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Olindo Guerrini
Rime di Argia Sbolenfi

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LA BALLATA DEL RE MORO

 

Tra le palme del deserto

C'è un magnifico castel,

Ch'è impossibile di certo

Di trovarne uno più bel.

 

Ivi tien la sua dimora

Di quei popoli il signor.

Egli è bello e giovin, fuora

Che ha il difetto d'esser mor.

 

Stando assente dal paese

D'una vergin s'invaghì.

Era bella e bolognese,

E difatti la rapì.

 

Ma suo padre, ahì sorte dura!

Che mandarla giù non può,

Si rivolse alla Questura

Che due guardie ci mandò;

 

 

E alla patria abbandonata

La volevan trascinar,

Ma la bella innamorata

Non voleva ritornar,

 

E rivolta al suo diletto

Ci diceva: "o bel re mor,

Fa il piacere, tienmi stretto,

Non lasciarmi con costor!

 

Deh, non fia che il fato amaro

M'allontani dal tuo sen!

Ah, difendimi, mio caro,

Che ti voglio tanto ben!"

 

Ma il re moro pensieroso

Resta muto sul sofà

E un pensiero mostruoso

Nello sguardo e in cor gli sta!

 

Poichè il moro non risponde

Sta la bella in oppression;

Straccia via le chiome bionde

E si butta in ginocchion.

 

E poi fece tante cose,

Disse, pianse e supplicò...

Ma quel porco non rispose,

Stette zitto e la piantò!

 

 

 




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