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Olindo Guerrini
Rime di Argia Sbolenfi

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QUANDO IL MUNICIPIO DI BOLOGNA

FESTEGGIÒ LA B.V. DI S. LUCA

ESPONENDO I CENCI ANTICHI

PER INVITO DEI CLERICALI

MASCHI E FEMINE

 

Dicono --Gesù mio, quanto schiamazzo

Per due vecchi tappeti!

Nemmen se ritornassero in Palazzo

Gli Svizzeri ed i preti!

 

I contadini a non vederli esporre

Ci credevan birbanti;

Sono elettori anch'essi e quando occorre

Votan pei ben pensanti.

 

Che v'importan quei cenci o i Credi fatti

Recitar nelle scuole?

Siam liberali. Non badate agli atti,

Badate alle parole.

 

Rispondono --I tappeti alla ringhiera

Non son stracci e cimosa;

Cencio di pochi palmi è una bandiera,

Ma vuol dir qualche cosa.

 

O le liste da chi furono empiute

E da chi consigliate?

Voi ci diceste; non le abbiam vedute:

E pur lo sapevate!

 

Confessatelo, via, siate leali,

Poichè non siete scaltri:

Voi pascete di fumo i liberali

E d'arrosto.... quegli altri.

 

Ma v'è chi dice --Ecco, Bisanzio ancora

Con le ciarle si regge

Dei cento legulei della malora

Che gli falsan la legge.

 

Lasciamoli cianciar del più e del meno,

Lasciamoli garrire;

Noi guardiamo più in alto, ad un sereno,

Ad un santo avvenire.

 

Noi guardiamo più in alto e questa bassa

Miseria non ci tange.

Con ben altra eloquenza il cor ci passa

La voce di chi piange!

 

Ma quando il pianto cesserà e verranno

Ben altre feste, allora

Quelle coltri lassù, riscalderanno

Il letto a chi lavora.

 

 

 




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