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Olindo Guerrini
Rime di Argia Sbolenfi

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IL MIO CUORE

 

Il mio cuore è uno scrigno di velluto

Che con sette sigilli è sigillato,

Molti voller saperne il contenuto,

Ma nessuno finor l'ha indovinato.

 

Lungamente il segreto ho mantenuto

E, il labbro come il cor tenni serrato,

Ma più a lungo tacer non ho potuto

Ed i sette sigilli ho lacerato.

 

Sappiate dunque che nel cor segreto

Chiudo i ricordi del tempo remoto,

I fiori secchi dell'april mio lieto,

 

Fra cui quest'oggi, per gentile invito,

Scesi a frugar con l'animo devoto

Per cavarne un sonetto impallidito;

 

Un povero sonetto impallidito,

Fior dell'anima mia morto e seccato,

Che tra le foglie sue reca smarrito

Come un lontano odor del mio passato,

 

Come un ricordo vago e scolorito,

Un'eco lieve del tempo beato,

Un rimpianto profondo ed infinito

Di tutto quel che in giovinezza ho amato.

 

Ed ecco che il sonetto esce discreto

Da la prigion dove dormiva ignoto

E rivede tremando il mondo lieto.

 

Va dunque, o mesto fior da me cresciuto,

Porta a chi m'ama del mio core il voto,

Ed a chi m'odia porta il mio saluto.

 

 

 




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