2-chiam | chiar-fatto | favel-leone | leoni-piovv | piuma-seder | sedev-uscir | uscit-zelo
Canto, Ottava
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6 3, 9 | Di lui cosí turbato ed abattuto~ Di animo gran tempesta
7 2, 35| Teresa pose~ Il capo in abbandon sull'origliero;~ Ma ingannevol
8 4, 24| sente~ La luce a poco a poco abbandonarlo~ E sé restare alfin solo
9 4, 56| tuttor negletta,~ Mi vidi abbandonata, e che nessuno~ Al mio lavor
10 4, 57| Con la mente e col corpo abbandonato!~ Udiva in altre stanze
11 4, 20| a quel crocchio; il viso abbasso,~ E il varco per uscir cerco
12 3, 14| Come dal peso fossero abbattuti,~ I sottili pilastri, che
13 4, 68| col violento riso,~ Onde abbellir solea l'acerbo ingegno:~ «
14 4, 3 | Ed i frutti caduti abbica e coglie,~ Quando con più
15 1, 49| alterni i lor secreti,~ Ed abbicarsi l'uno all'altro sopra,~
16 6, 27| nel cui cor tanta vergogna abbonda~ Del mattino pel caso inopinato,~
17 2, 24| La dolente Teresa, orsù m'abbraccia;~ Su la mia bocca la tua
18 2, 24| Deh! abbracciami, diceva, Eugenia mia,~ La
19 6, 6 | In angelo lo spirto degli abissi,~ In agno il lupo, il turbo
20 6, 74| L'odio rallegra al par l'abisso cieco,~ Com'or felicità
21 4, 48| improvvisi con la luce amica,~ Abitar credevamo altro emisfero.~
22 1, 2 | Un tempo dalle Vergini abitate,~ Che vi lasciâr partendo
23 5, 29| bene ch'io con questi vani~ Abiti Iddio riceva in quel momento?~
24 4, 37| alle mie labbra unire,~ Ed abracciarmi, e baciarmi sì forte~ Che
25 5, 35| può raccorre~ Che ivi all'abside in fondo una celletta~ Per
26 6, 32| malgrado obbedii perchè un abuso~ Quella sùbita fretta a
27 4, 36| Quando fu ciascun dito, ecco accadere,~ Dolce fortuna per me insieme
28 6, 25| fu dal lampo attinta,~ S'accalcan tutte e l'una l'altra impelle,~
29 6, 21| lei l'interno fuoco,~ Le accelera il respir, le rende il volto~
30 1, 54| e lo inzaffira,~ Ei vi accende la Luna, egli l'aggiorna,~
31 1, 36| all'augelletto~ Insegni e accendi tanto amore in lei;~ E tu
32 1, 56| tramonta? Ora i miei detti~ Ti accendin sì, che tu somigli a quelle.~
33 4, 33| Accetto dunque il gioco, ed or men
34 4, 24| poter serbarlo.~ Come chi accieca in sul principio sente~
35 5, 27| Guarda, gridó, quale stamane accoglie~ Eugenia nostra in sè nuovo
36 4, 40| Ma quando mi accomiato, e già mi avvio~ Incontro
37 6, 52| lice»;~ E parlando così, s'accommïata;~ Scendo con lui, gli apro
38 2, 11| rammenti,~ Ma voglio sottovoce accompagnata:~ « Così mi lasci, e tanti
39 2, 2 | E con l'occhio la luna accompagnava~ Ad ogni passo della nube
40 2, 44| dunque il canto nostro;~ L'accompagni il pentimento,~ E l'accento —
41 4, 36| conto~ E a cui fa tocco accordasi potere~ Senza che se la
42 1, 6 | più vi ritrovó colei~ Che accordava il suo canto a quel di lei.~ ~
43 3, 30| suoi scorni tostochè si accorge~ I lerci denti per doler
44 6, 59| Scendo le scale, ratta accorro fuori,~ E pensa or tu quello
45 6, 28| un'util scola;~ Però sì accorta, e con voce sommessa:~ —
46 4, 20| vesti lo tocco, onde egli accorto~ Ver me piegossi piano piano
47 6, 62| strisciandosi carpone,~ D'accostarmisi prova; ma ad un tratto~
48 1, 52| forte,~ Lieti finchè non si accostaro al pomo.~ Ma lo toccâro,
49 1, 48| sogguardar ci stanno.~ E di accostarsi ai figli ardir non hanno!~ ~
50 4, 40| termin del gioco~ Che l'esca accrebbe all'esca, e il foco al foco.~ ~
51 6, 11| pene e premio stesse;~ Onde accusando ognor la Provvidenza~ Fuor
52 2, 24| parta anch'esso in due~ Acerbe pome, come son le tue?—~ ~
53 1, 27| inispecchiarsi in fondo a quelle~ Acque arrossiscon di vedersi belle.~ ~
54 6, 34| materno amore~ Quell'anima acquistata avriano a Dio;~ Ma alquanto
55 6, 63| Sei tu d'inferno velenoso acquisto?~ Sei tu, tu sposa adultera
56 6, 20| radici~ Abbia il rivo veleno acre condotto,~ Verdi le cime
57 2, 8 | Forse qual suole,~ Il capo acutamente ora ti duole?~ ~
58 1, 34| vista e intesa~ Mettean sì acute strida oltre il lor uso,~
59 3, 14| Discorre di cappelle ad archi acuti,~ Dei quali or vari nani
60 6, 42| selva, a cui si mischia~ L'acuto suon di cacciator che fischia.~ ~
61 6, 24| e poi lo stanco~ Corpo adagiò sopra il sinistro fianco.~ ~
62 5, 35| la stanza notturna eragli addetta.~ ~
63 6, 6 | Agno, che duce all'agne è addiventato,~ Dolce aura, che l'odor,
64 4, 32| ardore~ Saria forse amistade addivenuto,~ E che sovente chi il periglio
65 6, 27| Sedea del letto in atto addolorato,~ E nel cui cor tanta vergogna
66 6, 65| Dov'ora giace Eugenia addormentata~ Che nacque Eugenia! Con
67 4, 67| Al mio povero letto, e mi addormento.~ Dormii tutta la notte,
68 6, 89| chi il letto — dov'era addormita~ Cercando, si trova — con
69 4, 42| mandarmi un saluto;~ Pareva che addormitami giá infante~ Io giovin mi
70 6, 2 | aver sembrò paüra,~ Che addosso glien crollassero le mura.~ ~
71 6, 13| tua vista, or il piacer si addua~ Di aver tronco per Dio
72 3, 46| fassi ogni giorno arduo adempire,~ Io la consegno a te, fa
73 4, 58| Come demente sopra i pié mi adersi~ Ed il balcone, ahi! non
74 1, 21| leva il capo, e lungamente adocchia~ Chiuso dentro la gabbia
75 5, 24| con Maddalena peccatrice~ Adoperò: «Qualunque tuo peccato~
76 6, 18| fanciulla, e attorno a lei s'adopra.~ ~
77 4, 33| gli posai~ In atto di chi adora, e l'adorai.~ ~
78 4, 33| In atto di chi adora, e l'adorai.~ ~
79 4, 73| lagrima sospesa,~ Sclama: — Adoriam di Dio l'alto consiglio!~
80 1, 54| pinge i fiori e le stagioni adorna;~ E di astri il cielo ingemma,
81 6, 3 | quelle cose,~ Mentre le meno adulte a un mal frenato~ Ghigno
82 6, 63| acquisto?~ Sei tu, tu sposa adultera di Cristo?»~ ~
83 1, 34| desio deluso~ Di possederli adulti, in gabbia appesa~ Al medesimo
84 6, 77| finestra aperta~ Al lustro adulto della nuova aurora,~ S'accosta
85 | Adunque
86 4, 44| canzona il dolce accento;~ Mi affaccio, o Madre, dal balcone, e
87 6, 79| via disparse;~ Attonito affacciossi il vergin stuolo~ Alla finestra,
88 6, 21| ora stravolto,~ E sì l'affanna, che trovare un loco~ Dove
89 1, 33| su una spina,~ E guatare affannando imprigionati~ In quel melo
90 4, 48| tanto il sovvenir me ne affatica,~ Che io stessa mi domando:
91 1, 49| un giorno lieti~ Dei nidi affaticarsi intorno all'opra,~ Dirsi
92 4, 31| gioco non sarete voi~ Amici, affè! l'avrete a far con noi.~ ~
93 4, 19| Egli affermava. Ed ella: «Io mi rammento,~
94 4, 60| distante;~ Col pensiero afferrarla, ed a me unita~ Tenerla
95 4, 78| Dio la vecchia ancella,~ E afferrata da un impeto di affetto~
96 4, 78| ritrasse le mani, e lungo affisse~ Gli occhi alla terra, e
97 6, 10| del destino acerbo, che l'afflisse.~ — Forse il mertai? — sclamava,
98 6, 71| a lei la sua man sento~ Affogarmi la gola. Oh maledetto!~
99 6, 50| Risponder s'ode un gemito affogato,~ Qual se il cor ch'avea
100 6, 81| fu lor delizia e cura,~ S'affretta ognuna, a tutte l'altre
101 4, 36| che se la rechi altri ad affronto,~ Dare un bacio e il mazzetto
102 1, 54| accende la Luna, egli l'aggiorna,~ Egli ti muove il piccol
103 6, 27| pel caso inopinato,~ Che aggirarsi finora fu veduta~ Tra le
104 6, 70| a Santa Chiara; il piè m'aggrava~ Un subito terror; dubbio,
105 3, 23| Onde intorno guernito ha l'agil fianco~ ~
106 4, 2 | E mentre con le dita agili intesse~ Gentil opra, onde
107 2, 4 | parte~ Con l'ali quelle nubi agita il vento,~ E le mesce, o
108 1, 35| flebil piato,~ Le nude ali agitando, alla pastura,~ Mentre che
109 2, 32| ruscello,~ Vagheggiarsi, e agitar, stando allo specchio~ L'
110 2, 39| eguale~ Parean colombe, che agitasser l'ale.~ ~
111 5, 10| esso è d'oro,~ Camminando, agitato l'orecchino,~ E nello specchio,
112 | agl'
113 6, 6 | crocefissi,~ Agno, che duce all'agne è addiventato,~ Dolce aura,
114 5, 34| a lungo, chè qual bianca agnella~ Che udito della madre abbia
115 6, 25| Come innocenti candidette agnelle,~ Se alcuna di esse fu dal
116 4, 48| che mi uccide, e spesso agogno~ Che fosse stato non realtà,
117 1, 1 | O agresti solitudini, o pinete,~ O
118 6, 16| sei piú dessa?~ Tu tremi ahimé! tu muti ahimè l'aspetto!~
119 3, 10| invocar sempre la celeste aïta,~ Che del mondo lo faccia
120 2, 43| notte senza raggio,~ Un albergo: il nostro giorno,~ Il soggiorno —
121 4, 5 | solitaria io sono per natura.~ Albero poi, che dal tronco primiero~
122 2, 39| Solevano cantare ai primi albori;~ Ai preghi mattutini le
123 | alcun
124 | alcune
125 | Alcuno
126 2, 17| e ogni astro bello~ Mi aleggia in viso la medesima ôra;~
127 1, 41| torna la neve, e 'l vento algente?—~ — Sì; ma nuova beltà
128 6, 17| Passerà presto questo po' d'algore:~ Ah! non starti così con
129 6, 74| or tutt'odio, e d'odio m'alimento;~ Vorrei che terra e ciel
130 4, 47| notturna auretta,~ Che notturna alitava entro mie chiome;~ Volsimi
131 4, 38| all'arator mancando;~ L'alito a me così fuggì dal seno,~
132 3, 38| Delle sue mamme il pargolo allattare;~ Mira la Vergin poi con
133 4, 58| mi parve inganno,~ Ogni allegrezza di quaggiù, dolore.~ Le
134 4, 27| obbliavo affatto~ Tra quell'allegro verginal drappello,~ Allorchè
135 4, 1 | fronda e fronda.~ Non l'alletta il mattin, non l'orto aprico,~
136 | allo
137 4, 70| Come da me via via si allontanare~ Vedea tra i boschi il mio
138 6, 81| cintura,~ Chi del feretro alluma attorno attorno~ Candide
139 3, 41| Mira stupito, vé che l'allungata~ Manina una fanciulla al
140 3, 7 | genuflesso~ Poggiò sui marmi dell'altare il volto,~ E sí immoto restò
141 3, 31| che regge in vista ancora altera~ Per le prische vittorie
142 3, 1 | Delle suore e le preci alterne e meste,~ Le cure di quaggiù
143 1, 49| opra,~ Dirsi con sguardi alterni i lor secreti,~ Ed abbicarsi
144 4, 9 | ruscelletto,~ Che geme tra alti massi prigioniero;~ Masso
145 3, 13| quella chiesa,~ Ma la cupola altissima ed oscura~ Sopra sì deboli
146 | altrettanto
147 4, 29| incontro ambi stupire,~ Ambi alzare, e chinar gli occhi improvviso,~
148 6, 59| da laggiú della badia s'alzava;~ Scendo le scale, ratta
149 1, 13| natali,~ Nè sa da qual si alzò sorgente alpina,~ Come indi
150 4, 73| periglio;~ Ma di periglio amabil sì ch'ha vanto~ Trarmi dagli
151 3, 41| gli caccia,~ E sorridente, amabile, e sicura~ Di rai tremanti
152 6, 84| fa innanzi alla mente~ D'amabili sogni — una schiera ridente;~ ~
153 2, 47| dall'empia sorte, e dir: ti amai,~ Ed ora non sarem disgiunti
154 6, 38| desio,~ La pace che si trova amando Dio;~ ~
155 6, 11| spesse,~ Amare sì, che meno amara è l'onda,~ Nel cui sen velenosa
156 6, 61| cuoce,~ La quale contemplava amaramente~ Quel riso, in terra e in
157 3, 5 | panno candida una mano.~ Ma amaro poscia gli spuntò un sorriso~
158 6, 18| Non così madre sull'amata testa~ Palpita di amatissima
159 6, 18| sull'amata testa~ Palpita di amatissima figliuola,~ Per cui la nuzial
160 6, 35| cupo, il folto~ Dell'orto amava e del convento; e astuta~
161 4, 31| il gioco non sarete voi~ Amici, affè! l'avrete a far con
162 4, 32| nostro ardore~ Saria forse amistade addivenuto,~ E che sovente
163 6, 22| spogliar la piglia;~ Ma l'ammalata a sé Teresa appella,~ E
164 1, 2 | Sull'edera tortuosa, onde ammantate~ Sono le mura della casa
165 5, 10| Di essermi compiaciuta ed ammirata.~ ~
166 3, 12| Le cose, che le avea ieri ammonite,~ E le mostri le vergini
167 4, 26| fretta~ Mi fur con baci e amplessi senza fine,~ Con liete grida
168 4, 53| censo~ Temendo che scemasse, andando io sposa,~ Tanto (e ne fremo
169 6, 79| peregrino~ Volo sopra Teresa andò a librarse,~ Indi spiccossi;
170 6, 67| scendo all'inferno, ell'andrà a Dio:~ Onde a che pró saprebbe
171 2, 11| bellezze, ingrata.~ « Ovunque andrai ti porteranno i venti~ «
172 6, 65| appena che fu nata,~ Ed anelando, e lagrimando al petto~
173 4, 34| ginocchi~ E il faticoso anelito del seno,~ Mentre io rapita
174 2, 22| E ne cava un anello rilucente~ Che arcano nome
175 5, 16| starsi a lungo, chè in udir l'anelo~ Seno di lei, cui scuote
176 1, 56| Madre, e chi vide mai questi angeletti?~ — Chi mai li vide? mille
177 3, 12| vergini beate~ Che degli angeli furo innamorate.~ ~
178 3, 24| che tu mi descrivi;~ Gli angioli io voglio, ma li voglio
179 6, 53| Libra la lingua rapida com'angue:~ ~
180 6, 47| giacea,~ Che nel passaggio angusto, che si stende~ Tra il muro
181 5, 15| di Dio non altrimenti,~ Animi vili nella melma fitti~
182 4, 28| La nuda e tonda gola gli annodava;~ Ad ora ad or per poco
183 6, 3 | Sopra le braccia tremule ed annose~ La mal viva Teresa alle
184 4, 46| cui siepe nutria sambuco annoso,~ Ritto così che fino a
185 6, 51| corpo, indi un frequente~ Ansare; e dopo, io non udia più
186 6, 37| vociando con lugubre metro~ Ansioso un corvo le correva dietro.~ ~
187 1, 14| congiunse,~ I suoi dubbi le aperse e poi soggiunse:~ ~
188 3, 33| chiuse;~ Poi dopo un tratto aperseli e rispose:~ —Qual terror
189 4, 58| balcone, ahi! non più caro, apersi~ ~
190 1, 23| all'aer schietto~ All'aer aperto uscendo:—Andiam, le disse;~
191 1, 25| carpirne il rezzo,~ Vi ronzan l'api, vi sussurran l'ôre,~ Mandan
192 1, 16| io ne fossi intesa,~ Ad appagarti non sarei restia;~ Ma a
193 5, 33| corona~ Di vecchie suore appar con la badessa;~ Pronte
194 3, 22| E la testina ricciutella appare;~ Là un secondo, là un terzo
195 6, 4 | vergine a cagione~ Domato v'apparì l'aspe e 'l leone.~ ~
196 1, 57| Delle stelle una sola era apparita;~ E su pel cielo il sol
197 6, 79| Volere, quivi una farfalla apparse:~ Pria girò per la stanza,
198 3, 28| aprio,~ Se me lo strugge, ed appassisce il verno,~ Ne gemo, ed Ei
199 1, 9 | vostra,~ Quì nata, e quì appassita al par di fiore,~ Che non
200 6, 22| Ma l'ammalata a sé Teresa appella,~ E tiensi stretta al sen
201 6, 31| percote,~ E che dei Luzzi appellasi, era nata~ Da casa non men
202 1, 8 | tromba dell'Arcangelo vi appelli,~ Concedetemi, o vergini,
203 1, 34| possederli adulti, in gabbia appesa~ Al medesimo melo il nido
204 4, 67| Recise chiome avea la sera appese.~ ~
205 2, 46| il core,~ Che le spalle appoggiando agli origlieri~ Ragionava
206 2, 13| mento su le braccia, che appoggiate~ Avea sul davanzale e insiem
207 6, 20| cotto;~ Ma tosto che le vene apportatrici~ Più su si fanno dell'umor
208 1, 50| raccontano mai? La lor favella~ Apprenderò, se io fia piú grandicella?~ ~
209 4, 45| credea presente,~ Che ei si apprese al balcone audacemente.~ ~
210 4, 30| E appressandosi a me piacevolmente,~ Soggiungeva,
211 1, 45| come mi facesti?~ Di questo appunto meco ognor ragiono.~ — Ecco:
212 2, 6 | Trasformandone ognor, per lei serena~ Apra di nubi inaspettata scena.~ ~
213 1, 43| sorpresa~ Certo doman farammi aprendo gli occhi;~ Ma viene la
214 3, 22| lentamente l'are,~ In color mille aprendosi, ravvolve,~ Che non si vider
215 6, 50| voce fossesi spezzato.~ Apresi l'uscio, e con le mani in
216 1, 24| per tutto valli ed antri aprìa,~ Antri muscosi sul cui
217 6, 3 | frenato~ Ghigno le labbra aprian maliziose,~ Quando la Madre,
218 4, 1 | alletta il mattin, non l'orto aprico,~ Né il canto dell'uccello,
219 4, 9 | palpiti sol col suo pensiero;~ Aprilo dunque a me, parla, e sia
220 3, 28| io posi e che per me si aprio,~ Se me lo strugge, ed appassisce
221 4, 11| Stetti sovente per aprirti il core~ Quando tutto scoppiare
222 1, 35| strale rapida e sicura:~ Apron la bocca i figli in flebil
223 3, 15| pietra ingegnosa;~ Nè l'aquila vi manca, incoronata~ Il
224 3, 15| e i capitelli~ Meandri, arabeschi, e serie mostruosa~ Di fere
225 4, 38| baleno,~ Viene il respiro all'arator mancando;~ L'alito a me
226 4, 13| vario errore~ L'ombra degli arboscei vi si confonde~ All'immago
227 1, 51| pur la voce sua, l'han gli arboscelli~ E l'han le mobili onde,
228 1, 8 | seconda vita~ La tromba dell'Arcangelo vi appelli,~ Concedetemi,
229 1, 31| famigliuola,~ Che alza l'arcato dorso e le risponde,~ Come
230 3, 13| offesa~ Quella gotica, immane architettura,~ Che, nemica del bello,
231 1, 31| Fan che il solcato umore arda e sfaville~ ~
232 4, 14| imbruna,~ Gentilmente gli ardea la gota bruna.~ ~
233 4, 34| Intrecciate mi fean soave freno,~ Arder le vene e con frequenti
234 3, 41| e la vietata~ Ad umano ardimento eterna traccia~ Mira stupito,
235 1, 48| E di accostarsi ai figli ardir non hanno!~ ~
236 4, 29| Ambi voler parlare, e non ardire.~ Ed in molle color cangiare
237 4, 68| quell'uom là di quel legno~ L'ardisci? No: tu non frangerai~ Quel
238 1, 8 | Concedetemi, o vergini, che ardita~ Domandi la mia voce i vostri
239 4, 61| disperanza e per dolore;~ Mille arditi disegni ordisce, e stracca~
240 2, 16| ferro del balcon gli estivi~ Ardor temprava del posato volto?~
241 3, 46| Che piú fassi ogni giorno arduo adempire,~ Io la consegno
242 3, 22| di nubi, e lentamente l'are,~ In color mille aprendosi,
243 2, 39| Voce argentina di due monacelle,~ Che correndo
244 4, 16| minor sorella,~ Che essendo arguta, semplice e pudica~ Una
245 1, 16| L'arguto mento le stringea Teresa~
246 1, 51| lor tutti gli augelli;~ L'arida foglia errante di aura al
247 4, 72| pietoso,~ Che di vigor mi armava oltre l'umano,~ Quando al
248 2, 16| Allora, o rosignuol, di tua armonia~ Era più dolce assai la
249 6, 46| A rifascio gittata, e mi arrestai~ Attonita; ma che? più innanzi
250 2, 19| istupefatta~ L'anima di Teresa si arrestava,~ Quando Eugenia levandosi
251 6, 70| subito terror; dubbio, m'arresto...~ Oh inferno! ancora era
252 4, 17| i suoi scontrai,~ Ambi arrossimmo, nè piú li chinai.~ ~
253 1, 27| in fondo a quelle~ Acque arrossiscon di vedersi belle.~ ~
254 4, 10| Tutta quanta tremante ed arrossita,~ Le mani a sè ritrasse,
255 3, 39| Sulla bocca, che al bacio si arrubina,~ Ella al piacer, che sente
256 1, 5 | augei, che un'infallibil arte,~ Un istinto profetico e
257 6, 1 | insidïoso in alto apre l'artiglio,~ Tacciono le minori alate
258 1, 55| riso,~ Delle lacrime nostre asciuga il fiume,~ E per amor di
259 6, 80| volti gli occhi al cielo~ Ne asciugano le lagrime col velo.~ ~
260 2, 38| componendo a croce~ Immota ad ascoltar sta quella voce:~ ~
261 5, 15| trovarsi or gode,~ E sente, in ascoltarle, una melode.~ ~
262 6, 76| Della buona Teresa, che ascoltato~ Or lacrimando, ed or fremendo
263 2, 14| manda al labbro, sol tu ascolti, o amore:~ ~
264 6, 11| cui sen velenosa erba si asconda.~ ~
265 3, 33| mie voglie a te non tengo ascose,~ E se di udirmi avvien
266 1, 57| su pel cielo il sol che ascoso si era,~ Spargea tre raggi,
267 6, 64| vuoi, per pochi istanti asil mi dia~ Il tuo convento.
268 6, 4 | cagione~ Domato v'apparì l'aspe e 'l leone.~ ~
269 2, 45| terreno dei desiri,~ Dove aspettasi lo sposo~ E il riposo —
270 3, 32| Demonio sta sotto e 'l punto aspette;~ D'ingannar le bilance
271 5, 30| suora?~ Di farmi grande aspetterò, ma intanto~ Or mi si dia
272 6, 4 | avea smarrito.~ Fra gli aspidi, e i leoni illesa suole~
273 5, 12| suore~ Avean dapprima mossa aspra contesa.~ — E con chi? forse
274 3, 28| io faccia del mio corpo aspro governo.~ Il fior che io
275 4, 69| Assalti di carezze simulate~ Preghi
276 1, 8 | voce i vostri avelli.~ Mi assideró sovra essi, ed avran vita~
277 4, 43| mezzo a quella luce allor mi assido;~ E riguardo la Luna, e
278 5, 6 | sì ridenti rai?~ Perchè assieme con me fugge e cammina,~
279 6, 35| non moto: ombrosa e muta~ Assisteva a la chiesa; il cupo, il
280 6, 35| amava e del convento; e astuta~ L'inchieste ad ingannar,
281 2, 21| Dell'innocente astuzia a fior di labro~ Ride Teresa
282 1, 32| ciascuna e una favella:~ Ogni atomo creato l'interessa,~ E tanto
283 6, 25| Come se da improvvise atre procelle~ D'un bellissimo
284 6, 61| cipresso, onde riceve~ Ombra l'atrio del tempio e la sua croce,~
285 1, 26| Tristo onor della morte, atro cipresso~ Il salice, che
286 6, 32| la faccia~ Di suo padre atteggiavasi a minaccia.~ ~
287 5, 33| grande istante palpitando attende.~ ~
288 6, 13| qualunque amore?~ Ben altro ei s'attendea da questa sua~ Amante antica:
289 6, 66| quì, né altrove rivederla attendo;~ Da lei per tempo eterno
290 2, 10| e appresso,~ Eugenia, ti atterró quanto ho promesso~ ~
291 4, 15| nostre case congiungea~ Di atti cortesi e di amistà lung'
292 6, 25| alcuna di esse fu dal lampo attinta,~ S'accalcan tutte e l'una
293 6, 61| in sulla neve~ Seduta in attitudine feroce,~ Feroce e stanca,
294 1, 11| odori, e in vario rito~ Attorcendone il crespo oro forbito.~ ~
295 2, 14| infinita~ Notturna calma attrar dentro il suo petto,~ Nè
296 5, 14| si posa allato~ Per tutto attrarne l'odoroso fiato;~ ~
297 4, 45| ei si apprese al balcone audacemente.~ ~
298 1, 13| Era così d'un augellin sull'ali~ Goccia sospesa
299 3, 43| mio —~ E dicendo così l'augusta donna~ Avvicinossi ad un'
300 3, 1 | Che fanno uccelli, e rivi, aure e foreste,~ Quando nascendo
301 3, 8 | superba~ La squama maculata in auro ride,~ E sibila di April
302 6, 30| orecchia~ Al dir solenne dell'austera vecchia.~ ~
303 4, 38| Come allorché di autunno il ciel sereno~ Si apre
304 4, 60| immagine di lui mi stava avante;~ Io la vedevo or farsi
305 | avanti
306 1, 19| E lentamente e timida si avanza~ Ver lei, che a terra sopra
307 5, 15| solo trafficar delitti,~ Ed avari, oppressori, fraudolenti~
308 | Avean
309 | aveano
310 1, 8 | Domandi la mia voce i vostri avelli.~ Mi assideró sovra essi,
311 | averlo
312 | avessi
313 4, 18| tempo stesso~ Giurato ci avevam di tor marito;~ Ma a toglierlo
314 1, 31| tremebonde,~ Afferra l'esca avidamente e vola~ E l'auree pinne
315 | avrai
316 | avran
317 | avrebbe
318 | avremo
319 | avrete
320 6, 34| Quell'anima acquistata avriano a Dio;~ Ma alquanto s'ingannava
321 6, 72| ch'otterró sotterra.~ Non avró forse, se all'inferno cado,~
322 5, 8 | dimmi: E quando accolto avrollo in petto.~ È ver che sentiró
323 | avuta
324 | avuti
325 2, 9 | querela,~ Ch’ami il sole che avvampa: o pazzarella,~ Tu il consiglio
326 3, 19| Vien, vieni, e mira questa avventurosa,~ Che nel ricco splendor
327 1, 56| cose~ Ti mostreró di quelle avventurose.~ ~
328 5, 31| dalla sua croce.~ Oggi come avverrà che il canto taccia~ Del
329 4, 52| bisbiglia;~ Veggio dei servi avversa anche la schiera;~ E che
330 6, 44| intelletto~ D'ogni buon'opra l'avversario antico~ Fatta cieca m'avea!
331 2, 5 | non cade, che le danno~ L'avverse nubi? E com'ella, non dove~
332 | avverso
333 2, 14| tiene il collo stretto~ Non avverte Teresa, ed è rapita~ Dalla
334 3, 43| dicendo così l'augusta donna~ Avvicinossi ad un'alta colonna.~ ~
335 4, 57| ingiusto obblio~ Col suo peso avvilì l'animo mio!~ ~
336 4, 66| di schiava, é fortemente avvinta;~ Pure mio orgoglio nella
337 4, 40| quando mi accomiato, e già mi avvio~ Incontro ei mi cercò, col
338 6, 49| quanto seguia gli detti avvìso;~ Ond'ei ne venne all'uscio,
339 3, 14| irsuti,~ Sostengono tra loro avviticchiati,~ Come dal peso fossero
340 1, 37| cole,~ Di sua grazia gli avviva, e suoi li vuole~ ~
341 1, 9 | muore,~ Ignoto all'erbe azzurre, e perse, e gialle,~ Ond'
342 1, 26| appresso~ Dalle candide bacche il pingue ulivo,~ Che all'
343 6, 14| stende~ Alla fanciulla, che a baciar la prende.~ ~
344 4, 37| unire,~ Ed abracciarmi, e baciarmi sì forte~ Che di dolcezza
345 1, 29| ergon la testa~ Desiose di baciarne almen la vesta~ ~
346 1, 24| Era il culto giardin della badìa~ Dove di beltà mille la
347 4, 19| istante.~ Di mia figliuola balbettavi a stento~ Il nome, e non
348 2, 16| Mentre io sul ferro del balcon gli estivi~ Ardor temprava
349 1, 15| Ti corra incontro e ti balzi sul petto,~ Che teco io
350 3, 11| ch'era a quel tempo assai bambina,~ La Badessa studiò torle
351 3, 39| Fortunata! Non vedi il bambinello,~ Che, volta a lei la tenera
352 1, 46| al prego mio,~ E quella bamboletta in te si muta.~ — Madre,
353 4, 76| questo convento, e io dato il bando~ Credea all'amore, e ad
354 4, 17| ponessi mente.~ Pure, benché bassassi gli occhi miei,~ Venir sentiami
355 3, 6 | Fecesi, e tenne le pupille basse.~ Poi l'ira e ‘l duol sparì:
356 2, 37| amor si oblia?~ Nè il dì ti basta, che ancor ti presenti~
357 6, 86| concava nube — formarsi un battello,~ E andare da un mondo —
358 2, 19| viso, ed ogni vena rotta~ Batter ti sento nella tempia cava —~
359 4, 32| Madre, allor qual core~ Battesse in me! pensai che ogni rifiuto~
360 4, 61| lui non palpitava;~ Che mi batteva e privo era di amore.~ Il
361 2, 34| febbre, son le mie pupille,~ Batton le vene sui lor globi ardenti,~
362 6, 36| devote:~ Ma altre, quanto più battonsi, si fanno~ Tanto più tristi
363 3, 37| spine, e l'ortiche, e che or beata~ È nei divini talami chiamata.~ ~
364 4, 79| detto~ Forse il Signor: beato al pargoletto? —~ ~
365 1, 21| gabbia un canarino,~ Che or becca di panìco una pannocchia~
366 2, 13| conserte,~ Teresa inchina, e bee le ricercate~ Del dolce
367 5, 34| udito della madre abbia il belato,~ Le corre incontro, attorno
368 6, 55| sventurata~ Qual credo che il piú bell'angel di Dio~ Mettesse quando
369 2, 11| Di amor deludi, e tue bellezze, ingrata.~ « Ovunque andrai
370 6, 25| improvvise atre procelle~ D'un bellissimo dì la luce é vinta,~ Nubi
371 6, 7 | Sordo all'invito di mortal beltade,~ Nel Padre, con cui voi
372 6, 47| Gittata a terra con le sacre bende~ Di nostra madre la statua
373 3, 37| fanciulla? a te somiglia,~ La benedetta, al piccolino mento,~ Alla
374 3, 29| E la Badessa a lei: Dio benedetto~ Volle soffrir, ricuseremo
375 4, 50| E Dio parea che ci benedicesse,~ E la luna cortese scomparia~
376 1, 57| monti~ Delle due donne a benedir le fronti.~ ~
377 1, 23| Congiungendo le man, la benedisse;~ Poi pigliandola seco,
378 3, 29| nui?~ Ah! non sempre un benefico Angioletto~ Ispira i miei
379 4, 51| Mutato e sparso il suo benevol riso~ Su di me, che giacevo
380 3, 36| contro il trono~ D'Iddio bestemmia. Ma non più di questo;~
381 6, 51| udiva un parlar basso,~ Un bestemmiar confuso, una tempesta~ Di
382 1, 18| Occhio che di Maria la luce beve,~ E i veli così veri, che
383 5, 27| germoglie~ Su dagli omeri bianchi un'ala di oro?~ Entra, Angiol
384 6, 60| reduce baleno,~ Parea l'ago bianchissimo di cui~ Fosse scoglio il
385 3, 32| aspette;~ D'ingannar le bilance equilibrate,~ Ma cauto,
386 2, 4 | firmamento;~ Come di neve bioccoli, altre sparte~ Cadono sovra
387 3, 23| per côr le tronche trecce bionde~ Di lei, si piega sì che
388 1, 38| terreno,~ Luce non vide mai di biondo Aprile,~ E questo bosso,
389 4, 52| Sento che alle mie spalle si bisbiglia;~ Veggio dei servi avversa
390 1, 50| Io al loro bisbigliar, frenando in petto~ Il respiro,
391 6, 1 | sparisce, e fan maggior bisbiglio;~ Così il vergine stuolo
392 | Bisogna
393 1, 14| stringean negli omeri, o con blande~ Risposte incerte, e di
394 6, 62| vien meno la forza, e va boccone.~ Allora, e fu così pietoso
395 6, 9 | poi, proruppe in pianto~ E bocconi sul letto, e, nascondendo~
396 4, 75| vaga è quell'alma allor che bolle~ Tutta di Dio, membrando
397 6, 41| valle non discosta~ Dal bosco che circonda la badia,~
398 1, 38| biondo Aprile,~ E questo bosso, che dal crespo seno~ Alcuno
399 1, 39| Ma vedi poi questo botton di rosa,~ Che dagli spacchi
400 4, 64| primi anni rimembrando,~ Una brama di morte io mi sentia,~
401 1, 45| bambola tu festi~ E udir bramavi di sua voce il suono,~ Una
402 1, 15| Dimmi tutto, o Teresa, se tu brami,~ Che ci riceva ognor lo
403 6, 46| esser tolta~ Al suo ufficiò bramó, nè gliel negai;~ Ma quando
404 4, 6 | Quando io di gioventù tutta brillava,~ E mi chiudeva in questi
405 2, 25| Ed un soave brivido Teresa~ Della fanciulla
406 4, 74| scagliasti,~ Né poter di bruciarti ebbe il suo ardore;~ Felice!
407 1, 25| olezzo~ E 'l sol, che sulle brune uve scintilla,~ Arde men
408 2, 4 | altre d'argento~ Orlano i bruni lembi, e qual si sfiocca,~
409 3, 29| studia di tirarne ai regni bui,~ Mostro, cui di domare
410 6, 44| certo l'intelletto~ D'ogni buon'opra l'avversario antico~
411 1, 55| auree piume~ Un Angel, che c'insegna il primo riso,~ Delle
412 4, 77| posso levarmelo di mente?~ Cacciala pure in fondo al rio: leggiera~
413 6, 43| nascondesse~ Nessuna fiera ch'ei cacciar potesse?~ ~
414 6, 42| mischia~ L'acuto suon di cacciator che fischia.~ ~
415 4, 40| e sotto quello oltre mi caccio~ Ei lieve lieve sopra il
416 2, 29| fronda, che ignota e spunti e cada,~ Un fil d'erba, una goccia
417 3, 6 | gelo,~ Un sublime pensier cadde dal cielo.~ ~
418 4, 38| dal seno,~ Così feci io, caddi per terra quando~ Il suo
419 4, 49| stille,~ Che ad entrambi cadean dalle pupille.~ ~
420 3, 40| e all'ombra loro in giù cadente~ Latra il cane fedel dogliosamente.~ ~
421 1, 4 | Dell'imposte, e dei tegoli cadenti.~ ~
422 6, 51| indi un fracasso,~ Indi il cader d'un corpo, indi un frequente~
423 4, 40| sopra il collo mio~ Lasciò caderlo, e men fe' dolce laccio,~
424 6, 72| avró forse, se all'inferno cado,~ Requie nel fondo? Dove
425 6, 63| sei tu, dal cielo angiol caduto?~ Sei tu d'inferno velenoso
426 6, 47| patto~ Da lei sapere la cagion del fatto.~ ~
427 4, 58| di quaggiù, dolore.~ Le cagioni obliai di ogni mio affanno;~
428 6, 64| Il tuo convento. A me non cal morire,~ Nè dov'o muora,
429 1, 29| l'aura corre~ E l'erbette calcate ergon la testa~ Desiose
430 6, 19| da stupido gel colti,~ Caldi panni le stende al fuoco
431 5, 10| mattutino~ D'aver messo in non cale il mio lavoro,~ Rotta una
432 1, 30| siepi il fior le fea,~ Il calice abbassando, un dolce invito~
433 4, 62| breve è fatto di mia vita il calle.~ ~
434 6, 24| piangea. Quando fu sera~ Calmò la smania, ed il febbrile
435 4, 2 | intesse~ Gentil opra, onde calzi il breve piede,~ Solleva
436 4, 28| poco il largo petto~ Sotto camicia bianca si mostrava:~ Libero
437 5, 6 | Perchè assieme con me fugge e cammina,~ E mi segue, e repente
438 5, 10| vanità, poi ch'esso è d'oro,~ Camminando, agitato l'orecchino,~ E
439 4, 14| Io camminava leggera, leggera~ In un'
440 6, 58| stagion, ch'aspre di gelo~ Le campagne avea fatto e grigio il cielo~ ~
441 4, 62| mia persona,~ Quando dal campanil, come un messaggio~ Dell'
442 1, 21| Chiuso dentro la gabbia un canarino,~ Che or becca di panìco
443 6, 25| Come innocenti candidette agnelle,~ Se alcuna di esse
444 2, 6 | pensiero~ Le sorride sul volto candidetto~ Crede un angiol veder che
445 3, 40| in giù cadente~ Latra il cane fedel dogliosamente.~ ~
446 4, 29| ardire.~ Ed in molle color cangiare il viso:~ Ci vider le sorelle
447 6, 57| piangeano attorno i fidi cani~ Or fiutandogli il viso,
448 1, 30| imbrunito~ Dall'ombra d'alte canne, ampio vivaio~ Stuol di
449 2, 10| done.~ E l'altra rispondea:—Cantiamo, e appresso,~ Eugenia, ti
450 2, 38| ciglio lacrimoso;~ Ma un cantico la fere, e fa che muova~
451 4, 80| Eugenia ad ogni suora più canuta,~ Chi fu la madre sua, e
452 4, 69| Stancando il ciel di lugubri canzoni.~ ~
453 3, 15| Ornano le cornici e i capitelli~ Meandri, arabeschi, e serie
454 3, 22| Dietro le nubi, che fan capolino.~ ~
455 3, 14| opposti lati~ Discorre di cappelle ad archi acuti,~ Dei quali
456 1, 24| mille la natura,~ Vergine capricciosa, un misto offría;~ Che il
457 2, 1 | Monastero, e lene lene~ Carche di viole e d'immagini belle~
458 1, 35| condursi ad altro lato,~ Alla cardella tolta ogni paura,~ Questa,
459 4, 6 | I tenui rami, e i pochi cardi irsuti,~ Quando io di gioventù
460 3, 45| dopo un tratto alzossi e, carezzando~ La fanciulla, le chiede:—
461 2, 25| Teresa~ Della fanciulla al carezzar si sente,~ La qual dal sonno
462 4, 69| Assalti di carezze simulate~ Preghi e minacce
463 3, 8 | il conquide~ E con magico carme il disacerba,~ Pon giú l'
464 1, 8 | avran vita~ Dentro i miei carmi i vostri nomi belli;~ Io
465 1, 25| suore~ Il bel costume di carpirne il rezzo,~ Vi ronzan l'api,
466 6, 62| Sulle nevi strisciandosi carpone,~ D'accostarmisi prova;
467 6, 56| Ripreso avrebbe il Sol la sua carriera?~ Eppure la riprese, eppur
468 4, 23| quella messa! alle devote carte~ Ben io figgea, per non
469 4, 75| Per pïova notturna in lui cascata,~ Si drizza al nuovo sole,
470 5, 16| con gentil paura~ Della casta alma sua solleva il velo;~
471 3, 32| bilance equilibrate,~ Ma cauto, chè del ferro ancora tinto,~
472 1, 20| il ragno impuro~ Entro le cave delle luci spente;~ Cosí
473 | ce
474 4, 2 | qual riccio mai fendesi e cede,~ Rotto dal frutto che di
475 4, 50| una nube come se volesse~ Celare la pudica gioia mia;~ Mentre
476 5, 20| seguace, che secreta~ Cade a celargli la difficil meta.~ ~
477 3, 9 | Che partendo lasciò forse celato~ Un memore pensiero in qualche
478 4, 22| sedia dietro alla spalliera~ Celavo, tra la folla ecco il ravviso.~
479 5, 35| all'abside in fondo una celletta~ Per la stanza notturna
480 2, 1 | Togliendosi alle parche e fredde cene,~ Ritratte e chiuse nelle
481 5, 22| con insani~ Impuri voti il cener suo profani?~ ~
482 6, 71| S'allora un guardo, un cenno, un movimento~ In quella
483 4, 53| suo unico figlio il ricco censo~ Temendo che scemasse, andando
484 3, 44| marmo, e in marmo espresso~ Cerbio ne uscia, che un'urna ove,
485 6, 38| Inorridita, quando si fè giorno,~ Cercandola, nell'orto la trovai,~ Dove
486 6, 35| l'irava molto~ Di esser cercata, seguìta, o veduta,~ Solendo
487 4, 60| me unita~ Tenerla invan cercava ad ogni istante,~ E riaccendere
488 2, 37| pietà, cessa, va via:~ Che cerchi in questo luogo penitente,~
489 6, 86| placidi giri~ Pel cielo, e sul cerchio — danzare dell'Iri,~ Di
490 4, 20| abbasso,~ E il varco per uscir cerco piú corto;~ Ne riser tutti,
491 4, 40| mi avvio~ Incontro ei mi cercò, col teso braccio~ Traversandomi
492 6, 49| rancor leggeansi in viso.~ Cercommi di sua figlia; e io a lei
493 6, 81| attorno attorno~ Candide cere a fare più bello il giorno.~ ~
494 | certamente
495 6, 24| suore,~ Le pregò di star chete, e poi lo stanco~ Corpo
496 2, 39| sorelle~ Risvegliando, e chiamando ai sacri cori~ E del passo,
497 4, 47| fretta,~ Che si dolce mi udia chiamar per nome,~ E le mani gli
498 4, 33| rimembranza;~ Ma quando odo chiamarmi, a lui la testa~ Posar
499 5, 35| fanciulla così, com'ebbe udito~ Chiamarsi a nome, alla badessa accorre,~
500 3, 37| beata~ È nei divini talami chiamata.~ ~
501 4, 46| Quando una voce udii, che mi chiamava.~ ~
502 5, 25| fanciulla non rinvenne,~ E invan chiamolla replicatamente,~ Ché colei
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