Canto, Ottava

1       2,  46|      canto, e rauca ancor si udia~ Gemer l'eco del lungo corridore,~
2       4,  30|    stesso il diceva, ed io l'udia ».~ ~
3       4,  34|   veleno,~ E il tremito egli udia dei miei ginocchi~ E il
4       4,  47|     fretta,~ Che si dolce mi udia chiamar per nome,~ E le
5       4,  50|    mille giuri ad esclamar l'udia:~ «Deh! vedi quella Luna
6       4,  64| balcone, insonne, io l'acqua udia,~ La qual piú forte sul
7       5,  1 |   altro per le stanze non si udia~ Che un gemer fioco, una
8       6,  8 |   vergin stuolo con stupor n'udia,~ Mentre Teresa sopra il
9       6,  51|       Ansare; e dopo, io non udia più niente.~ ~