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Vincenzo Padula
Il Monastero di Sambucina

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


2-chiam | chiar-fatto | favel-leone | leoni-piovv | piuma-seder | sedev-uscir | uscit-zelo

     Canto, Ottava
1 | 2 2 | 3 3 | 4 4 | 5 5 | 6 6 3, 9 | Di lui cosí turbato ed abattuto~ Di animo gran tempesta 7 2, 35| Teresa pose~ Il capo in abbandon sull'origliero;~ Ma ingannevol 8 4, 24| sente~ La luce a poco a poco abbandonarlo~ E sé restare alfin solo 9 4, 56| tuttor negletta,~ Mi vidi abbandonata, e che nessuno~ Al mio lavor 10 4, 57| Con la mente e col corpo abbandonato!~ Udiva in altre stanze 11 4, 20| a quel crocchio; il viso abbasso,~ E il varco per uscir cerco 12 3, 14| Come dal peso fossero abbattuti,~ I sottili pilastri, che 13 4, 68| col violento riso,~ Onde abbellir solea l'acerbo ingegno:~ « 14 4, 3 | Ed i frutti caduti abbica e coglie,~ Quando con più 15 1, 49| alterni i lor secreti,~ Ed abbicarsi l'uno all'altro sopra,~ 16 6, 27| nel cui cor tanta vergogna abbonda~ Del mattino pel caso inopinato,~ 17 2, 24| La dolente Teresa, orsù m'abbraccia;~ Su la mia bocca la tua 18 2, 24| Deh! abbracciami, diceva, Eugenia mia,~ La 19 6, 6 | In angelo lo spirto degli abissi,~ In agno il lupo, il turbo 20 6, 74| L'odio rallegra al par l'abisso cieco,~ Com'or felicità 21 4, 48| improvvisi con la luce amica,~ Abitar credevamo altro emisfero.~ 22 1, 2 | Un tempo dalle Vergini abitate,~ Che vi lasciâr partendo 23 5, 29| bene ch'io con questi vani~ Abiti Iddio riceva in quel momento?~ 24 4, 37| alle mie labbra unire,~ Ed abracciarmi, e baciarmi sì forte~ Che 25 5, 35| può raccorre~ Che ivi all'abside in fondo una celletta~ Per 26 6, 32| malgrado obbedii perchè un abuso~ Quella sùbita fretta a 27 4, 36| Quando fu ciascun dito, ecco accadere,~ Dolce fortuna per me insieme 28 6, 25| fu dal lampo attinta,~ S'accalcan tutte e l'una l'altra impelle,~ 29 6, 21| lei l'interno fuoco,~ Le accelera il respir, le rende il volto~ 30 1, 54| e lo inzaffira,~ Ei vi accende la Luna, egli l'aggiorna,~ 31 1, 36| all'augelletto~ Insegni e accendi tanto amore in lei;~ E tu 32 1, 56| tramonta? Ora i miei detti~ Ti accendin sì, che tu somigli a quelle.~ 33 4, 33| Accetto dunque il gioco, ed or men 34 4, 24| poter serbarlo.~ Come chi accieca in sul principio sente~ 35 5, 27| Guarda, gridó, quale stamane accoglie~ Eugenia nostra in nuovo 36 4, 40| Ma quando mi accomiato, e già mi avvio~ Incontro 37 6, 52| lice»;~ E parlando così, s'accommïata;~ Scendo con lui, gli apro 38 2, 11| rammenti,~ Ma voglio sottovoce accompagnata:~ « Così mi lasci, e tanti 39 2, 2 | E con l'occhio la luna accompagnava~ Ad ogni passo della nube 40 2, 44| dunque il canto nostro;~ L'accompagni il pentimento,~ E l'accento — 41 4, 36| conto~ E a cui fa tocco accordasi potere~ Senza che se la 42 1, 6 | più vi ritrovó colei~ Che accordava il suo canto a quel di lei.~ ~ 43 3, 30| suoi scorni tostochè si accorge~ I lerci denti per doler 44 6, 59| Scendo le scale, ratta accorro fuori,~ E pensa or tu quello 45 6, 28| un'util scola;~ Però sì accorta, e con voce sommessa:~ — 46 4, 20| vesti lo tocco, onde egli accorto~ Ver me piegossi piano piano 47 6, 62| strisciandosi carpone,~ D'accostarmisi prova; ma ad un tratto~ 48 1, 52| forte,~ Lieti finchè non si accostaro al pomo.~ Ma lo toccâro, 49 1, 48| sogguardar ci stanno.~ E di accostarsi ai figli ardir non hanno!~ ~ 50 4, 40| termin del gioco~ Che l'esca accrebbe all'esca, e il foco al foco.~ ~ 51 6, 11| pene e premio stesse;~ Onde accusando ognor la Provvidenza~ Fuor 52 2, 24| parta anch'esso in due~ Acerbe pome, come son le tue?—~ ~ 53 1, 27| inispecchiarsi in fondo a quelle~ Acque arrossiscon di vedersi belle.~ ~ 54 6, 34| materno amore~ Quell'anima acquistata avriano a Dio;~ Ma alquanto 55 6, 63| Sei tu d'inferno velenoso acquisto?~ Sei tu, tu sposa adultera 56 6, 20| radici~ Abbia il rivo veleno acre condotto,~ Verdi le cime 57 2, 8 | Forse qual suole,~ Il capo acutamente ora ti duole?~ ~ 58 1, 34| vista e intesa~ Mettean sì acute strida oltre il lor uso,~ 59 3, 14| Discorre di cappelle ad archi acuti,~ Dei quali or vari nani 60 6, 42| selva, a cui si mischia~ L'acuto suon di cacciator che fischia.~ ~ 61 6, 24| e poi lo stanco~ Corpo adagiò sopra il sinistro fianco.~ ~ 62 5, 35| la stanza notturna eragli addetta.~ ~ 63 6, 6 | Agno, che duce all'agne è addiventato,~ Dolce aura, che l'odor, 64 4, 32| ardore~ Saria forse amistade addivenuto,~ E che sovente chi il periglio 65 6, 27| Sedea del letto in atto addolorato,~ E nel cui cor tanta vergogna 66 6, 65| Dov'ora giace Eugenia addormentata~ Che nacque Eugenia! Con 67 4, 67| Al mio povero letto, e mi addormento.~ Dormii tutta la notte, 68 6, 89| chi il letto — dov'era addormita~ Cercando, si trova — con 69 4, 42| mandarmi un saluto;~ Pareva che addormitami giá infante~ Io giovin mi 70 6, 2 | aver sembrò paüra,~ Che addosso glien crollassero le mura.~ ~ 71 6, 13| tua vista, or il piacer si addua~ Di aver tronco per Dio 72 3, 46| fassi ogni giorno arduo adempire,~ Io la consegno a te, fa 73 4, 58| Come demente sopra i pié mi adersi~ Ed il balcone, ahi! non 74 1, 21| leva il capo, e lungamente adocchia~ Chiuso dentro la gabbia 75 5, 24| con Maddalena peccatrice~ Adoperò: «Qualunque tuo peccato~ 76 6, 18| fanciulla, e attorno a lei s'adopra.~ ~ 77 4, 33| gli posai~ In atto di chi adora, e l'adorai.~ ~ 78 4, 33| In atto di chi adora, e l'adorai.~ ~ 79 4, 73| lagrima sospesa,~ Sclama: — Adoriam di Dio l'alto consiglio!~ 80 1, 54| pinge i fiori e le stagioni adorna;~ E di astri il cielo ingemma, 81 6, 3 | quelle cose,~ Mentre le meno adulte a un mal frenato~ Ghigno 82 6, 63| acquisto?~ Sei tu, tu sposa adultera di Cristo?»~ ~ 83 1, 34| desio deluso~ Di possederli adulti, in gabbia appesa~ Al medesimo 84 6, 77| finestra aperta~ Al lustro adulto della nuova aurora,~ S'accosta 85 | Adunque 86 4, 44| canzona il dolce accento;~ Mi affaccio, o Madre, dal balcone, e 87 6, 79| via disparse;~ Attonito affacciossi il vergin stuolo~ Alla finestra, 88 6, 21| ora stravolto,~ E sì l'affanna, che trovare un loco~ Dove 89 1, 33| su una spina,~ E guatare affannando imprigionati~ In quel melo 90 4, 48| tanto il sovvenir me ne affatica,~ Che io stessa mi domando: 91 1, 49| un giorno lieti~ Dei nidi affaticarsi intorno all'opra,~ Dirsi 92 4, 31| gioco non sarete voi~ Amici, affè! l'avrete a far con noi.~ ~ 93 4, 19| Egli affermava. Ed ella: «Io mi rammento,~ 94 4, 60| distante;~ Col pensiero afferrarla, ed a me unita~ Tenerla 95 4, 78| Dio la vecchia ancella,~ E afferrata da un impeto di affetto~ 96 4, 78| ritrasse le mani, e lungo affisse~ Gli occhi alla terra, e 97 6, 10| del destino acerbo, che l'afflisse.~ — Forse il mertai? — sclamava, 98 6, 71| a lei la sua man sento~ Affogarmi la gola. Oh maledetto!~ 99 6, 50| Risponder s'ode un gemito affogato,~ Qual se il cor ch'avea 100 6, 81| fu lor delizia e cura,~ S'affretta ognuna, a tutte l'altre 101 4, 36| che se la rechi altri ad affronto,~ Dare un bacio e il mazzetto 102 1, 54| accende la Luna, egli l'aggiorna,~ Egli ti muove il piccol 103 6, 27| pel caso inopinato,~ Che aggirarsi finora fu veduta~ Tra le 104 6, 70| a Santa Chiara; il piè m'aggrava~ Un subito terror; dubbio, 105 3, 23| Onde intorno guernito ha l'agil fianco~ ~ 106 4, 2 | E mentre con le dita agili intesse~ Gentil opra, onde 107 2, 4 | parte~ Con l'ali quelle nubi agita il vento,~ E le mesce, o 108 1, 35| flebil piato,~ Le nude ali agitando, alla pastura,~ Mentre che 109 2, 32| ruscello,~ Vagheggiarsi, e agitar, stando allo specchio~ L' 110 2, 39| eguale~ Parean colombe, che agitasser l'ale.~ ~ 111 5, 10| esso è d'oro,~ Camminando, agitato l'orecchino,~ E nello specchio, 112 | agl' 113 6, 6 | crocefissi,~ Agno, che duce all'agne è addiventato,~ Dolce aura, 114 5, 34| a lungo, chè qual bianca agnella~ Che udito della madre abbia 115 6, 25| Come innocenti candidette agnelle,~ Se alcuna di esse fu dal 116 4, 48| che mi uccide, e spesso agogno~ Che fosse stato non realtà, 117 1, 1 | O agresti solitudini, o pinete,~ O 118 6, 16| sei piú dessa?~ Tu tremi ahimé! tu muti ahimè l'aspetto!~ 119 3, 10| invocar sempre la celeste aïta,~ Che del mondo lo faccia 120 2, 43| notte senza raggio,~ Un albergo: il nostro giorno,~ Il soggiorno — 121 4, 5 | solitaria io sono per natura.~ Albero poi, che dal tronco primiero~ 122 2, 39| Solevano cantare ai primi albori;~ Ai preghi mattutini le 123 | alcun 124 | alcune 125 | Alcuno 126 2, 17| e ogni astro bello~ Mi aleggia in viso la medesima ôra;~ 127 1, 41| torna la neve, e 'l vento algente?—~ — Sì; ma nuova beltà 128 6, 17| Passerà presto questo po' d'algore:~ Ah! non starti così con 129 6, 74| or tutt'odio, e d'odio m'alimento;~ Vorrei che terra e ciel 130 4, 47| notturna auretta,~ Che notturna alitava entro mie chiome;~ Volsimi 131 4, 38| all'arator mancando;~ L'alito a me così fuggì dal seno,~ 132 3, 38| Delle sue mamme il pargolo allattare;~ Mira la Vergin poi con 133 4, 58| mi parve inganno,~ Ogni allegrezza di quaggiù, dolore.~ Le 134 4, 27| obbliavo affatto~ Tra quell'allegro verginal drappello,~ Allorchè 135 4, 1 | fronda e fronda.~ Non l'alletta il mattin, non l'orto aprico,~ 136 | allo 137 4, 70| Come da me via via si allontanare~ Vedea tra i boschi il mio 138 6, 81| cintura,~ Chi del feretro alluma attorno attorno~ Candide 139 3, 41| Mira stupito, che l'allungata~ Manina una fanciulla al 140 3, 7 | genuflesso~ Poggiò sui marmi dell'altare il volto,~ E immoto restò 141 3, 31| che regge in vista ancora altera~ Per le prische vittorie 142 3, 1 | Delle suore e le preci alterne e meste,~ Le cure di quaggiù 143 1, 49| opra,~ Dirsi con sguardi alterni i lor secreti,~ Ed abbicarsi 144 4, 9 | ruscelletto,~ Che geme tra alti massi prigioniero;~ Masso 145 3, 13| quella chiesa,~ Ma la cupola altissima ed oscura~ Sopra sì deboli 146 | altrettanto 147 4, 29| incontro ambi stupire,~ Ambi alzare, e chinar gli occhi improvviso,~ 148 6, 59| da laggiú della badia s'alzava;~ Scendo le scale, ratta 149 1, 13| natali,~ sa da qual si alzò sorgente alpina,~ Come indi 150 4, 73| periglio;~ Ma di periglio amabil sì ch'ha vanto~ Trarmi dagli 151 3, 41| gli caccia,~ E sorridente, amabile, e sicura~ Di rai tremanti 152 6, 84| fa innanzi alla mente~ D'amabili sogni — una schiera ridente;~ ~ 153 2, 47| dall'empia sorte, e dir: ti amai,~ Ed ora non sarem disgiunti 154 6, 38| desio,~ La pace che si trova amando Dio;~ ~ 155 6, 11| spesse,~ Amare sì, che meno amara è l'onda,~ Nel cui sen velenosa 156 6, 61| cuoce,~ La quale contemplava amaramente~ Quel riso, in terra e in 157 3, 5 | panno candida una mano.~ Ma amaro poscia gli spuntò un sorriso~ 158 6, 18| Non così madre sull'amata testa~ Palpita di amatissima 159 6, 18| sull'amata testa~ Palpita di amatissima figliuola,~ Per cui la nuzial 160 6, 35| cupo, il folto~ Dell'orto amava e del convento; e astuta~ 161 4, 31| il gioco non sarete voi~ Amici, affè! l'avrete a far con 162 4, 32| nostro ardore~ Saria forse amistade addivenuto,~ E che sovente 163 6, 22| spogliar la piglia;~ Ma l'ammalata a sé Teresa appella,~ E 164 1, 2 | Sull'edera tortuosa, onde ammantate~ Sono le mura della casa 165 5, 10| Di essermi compiaciuta ed ammirata.~ ~ 166 3, 12| Le cose, che le avea ieri ammonite,~ E le mostri le vergini 167 4, 26| fretta~ Mi fur con baci e amplessi senza fine,~ Con liete grida 168 4, 53| censo~ Temendo che scemasse, andando io sposa,~ Tanto (e ne fremo 169 6, 79| peregrino~ Volo sopra Teresa andò a librarse,~ Indi spiccossi; 170 6, 67| scendo all'inferno, ell'andrà a Dio:~ Onde a che pró saprebbe 171 2, 11| bellezze, ingrata.~ « Ovunque andrai ti porteranno i venti~ « 172 6, 65| appena che fu nata,~ Ed anelando, e lagrimando al petto~ 173 4, 34| ginocchi~ E il faticoso anelito del seno,~ Mentre io rapita 174 2, 22| E ne cava un anello rilucente~ Che arcano nome 175 5, 16| starsi a lungo, chè in udir l'anelo~ Seno di lei, cui scuote 176 1, 56| Madre, e chi vide mai questi angeletti?~ — Chi mai li vide? mille 177 3, 12| vergini beate~ Che degli angeli furo innamorate.~ ~ 178 3, 24| che tu mi descrivi;~ Gli angioli io voglio, ma li voglio 179 6, 53| Libra la lingua rapida com'angue:~ ~ 180 6, 47| giacea,~ Che nel passaggio angusto, che si stende~ Tra il muro 181 5, 15| di Dio non altrimenti,~ Animi vili nella melma fitti~ 182 4, 28| La nuda e tonda gola gli annodava;~ Ad ora ad or per poco 183 6, 3 | Sopra le braccia tremule ed annose~ La mal viva Teresa alle 184 4, 46| cui siepe nutria sambuco annoso,~ Ritto così che fino a 185 6, 51| corpo, indi un frequente~ Ansare; e dopo, io non udia più 186 6, 37| vociando con lugubre metro~ Ansioso un corvo le correva dietro.~ ~ 187 1, 14| congiunse,~ I suoi dubbi le aperse e poi soggiunse:~ ~ 188 3, 33| chiuse;~ Poi dopo un tratto aperseli e rispose:~ —Qual terror 189 4, 58| balcone, ahi! non più caro, apersi~ ~ 190 1, 23| all'aer schietto~ All'aer aperto uscendo:—Andiam, le disse;~ 191 1, 25| carpirne il rezzo,~ Vi ronzan l'api, vi sussurran l'ôre,~ Mandan 192 1, 16| io ne fossi intesa,~ Ad appagarti non sarei restia;~ Ma a 193 5, 33| corona~ Di vecchie suore appar con la badessa;~ Pronte 194 3, 22| E la testina ricciutella appare;~ un secondo, un terzo 195 6, 4 | vergine a cagione~ Domato v'apparì l'aspe e 'l leone.~ ~ 196 1, 57| Delle stelle una sola era apparita;~ E su pel cielo il sol 197 6, 79| Volere, quivi una farfalla apparse:~ Pria girò per la stanza, 198 3, 28| aprio,~ Se me lo strugge, ed appassisce il verno,~ Ne gemo, ed Ei 199 1, 9 | vostra,~ Quì nata, e quì appassita al par di fiore,~ Che non 200 6, 22| Ma l'ammalata a sé Teresa appella,~ E tiensi stretta al sen 201 6, 31| percote,~ E che dei Luzzi appellasi, era nata~ Da casa non men 202 1, 8 | tromba dell'Arcangelo vi appelli,~ Concedetemi, o vergini, 203 1, 34| possederli adulti, in gabbia appesa~ Al medesimo melo il nido 204 4, 67| Recise chiome avea la sera appese.~ ~ 205 2, 46| il core,~ Che le spalle appoggiando agli origlieri~ Ragionava 206 2, 13| mento su le braccia, che appoggiate~ Avea sul davanzale e insiem 207 6, 20| cotto;~ Ma tosto che le vene apportatrici~ Più su si fanno dell'umor 208 1, 50| raccontano mai? La lor favella~ Apprenderò, se io fia piú grandicella?~ ~ 209 4, 45| credea presente,~ Che ei si apprese al balcone audacemente.~ ~ 210 4, 30| E appressandosi a me piacevolmente,~ Soggiungeva, 211 1, 45| come mi facesti?~ Di questo appunto meco ognor ragiono.~ — Ecco: 212 2, 6 | Trasformandone ognor, per lei serena~ Apra di nubi inaspettata scena.~ ~ 213 1, 43| sorpresa~ Certo doman farammi aprendo gli occhi;~ Ma viene la 214 3, 22| lentamente l'are,~ In color mille aprendosi, ravvolve,~ Che non si vider 215 6, 50| voce fossesi spezzato.~ Apresi l'uscio, e con le mani in 216 1, 24| per tutto valli ed antri aprìa,~ Antri muscosi sul cui 217 6, 3 | frenato~ Ghigno le labbra aprian maliziose,~ Quando la Madre, 218 4, 1 | alletta il mattin, non l'orto aprico,~ Né il canto dell'uccello, 219 4, 9 | palpiti sol col suo pensiero;~ Aprilo dunque a me, parla, e sia 220 3, 28| io posi e che per me si aprio,~ Se me lo strugge, ed appassisce 221 4, 11| Stetti sovente per aprirti il core~ Quando tutto scoppiare 222 1, 35| strale rapida e sicura:~ Apron la bocca i figli in flebil 223 3, 15| pietra ingegnosa;~ l'aquila vi manca, incoronata~ Il 224 3, 15| e i capitelli~ Meandri, arabeschi, e serie mostruosa~ Di fere 225 4, 38| baleno,~ Viene il respiro all'arator mancando;~ L'alito a me 226 4, 13| vario errore~ L'ombra degli arboscei vi si confonde~ All'immago 227 1, 51| pur la voce sua, l'han gli arboscelli~ E l'han le mobili onde, 228 1, 8 | seconda vita~ La tromba dell'Arcangelo vi appelli,~ Concedetemi, 229 1, 31| famigliuola,~ Che alza l'arcato dorso e le risponde,~ Come 230 3, 13| offesa~ Quella gotica, immane architettura,~ Che, nemica del bello, 231 1, 31| Fan che il solcato umore arda e sfaville~ ~ 232 4, 14| imbruna,~ Gentilmente gli ardea la gota bruna.~ ~ 233 4, 34| Intrecciate mi fean soave freno,~ Arder le vene e con frequenti 234 3, 41| e la vietata~ Ad umano ardimento eterna traccia~ Mira stupito, 235 1, 48| E di accostarsi ai figli ardir non hanno!~ ~ 236 4, 29| Ambi voler parlare, e non ardire.~ Ed in molle color cangiare 237 4, 68| quell'uom di quel legno~ L'ardisci? No: tu non frangerai~ Quel 238 1, 8 | Concedetemi, o vergini, che ardita~ Domandi la mia voce i vostri 239 4, 61| disperanza e per dolore;~ Mille arditi disegni ordisce, e stracca~ 240 2, 16| ferro del balcon gli estivi~ Ardor temprava del posato volto?~ 241 3, 46| Che piú fassi ogni giorno arduo adempire,~ Io la consegno 242 3, 22| di nubi, e lentamente l'are,~ In color mille aprendosi, 243 2, 39| Voce argentina di due monacelle,~ Che correndo 244 4, 16| minor sorella,~ Che essendo arguta, semplice e pudica~ Una 245 1, 16| L'arguto mento le stringea Teresa~ 246 1, 51| lor tutti gli augelli;~ L'arida foglia errante di aura al 247 4, 72| pietoso,~ Che di vigor mi armava oltre l'umano,~ Quando al 248 2, 16| Allora, o rosignuol, di tua armonia~ Era più dolce assai la 249 6, 46| A rifascio gittata, e mi arrestai~ Attonita; ma che? più innanzi 250 2, 19| istupefatta~ L'anima di Teresa si arrestava,~ Quando Eugenia levandosi 251 6, 70| subito terror; dubbio, m'arresto...~ Oh inferno! ancora era 252 4, 17| i suoi scontrai,~ Ambi arrossimmo, piú li chinai.~ ~ 253 1, 27| in fondo a quelle~ Acque arrossiscon di vedersi belle.~ ~ 254 4, 10| Tutta quanta tremante ed arrossita,~ Le mani a ritrasse, 255 3, 39| Sulla bocca, che al bacio si arrubina,~ Ella al piacer, che sente 256 1, 5 | augei, che un'infallibil arte,~ Un istinto profetico e 257 6, 1 | insidïoso in alto apre l'artiglio,~ Tacciono le minori alate 258 1, 55| riso,~ Delle lacrime nostre asciuga il fiume,~ E per amor di 259 6, 80| volti gli occhi al cielo~ Ne asciugano le lagrime col velo.~ ~ 260 2, 38| componendo a croce~ Immota ad ascoltar sta quella voce:~ ~ 261 5, 15| trovarsi or gode,~ E sente, in ascoltarle, una melode.~ ~ 262 6, 76| Della buona Teresa, che ascoltato~ Or lacrimando, ed or fremendo 263 2, 14| manda al labbro, sol tu ascolti, o amore:~ ~ 264 6, 11| cui sen velenosa erba si asconda.~ ~ 265 3, 33| mie voglie a te non tengo ascose,~ E se di udirmi avvien 266 1, 57| su pel cielo il sol che ascoso si era,~ Spargea tre raggi, 267 6, 64| vuoi, per pochi istanti asil mi dia~ Il tuo convento. 268 6, 4 | cagione~ Domato v'apparì l'aspe e 'l leone.~ ~ 269 2, 45| terreno dei desiri,~ Dove aspettasi lo sposo~ E il riposo 270 3, 32| Demonio sta sotto e 'l punto aspette;~ D'ingannar le bilance 271 5, 30| suora?~ Di farmi grande aspetterò, ma intanto~ Or mi si dia 272 6, 4 | avea smarrito.~ Fra gli aspidi, e i leoni illesa suole~ 273 5, 12| suore~ Avean dapprima mossa aspra contesa.~ — E con chi? forse 274 3, 28| io faccia del mio corpo aspro governo.~ Il fior che io 275 4, 69| Assalti di carezze simulate~ Preghi 276 1, 8 | voce i vostri avelli.~ Mi assideró sovra essi, ed avran vita~ 277 4, 43| mezzo a quella luce allor mi assido;~ E riguardo la Luna, e 278 5, 6 | sì ridenti rai?~ Perchè assieme con me fugge e cammina,~ 279 6, 35| non moto: ombrosa e muta~ Assisteva a la chiesa; il cupo, il 280 6, 35| amava e del convento; e astuta~ L'inchieste ad ingannar, 281 2, 21| Dell'innocente astuzia a fior di labro~ Ride Teresa 282 1, 32| ciascuna e una favella:~ Ogni atomo creato l'interessa,~ E tanto 283 6, 25| Come se da improvvise atre procelle~ D'un bellissimo 284 6, 61| cipresso, onde riceve~ Ombra l'atrio del tempio e la sua croce,~ 285 1, 26| Tristo onor della morte, atro cipresso~ Il salice, che 286 6, 32| la faccia~ Di suo padre atteggiavasi a minaccia.~ ~ 287 5, 33| grande istante palpitando attende.~ ~ 288 6, 13| qualunque amore?~ Ben altro ei s'attendea da questa sua~ Amante antica: 289 6, 66| quì, né altrove rivederla attendo;~ Da lei per tempo eterno 290 2, 10| e appresso,~ Eugenia, ti atterró quanto ho promesso~ ~ 291 4, 15| nostre case congiungea~ Di atti cortesi e di amistà lung' 292 6, 25| alcuna di esse fu dal lampo attinta,~ S'accalcan tutte e l'una 293 6, 61| in sulla neve~ Seduta in attitudine feroce,~ Feroce e stanca, 294 1, 11| odori, e in vario rito~ Attorcendone il crespo oro forbito.~ ~ 295 2, 14| infinita~ Notturna calma attrar dentro il suo petto,~ 296 5, 14| si posa allato~ Per tutto attrarne l'odoroso fiato;~ ~ 297 4, 45| ei si apprese al balcone audacemente.~ ~ 298 1, 13| Era così d'un augellin sull'ali~ Goccia sospesa 299 3, 43| mio —~ E dicendo così l'augusta donna~ Avvicinossi ad un' 300 3, 1 | Che fanno uccelli, e rivi, aure e foreste,~ Quando nascendo 301 3, 8 | superba~ La squama maculata in auro ride,~ E sibila di April 302 6, 30| orecchia~ Al dir solenne dell'austera vecchia.~ ~ 303 4, 38| Come allorché di autunno il ciel sereno~ Si apre 304 4, 60| immagine di lui mi stava avante;~ Io la vedevo or farsi 305 | avanti 306 1, 19| E lentamente e timida si avanza~ Ver lei, che a terra sopra 307 5, 15| solo trafficar delitti,~ Ed avari, oppressori, fraudolenti~ 308 | Avean 309 | aveano 310 1, 8 | Domandi la mia voce i vostri avelli.~ Mi assideró sovra essi, 311 | averlo 312 | avessi 313 4, 18| tempo stesso~ Giurato ci avevam di tor marito;~ Ma a toglierlo 314 1, 31| tremebonde,~ Afferra l'esca avidamente e vola~ E l'auree pinne 315 | avrai 316 | avran 317 | avrebbe 318 | avremo 319 | avrete 320 6, 34| Quell'anima acquistata avriano a Dio;~ Ma alquanto s'ingannava 321 6, 72| ch'otterró sotterra.~ Non avró forse, se all'inferno cado,~ 322 5, 8 | dimmi: E quando accolto avrollo in petto.~ È ver che sentiró 323 | avuta 324 | avuti 325 2, 9 | querela,~ Ch’ami il sole che avvampa: o pazzarella,~ Tu il consiglio 326 3, 19| Vien, vieni, e mira questa avventurosa,~ Che nel ricco splendor 327 1, 56| cose~ Ti mostreró di quelle avventurose.~ ~ 328 5, 31| dalla sua croce.~ Oggi come avverrà che il canto taccia~ Del 329 4, 52| bisbiglia;~ Veggio dei servi avversa anche la schiera;~ E che 330 6, 44| intelletto~ D'ogni buon'opra l'avversario antico~ Fatta cieca m'avea! 331 2, 5 | non cade, che le danno~ L'avverse nubi? E com'ella, non dove~ 332 | avverso 333 2, 14| tiene il collo stretto~ Non avverte Teresa, ed è rapita~ Dalla 334 3, 43| dicendo così l'augusta donna~ Avvicinossi ad un'alta colonna.~ ~ 335 4, 57| ingiusto obblio~ Col suo peso avvilì l'animo mio!~ ~ 336 4, 66| di schiava, é fortemente avvinta;~ Pure mio orgoglio nella 337 4, 40| quando mi accomiato, e già mi avvio~ Incontro ei mi cercò, col 338 6, 49| quanto seguia gli detti avvìso;~ Ond'ei ne venne all'uscio, 339 3, 14| irsuti,~ Sostengono tra loro avviticchiati,~ Come dal peso fossero 340 1, 37| cole,~ Di sua grazia gli avviva, e suoi li vuole~ ~ 341 1, 9 | muore,~ Ignoto all'erbe azzurre, e perse, e gialle,~ Ond' 342 1, 26| appresso~ Dalle candide bacche il pingue ulivo,~ Che all' 343 6, 14| stende~ Alla fanciulla, che a baciar la prende.~ ~ 344 4, 37| unire,~ Ed abracciarmi, e baciarmiforte~ Che di dolcezza 345 1, 29| ergon la testa~ Desiose di baciarne almen la vesta~ ~ 346 1, 24| Era il culto giardin della badìa~ Dove di beltà mille la 347 4, 19| istante.~ Di mia figliuola balbettavi a stento~ Il nome, e non 348 2, 16| Mentre io sul ferro del balcon gli estivi~ Ardor temprava 349 1, 15| Ti corra incontro e ti balzi sul petto,~ Che teco io 350 3, 11| ch'era a quel tempo assai bambina,~ La Badessa studiò torle 351 3, 39| Fortunata! Non vedi il bambinello,~ Che, volta a lei la tenera 352 1, 46| al prego mio,~ E quella bamboletta in te si muta.~ — Madre, 353 4, 76| questo convento, e io dato il bando~ Credea all'amore, e ad 354 4, 17| ponessi mente.~ Pure, benché bassassi gli occhi miei,~ Venir sentiami 355 3, 6 | Fecesi, e tenne le pupille basse.~ Poi l'ira e ‘l duol sparì: 356 2, 37| amor si oblia?~ il ti basta, che ancor ti presenti~ 357 6, 86| concava nube — formarsi un battello,~ E andare da un mondo — 358 2, 19| viso, ed ogni vena rotta~ Batter ti sento nella tempia cava —~ 359 4, 32| Madre, allor qual core~ Battesse in me! pensai che ogni rifiuto~ 360 4, 61| lui non palpitava;~ Che mi batteva e privo era di amore.~ Il 361 2, 34| febbre, son le mie pupille,~ Batton le vene sui lor globi ardenti,~ 362 6, 36| devote:~ Ma altre, quanto più battonsi, si fanno~ Tanto più tristi 363 3, 37| spine, e l'ortiche, e che or beata~ È nei divini talami chiamata.~ ~ 364 4, 79| detto~ Forse il Signor: beato al pargoletto? —~ ~ 365 1, 21| gabbia un canarino,~ Che or becca di panìco una pannocchia~ 366 2, 13| conserte,~ Teresa inchina, e bee le ricercate~ Del dolce 367 5, 34| udito della madre abbia il belato,~ Le corre incontro, attorno 368 6, 55| sventurata~ Qual credo che il piú bell'angel di Dio~ Mettesse quando 369 2, 11| Di amor deludi, e tue bellezze, ingrata.~ « Ovunque andrai 370 6, 25| improvvise atre procelle~ D'un bellissimo la luce é vinta,~ Nubi 371 6, 7 | Sordo all'invito di mortal beltade,~ Nel Padre, con cui voi 372 6, 47| Gittata a terra con le sacre bende~ Di nostra madre la statua 373 3, 37| fanciulla? a te somiglia,~ La benedetta, al piccolino mento,~ Alla 374 3, 29| E la Badessa a lei: Dio benedetto~ Volle soffrir, ricuseremo 375 4, 50| E Dio parea che ci benedicesse,~ E la luna cortese scomparia~ 376 1, 57| monti~ Delle due donne a benedir le fronti.~ ~ 377 1, 23| Congiungendo le man, la benedisse;~ Poi pigliandola seco, 378 3, 29| nui?~ Ah! non sempre un benefico Angioletto~ Ispira i miei 379 4, 51| Mutato e sparso il suo benevol riso~ Su di me, che giacevo 380 3, 36| contro il trono~ D'Iddio bestemmia. Ma non più di questo;~ 381 6, 51| udiva un parlar basso,~ Un bestemmiar confuso, una tempesta~ Di 382 1, 18| Occhio che di Maria la luce beve,~ E i veli così veri, che 383 5, 27| germoglie~ Su dagli omeri bianchi un'ala di oro?~ Entra, Angiol 384 6, 60| reduce baleno,~ Parea l'ago bianchissimo di cui~ Fosse scoglio il 385 3, 32| aspette;~ D'ingannar le bilance equilibrate,~ Ma cauto, 386 2, 4 | firmamento;~ Come di neve bioccoli, altre sparte~ Cadono sovra 387 3, 23| per côr le tronche trecce bionde~ Di lei, si piega sì che 388 1, 38| terreno,~ Luce non vide mai di biondo Aprile,~ E questo bosso, 389 4, 52| Sento che alle mie spalle si bisbiglia;~ Veggio dei servi avversa 390 1, 50| Io al loro bisbigliar, frenando in petto~ Il respiro, 391 6, 1 | sparisce, e fan maggior bisbiglio;~ Così il vergine stuolo 392 | Bisogna 393 1, 14| stringean negli omeri, o con blande~ Risposte incerte, e di 394 6, 62| vien meno la forza, e va boccone.~ Allora, e fu così pietoso 395 6, 9 | poi, proruppe in pianto~ E bocconi sul letto, e, nascondendo~ 396 4, 75| vaga è quell'alma allor che bolle~ Tutta di Dio, membrando 397 6, 41| valle non discosta~ Dal bosco che circonda la badia,~ 398 1, 38| biondo Aprile,~ E questo bosso, che dal crespo seno~ Alcuno 399 1, 39| Ma vedi poi questo botton di rosa,~ Che dagli spacchi 400 4, 64| primi anni rimembrando,~ Una brama di morte io mi sentia,~ 401 1, 45| bambola tu festi~ E udir bramavi di sua voce il suono,~ Una 402 1, 15| Dimmi tutto, o Teresa, se tu brami,~ Che ci riceva ognor lo 403 6, 46| esser tolta~ Al suo ufficiò bramó, gliel negai;~ Ma quando 404 4, 6 | Quando io di gioventù tutta brillava,~ E mi chiudeva in questi 405 2, 25| Ed un soave brivido Teresa~ Della fanciulla 406 4, 74| scagliasti,~ Né poter di bruciarti ebbe il suo ardore;~ Felice! 407 1, 25| olezzo~ E 'l sol, che sulle brune uve scintilla,~ Arde men 408 2, 4 | altre d'argento~ Orlano i bruni lembi, e qual si sfiocca,~ 409 3, 29| studia di tirarne ai regni bui,~ Mostro, cui di domare 410 6, 44| certo l'intelletto~ D'ogni buon'opra l'avversario antico~ 411 1, 55| auree piume~ Un Angel, che c'insegna il primo riso,~ Delle 412 4, 77| posso levarmelo di mente?~ Cacciala pure in fondo al rio: leggiera~ 413 6, 43| nascondesse~ Nessuna fiera ch'ei cacciar potesse?~ ~ 414 6, 42| mischia~ L'acuto suon di cacciator che fischia.~ ~ 415 4, 40| e sotto quello oltre mi caccio~ Ei lieve lieve sopra il 416 2, 29| fronda, che ignota e spunti e cada,~ Un fil d'erba, una goccia 417 3, 6 | gelo,~ Un sublime pensier cadde dal cielo.~ ~ 418 4, 38| dal seno,~ Così feci io, caddi per terra quando~ Il suo 419 4, 49| stille,~ Che ad entrambi cadean dalle pupille.~ ~ 420 3, 40| e all'ombra loro in giù cadente~ Latra il cane fedel dogliosamente.~ ~ 421 1, 4 | Dell'imposte, e dei tegoli cadenti.~ ~ 422 6, 51| indi un fracasso,~ Indi il cader d'un corpo, indi un frequente~ 423 4, 40| sopra il collo mio~ Lasciò caderlo, e men fe' dolce laccio,~ 424 6, 72| avró forse, se all'inferno cado,~ Requie nel fondo? Dove 425 6, 63| sei tu, dal cielo angiol caduto?~ Sei tu d'inferno velenoso 426 6, 47| patto~ Da lei sapere la cagion del fatto.~ ~ 427 4, 58| di quaggiù, dolore.~ Le cagioni obliai di ogni mio affanno;~ 428 6, 64| Il tuo convento. A me non cal morire,~ dov'o muora, 429 1, 29| l'aura corre~ E l'erbette calcate ergon la testa~ Desiose 430 6, 19| da stupido gel colti,~ Caldi panni le stende al fuoco 431 5, 10| mattutino~ D'aver messo in non cale il mio lavoro,~ Rotta una 432 1, 30| siepi il fior le fea,~ Il calice abbassando, un dolce invito~ 433 4, 62| breve è fatto di mia vita il calle.~ ~ 434 6, 24| piangea. Quando fu sera~ Calmò la smania, ed il febbrile 435 4, 2 | intesse~ Gentil opra, onde calzi il breve piede,~ Solleva 436 4, 28| poco il largo petto~ Sotto camicia bianca si mostrava:~ Libero 437 5, 6 | Perchè assieme con me fugge e cammina,~ E mi segue, e repente 438 5, 10| vanità, poi ch'esso è d'oro,~ Camminando, agitato l'orecchino,~ E 439 4, 14| Io camminava leggera, leggera~ In un' 440 6, 58| stagion, ch'aspre di gelo~ Le campagne avea fatto e grigio il cielo~ ~ 441 4, 62| mia persona,~ Quando dal campanil, come un messaggio~ Dell' 442 1, 21| Chiuso dentro la gabbia un canarino,~ Che or becca di panìco 443 6, 25| Come innocenti candidette agnelle,~ Se alcuna di esse 444 2, 6 | pensiero~ Le sorride sul volto candidetto~ Crede un angiol veder che 445 3, 40| in giù cadente~ Latra il cane fedel dogliosamente.~ ~ 446 4, 29| ardire.~ Ed in molle color cangiare il viso:~ Ci vider le sorelle 447 6, 57| piangeano attorno i fidi cani~ Or fiutandogli il viso, 448 1, 30| imbrunito~ Dall'ombra d'alte canne, ampio vivaio~ Stuol di 449 2, 10| done.~ E l'altra rispondea:—Cantiamo, e appresso,~ Eugenia, ti 450 2, 38| ciglio lacrimoso;~ Ma un cantico la fere, e fa che muova~ 451 4, 80| Eugenia ad ogni suora più canuta,~ Chi fu la madre sua, e 452 4, 69| Stancando il ciel di lugubri canzoni.~ ~ 453 3, 15| Ornano le cornici e i capitelli~ Meandri, arabeschi, e serie 454 3, 22| Dietro le nubi, che fan capolino.~ ~ 455 3, 14| opposti lati~ Discorre di cappelle ad archi acuti,~ Dei quali 456 1, 24| mille la natura,~ Vergine capricciosa, un misto offría;~ Che il 457 2, 1 | Monastero, e lene lene~ Carche di viole e d'immagini belle~ 458 1, 35| condursi ad altro lato,~ Alla cardella tolta ogni paura,~ Questa, 459 4, 6 | I tenui rami, e i pochi cardi irsuti,~ Quando io di gioventù 460 3, 45| dopo un tratto alzossi e, carezzando~ La fanciulla, le chiede:— 461 2, 25| Teresa~ Della fanciulla al carezzar si sente,~ La qual dal sonno 462 4, 69| Assalti di carezze simulate~ Preghi e minacce 463 3, 8 | il conquide~ E con magico carme il disacerba,~ Pon giú l' 464 1, 8 | avran vita~ Dentro i miei carmi i vostri nomi belli;~ Io 465 1, 25| suore~ Il bel costume di carpirne il rezzo,~ Vi ronzan l'api, 466 6, 62| Sulle nevi strisciandosi carpone,~ D'accostarmisi prova; 467 6, 56| Ripreso avrebbe il Sol la sua carriera?~ Eppure la riprese, eppur 468 4, 23| quella messa! alle devote carte~ Ben io figgea, per non 469 4, 75| Per pïova notturna in lui cascata,~ Si drizza al nuovo sole, 470 5, 16| con gentil paura~ Della casta alma sua solleva il velo;~ 471 3, 32| bilance equilibrate,~ Ma cauto, chè del ferro ancora tinto,~ 472 1, 20| il ragno impuro~ Entro le cave delle luci spente;~ Cosí 473 | ce 474 4, 2 | qual riccio mai fendesi e cede,~ Rotto dal frutto che di 475 4, 50| una nube come se volesse~ Celare la pudica gioia mia;~ Mentre 476 5, 20| seguace, che secreta~ Cade a celargli la difficil meta.~ ~ 477 3, 9 | Che partendo lasciò forse celato~ Un memore pensiero in qualche 478 4, 22| sedia dietro alla spalliera~ Celavo, tra la folla ecco il ravviso.~ 479 5, 35| all'abside in fondo una celletta~ Per la stanza notturna 480 2, 1 | Togliendosi alle parche e fredde cene,~ Ritratte e chiuse nelle 481 5, 22| con insani~ Impuri voti il cener suo profani?~ ~ 482 6, 71| S'allora un guardo, un cenno, un movimento~ In quella 483 4, 53| suo unico figlio il ricco censo~ Temendo che scemasse, andando 484 3, 44| marmo, e in marmo espresso~ Cerbio ne uscia, che un'urna ove, 485 6, 38| Inorridita, quando si giorno,~ Cercandola, nell'orto la trovai,~ Dove 486 6, 35| l'irava molto~ Di esser cercata, seguìta, o veduta,~ Solendo 487 4, 60| me unita~ Tenerla invan cercava ad ogni istante,~ E riaccendere 488 2, 37| pietà, cessa, va via:~ Che cerchi in questo luogo penitente,~ 489 6, 86| placidi giri~ Pel cielo, e sul cerchio — danzare dell'Iri,~ Di 490 4, 20| abbasso,~ E il varco per uscir cerco piú corto;~ Ne riser tutti, 491 4, 40| mi avvio~ Incontro ei mi cercò, col teso braccio~ Traversandomi 492 6, 49| rancor leggeansi in viso.~ Cercommi di sua figlia; e io a lei 493 6, 81| attorno attorno~ Candide cere a fare più bello il giorno.~ ~ 494 | certamente 495 6, 24| suore,~ Le pregò di star chete, e poi lo stanco~ Corpo 496 2, 39| sorelle~ Risvegliando, e chiamando ai sacri cori~ E del passo, 497 4, 47| fretta,~ Che si dolce mi udia chiamar per nome,~ E le mani gli 498 4, 33| rimembranza;~ Ma quando odo chiamarmi, a lui la testa~ Posar 499 5, 35| fanciulla così, com'ebbe udito~ Chiamarsi a nome, alla badessa accorre,~ 500 3, 37| beata~ È nei divini talami chiamata.~ ~ 501 4, 46| Quando una voce udii, che mi chiamava.~ ~ 502 5, 25| fanciulla non rinvenne,~ E invan chiamolla replicatamente,~ Ché colei


2-chiam | chiar-fatto | favel-leone | leoni-piovv | piuma-seder | sedev-uscir | uscit-zelo

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