor troppo tenaci
Nel ferreo pugno non hai più la plebe
germina l'odio da le pingui glebe
Ne le officine fumiganti e nere
contro te si cospira:
sotto la casa tua, ne le miniere,
e mal ti gioverà crescer guardiani
l'armi custodi del tuo aver, domani
da chi saran portate?
Chi ti difenderà domani, quando
assedieranno le tue case, urlando:
Oh, ben gli sguardi noi tendiam levati
e tu chini la fronte! I tuoi peccati