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Olindo Guerrini
Rime di Argia Sbolenfi

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SFOGO CONTRO COLUI31

 

C'era una volta in Roma una ragazza

Il cui nome gentil non vi dirò,

Che per l'Imperator divenne pazza

E di dargli la man si lusingò.

 

Ei venne a Roma e per la gioia grande

Ella dinanzi a lui cadde boccon

E gli mostrò che non avea mutande

In omaggio all'igiene e alla stagion.

 

Bismarck, quando lo seppe, andò in furore,

Afferrò penna, carta e calamar

E poi telegrafò all'Imperatore

Che per l'amor di Dio non stesse far,

 

E quella donna ci si mise dietro

Seguitandolo sempre per città,

Dal re, dal papa, in piazza ed in San Pietro,

Raccontandogli mille infamità.

 

E lui sentendo questa sinfonia,

Da prima cominciò a tintinagar,32

Poi nel più bello piantò l'Argia

E coi Sovrani s'imbarcò per mar.

 

L'empio! Intanto la povera tradita

Nei Cappuccini andò per la passion;

Mutò speranze, desideri e vita,

Ed, ancella di Dio, prese il cordon.

 

Caste donzelle, deh, accogliete in seno

Questo consiglio che mi vien dal cor.

Portate sempre le mutande, o almeno

Copritevi se vien l'Imperator!

 

 

 




31 Colui, ahimè, è l'alto personaggio di cui alle rime precedenti, e quella donna la sua legittima e graziosa consorte.



32 Tentennare. Dial. bol.






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