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Olindo Guerrini
Rime di Argia Sbolenfi

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ANACREONTICA

 

Chi pel selvoso monte

Lascia la nuda valle

E del roccioso calle

L'erta salendo va,

Sente grondar la fronte

E vacillare il fianco,

Sente che il piè già stanco

Forza d'andar non ha.

 

Ma giunto in su la vetta,

Con l'occhio erra lontano

Sul verdeggiante piano

Che gli si stende al piè.

Allor trionfa e getta

Un grido alto e giocondo;

Vede soggetto il mondo

E se ne sente il re.

 

Anch'io così, sudando

Su la ribelle rima,

Potei toccar la cima

Lieta del sacro allor.

E, sotto a me guardando

Con la pupilla altera,

Maggiore e assai più vera

D'altri sentirmi in cor.

 

Perciò sappia chi viene,

Folle, a contender meco

Od a negarmi, bieco,

La seggiola curùl,

Che tre scodelle piene

Di tagliatelle asciutte

Io me le mangio tutte

E vado..... ad Irminsùl.40

 

 

 




40 Località ignota, forse dell'altro emisfero.






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