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Olindo Guerrini
Rime di Argia Sbolenfi

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"NASCITURO"43

 

Exultavit in gaudio infans in utero meo.

LUC. I, 44.

 

No, che su zolla sterile

Non fu gittato il seme

Se, lacerato il solido

Guscio che invan lo preme,

Esce il rampollo e germina

Pei campi o per le aiuole,

Schiuso al tepor del sole

Sotto al clemente ciel.

 

No, la bollente gocciola,

Plasma del germe umano,

Nel sitibondo fornice

Non fu scagliata invano

Se nel mio fianco turgido,

Come in risposta cella,

Un'anima novella

Veste il corporeo vel.

 

Oh, alfin potrò conoscerti

Amor santo e sereno

Di madre e roseo stringermi

Un pargoletto al seno....

Addormentarti, crescerti,

Potrò sul grembo anch'io,

Sangue del sangue mio,

Frutto d'immenso amor!

 

T'insegnerò a disciogliere

I passi e le parole,

Ti narrerò, baciandoti,

Gl'incanti delle fole,

Indi trarremo in giubilo

Lungo un campestre calle

Seguendo le farfalle

E raccogliendo i fior.

 

Ti guiderò per l'ardue

Strade dell'arti prime

L'alto volume aprendoti

Delle materne rime;

Io sulle illustri pagine

Ti condurrò la mano,

Io t'aprirò l'arcano

Del mondo e del saper.

 

E allor che il sangue giovane

Ti pulserà nel petto

E sentirai le trepide

Ansie del primo affetto,

Sarò al tuo fianco assidua

E virilmente fida

Consigliatrice e guida

Nei dubbi del sentier.

 

Al focolar domestico

Io sarò presso ancora

Quando velata e timida

Mi condurrai la nuora

Che me, benigna pronuba,

Dirà perversa e cruda

Se nel tuo letto, ignuda

Vergin, la spingerò.

 

E quando i fior del talamo

Matureranno i frutti,

Ava prudente e provvida

Io veglierò per tutti;

Poi con le palme tremule

Carezzerò i nepoti

E a Dio la prece e i voti

Per loro innalzerò.

 

E già mi veggio, debile

Vecchia, tra lor seduta

Narrar, senza rimpiangerla,

La gioventù caduta

E i versi miei ripetere

A un coro d'innocenti,

I versi miei fulgenti

Di virtuoso zel.

 

Ava, così, amorevole

E santa educatrice.

In mezzo ai biondi pargoli

Vivrò lieta e felice

E quando giunga al termine

La vita mia modesta,

Reclinerò la testa

Per ridestarmi in ciel.

 

Forse ch'io sogno?... Ah, palpita

Pur nel mio grembo un vivo

E freme e balza e s'agita

Or che a lui penso e scrivo....

Deh, perchè tardi o nobile

Della mia gloria erede?

Non sai che la mia fede

E l'amor mio sei tu?

 

Ma intanto?... Ah, un dubbio orribile

Mi sta confitto in core.

Sento un mister nell'anima

Pensando al genitore....

Parla, se puoi rispondermi,

Tu che doman vivrai;

Dimmi, se pur lo sai,

Il padre tuo chi fu?

 

 

 




43 Credeva di avere concepito un figlio. Invece aveva preso freddo e tutto finì con una fuga d'aria compressa.






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