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Olindo Guerrini Rime di Argia Sbolenfi IntraText CT - Lettura del testo |
AGLI EROISSIMI
Giusti della fallita Apocalissi,
Marci Porci Catoni, in questo errai
Che delle birberie forse ne scrissi,
Ma non ne feci mai.
Oh se n'avessi fatto, e lo potevo,
Di che frasche m'avreste incoronata!
Un'abiura e tra i grandi anch'io sedevo,
Ma l'arte di lustrar le scarpe ai ladri
Curvando il dorso, mi negò natura;
Perciò gridate che incitai le madri
Chi parla di viltà? Chi con gagliarde
Frasi, dopo il caffè, facil tribuno,
Povere donne, vi chiamò codarde
Chi fumando in poltrona, empie i giornali
Di vendette, di stragi e di rovine,
Da la ciambella moderando l'ali
Chi dei debiti nuovi alla conquista
Le apostrofi all'onor guida in falange
E soggioga lo Scioa dal liquorista,
Insultando chi piange?
Ah, siete voi? Salute o ben pensanti,
In cui l'onor s'imbotta e si travasa;
Ma dite un po', perchè gridate "avanti!"
Perchè, lungi dai colpi e dai conflitti,
Comodamente d'ingrassar soffrite,
Baritonando ai poveri coscritti
Partite voi, se generoso il core
Sotto al pingue torace il ciel vi diede.
O Baiardi, è laggiù dove si muore
Non quì, tra le balorde zitellone,
Madri spartane di robuste prose,
Che chieggon morti per compor corone
Ma no, non partirete! A questi tempi,
Se dovesse mancar "la parte sana,"
Chi resterebbe a predicar gli'esempi
Chi resterebbe a consolar coi detti
Le vedove beltà che il bruno adorna?
Chi li farebbe i brindisi ai banchetti
Ah, forti Aiaci della guerra a fondo,
Ussari della morte, ah, non tentate
D'uscir di qui per conquistare il mondo,
Forse la vigna che godeste voi
Fruttar potrebbe ad operai più scaltri...
No, restate, restate a far gli eroi
Con la pelle degli altri!