2-chiam | chiar-fatto | favel-leone | leoni-piovv | piuma-seder | sedev-uscir | uscit-zelo
Canto, Ottava
1003 5, 16| timor pio,~ A un angel crede favellar di Dio.~ ~
1004 1, 51| chi comprende come ognun favelli?~ Solo Chi degli augei contò
1005 4, 40| mio~ Lasciò caderlo, e men fe' dolce laccio,~ E questo
1006 4, 34| agli occhi~ Intrecciate mi fean soave freno,~ Arder le vene
1007 2, 34| ahimè! dolenti,~ Come per febbre, son le mie pupille,~ Batton
1008 3, 6 | attento a quella salmodia~ Fecesi, e tenne le pupille basse.~
1009 5, 22| ore,~ Scheletro informe, e feda polve ei sia?~ E si dolga
1010 3, 40| giù cadente~ Latra il cane fedel dogliosamente.~ ~
1011 3, 19| liete~ A sacrarsi di lui fedeli ancelle~ Di questo monaster
1012 6, 20| Verdi le cime ancor spiega e felici,~ Benchè da piede sia risecco
1013 6, 74| l'abisso cieco,~ Com'or felicità non avrò drento,~ S'odiar
1014 6, 59| schiantava,~ Una voce di femmina, un lamento,~ Che da laggiú
1015 4, 2 | oppresse;~ Vede qual riccio mai fendesi e cede,~ Rotto dal frutto
1016 6, 48| a far sì che quell'anima fera~ Ci rispondesse almen cortesemente;~
1017 6, 82| A quel ferétro si sobbarcan preste~ Quattro
1018 1, 10| La quale sotto vil forma ferina~ Nascosa avesse sua beltá
1019 3, 21| improvviso~ Quella fanciulla va a ferir nel viso.~ ~
1020 2, 47| Non facesse insanabile ferita.~ Sì lo sposo ci aspetta,
1021 3, 25| cerca la fontana,~ Che le ferite sue rasciuga e sana.~ ~
1022 2, 3 | frettolosa fuga,~ Libera alfin si ferma, e tutta bianca~ Sta in
1023 3, 27| Trinità terza persona,~ Nuota fermando la rosata zanca~ Sulla croce,
1024 6, 16| Ma l'altra nel fermar lo sguardo in essa,~ Muta
1025 2, 48| luna, che tra gli alberi fermata~ Rimpetto al sol, che spunta
1026 1, 30| e quel mentre cogliea,~ Fermavasi talor, dove imbrunito~ Dall'
1027 2, 31| D'ogni vile desio, d'ogni fermento~ Sgombro, del sen sotto
1028 4, 19| violento,~ E incapace a star fermo un solo istante.~ Di mia
1029 6, 73| fiere; i miei pensier pur fersi~ Selvaggi, non curanti dell'
1030 3, 24| vaghezza~ Di goder tanta festa e tanto riso;~ Ad un patto
1031 1, 45| Ecco: come una bambola tu festi~ E udir bramavi di sua voce
1032 3, 15| di scolpiti augelli~ Su festoni diversi in selva ombrosa;~
1033 6, 75| chi al mondo intesa~ Turpe fiamma d'amore ebbe concetta!~
1034 5, 10| nello specchio, ma una sola fiata,~ Di essermi compiaciuta
1035 4, 8 | Del tesor di tua alma a me fidato.~ ~
1036 6, 57| gli piangeano attorno i fidi cani~ Or fiutandogli il
1037 6, 43| si nascondesse~ Nessuna fiera ch'ei cacciar potesse?~ ~
1038 6, 73| crudo verno.~ Vissi tra fiere; i miei pensier pur fersi~
1039 3, 24| Oh cari! Oh che gentil fierezza,~ Eugenia le risponde, hanno
1040 4, 23| alle devote carte~ Ben io figgea, per non vederlo, i rai,~
1041 4, 53| ritrosa,~ Di un suo unico figlio il ricco censo~ Temendo
1042 4, 73| Dio l'alto consiglio!~ O Figlioletta mia, nel cor mi è scesa~
1043 6, 85| sua chioma — lunghissimi fili,~ Che il Sol tramontando —
1044 4, 81| non vedi su quel sozzo fime~ Come vennero vaghe quelle
1045 6, 38| L'infernal pena, che non fina mai,~ La vanità d'ogni terren
1046 | Finché
1047 6, 59| del vento~ Che le chiuse finestre ci schiantava,~ Una voce
1048 3, 16| Quando sopra di lor dei finestroni~ Piove la luce per i pinti
1049 4, 72| E, madre, in tal pensier finor riposo~ Cerca l'animo stanco,
1050 6, 27| inopinato,~ Che aggirarsi finora fu veduta~ Tra le compagne
1051 4, 66| della madre mia gioia non fìnta.~ O chioma, invidia delle
1052 6, 55| sue colpe va a pagare il fio.~ Al par dell'uno, al par
1053 1, 47| tanto ciel si serra?~ Di fìor, di erbe, d'augei tanta
1054 2, 29| l molle fiato;~ Fammi un fiorel, che al pianto dell'aurora~
1055 6, 12| Visto il compagno di tua età fiorente?~ Ah! un grandissimo onor
1056 4, 70| Memorie ivi cresciute in sul fiorire~ Della mia giovinezza ebbi
1057 1, 26| giocondo,~ Simbolo di alma pia, fiorisce appresso~ Dalle candide
1058 6, 42| acuto suon di cacciator che fischia.~ ~
1059 6, 44| maledetto~ Il suo quì fea sentir fischio impudico;~ Benchè in modo
1060 6, 65| serrò la madre sventurata;~ Fissandola con l'occhio moribondo,~
1061 3, 5 | Alle grate fissava immoto il viso,~ (e quell'
1062 3, 42| e stando appo una croce~ Fitta sopra una grande sepoltura,~
1063 5, 15| Animi vili nella melma fitti~ Uso a veder nella città
1064 6, 57| attorno i fidi cani~ Or fiutandogli il viso, ora le mani.~ ~
1065 4, 63| Che si eleva dal sen, fiutar l'odore~ ~
1066 6, 72| con lei,~ Com'ora lotto, e fo spietata guerra~ Con l'alma
1067 1, 51| tutti gli augelli;~ L'arida foglia errante di aura al fiato~
1068 6, 32| Recando del prelato un foglio chiuso,~ Che di tosto velarla
1069 4, 22| spalliera~ Celavo, tra la folla ecco il ravviso.~ Oh! quale
1070 5, 22| Incorrotto serbar pare follia?~ Sai tu se, sopraggiunto
1071 4, 8 | suono~ Tutte rivelerà le mie follie~ Al tempo estremo innanzi
1072 6, 35| a la chiesa; il cupo, il folto~ Dell'orto amava e del convento;
1073 3, 25| Per monti e valli cerca la fontana,~ Che le ferite sue rasciuga
1074 1, 11| Attorcendone il crespo oro forbito.~ ~
1075 6, 57| nato il nuovo dí, nella foresta,~ Il padre ed un garzon
1076 3, 1 | uccelli, e rivi, aure e foreste,~ Quando nascendo il dì,
1077 6, 86| dell'Iri,~ Di concava nube — formarsi un battello,~ E andare da
1078 1, 2 | amica~ Un raggio delle lor forme beate~ Di lor sen, di lor
1079 6, 87| pendente gentile,~ E dieci le formino — alla gola un monile.~ ~
1080 1, 39| Eugenia, sei tu, la cui formosa~ Faccia dei rai di Dio tutta
1081 4, 18| da poco il terz'anno avea fornito~ Teresa, quando il tuo natale
1082 2, 20| scorgo, o cara, un picciol foro~ Forse hai perduto quei
1083 6, 48| sospinta~ A giudicarla o forsennata o estinta.~ ~
1084 2, 21| ed apre con essa un bel forziere,~ Che presso il letto ella
1085 3, 43| voltasi ad Eugenia: In questa fossa,~ Fanciulla cara, soggiungeva,
1086 | fossero
1087 6, 50| quella voce,~ Per quella voce fossesi spezzato.~ Apresi l'uscio,
1088 6, 51| Seguia cupo silenzio, indi un fracasso,~ Indi il cader d'un corpo,
1089 6, 13| pensato avrà di questa tua~ Fragilitade indegna, ei, nel cui core,~
1090 4, 38| sè lasciando~ Succedente fragor, rompe il baleno,~ Viene
1091 4, 59| allor da nubi nere,~ Né le frangea, né su per esse il vento~
1092 4, 68| legno~ L'ardisci? No: tu non frangerai~ Quel giuro, che di sposa
1093 3, 16| vetri,~ Luce, che quivi franta in più ragioni,~ Forma mille
1094 5, 15| Ed avari, oppressori, fraudolenti~ Il decoro e l'onesto aver
1095 2, 1 | Togliendosi alle parche e fredde cene,~ Ritratte e chiuse
1096 6, 76| ascoltato~ Or lacrimando, ed or fremendo avea~ Dell'apostata suora
1097 4, 3 | spirante,~ Soffiando dentro le frementi foglie,~ Giù li rovescia
1098 6, 45| E ascolta, e fremi! Della sagrestia~ Al governo
1099 2, 36| E svegliosse da un fremito compresa~ Schiusa la bocca
1100 4, 53| andando io sposa,~ Tanto (e ne fremo ancor quando vi penso)~
1101 4, 68| erompente sdegno~ Ella mal frena col violento riso,~ Onde
1102 1, 50| Io al loro bisbigliar, frenando in petto~ Il respiro, origliava,
1103 4, 29| sciolsero il riso,~ Finché a frenarlo alzossi una di loro:~ —Facciam,
1104 6, 3 | le meno adulte a un mal frenato~ Ghigno le labbra aprian
1105 6, 51| cader d'un corpo, indi un frequente~ Ansare; e dopo, io non
1106 2, 3 | caccia~ Da nube a nube in frettolosa fuga,~ Libera alfin si ferma,
1107 6, 2 | colpito.~ Rimase immoto, e frettolosamente~ A termine recando il sacro
1108 4, 1 | sponda,~ Stava Teresa, ed un fringuello amico~ Contemplava di là
1109 1, 57| Delle due donne a benedir le fronti.~ ~
1110 3, 17| poi nell'alto vola:~ Al frullo Eugenia leva il capo, e
1111 4, 3 | Ed i frutti caduti abbica e coglie,~
1112 2, 36| Gioie un tempo gustò troppo fugaci;~ Mosse attorno le mani,
1113 5, 36| canti il contadino~ Sonar fuggendo, e leva il capo in suso,~
1114 4, 38| mancando;~ L'alito a me così fuggì dal seno,~ Così feci io,
1115 1, 6 | Il nido, onde la rondine fuggìa~ Quando non più vi ritrovó
1116 4, 70| Una parte di cor sentia fuggire,~ Come da me via via si
1117 2, 39| lunghi corridori~ Su per le fughe dell'opposte celle~ Solevano
1118 6, 80| Spingi con lieve vol l'ala fulgente. —~ Così dice soltanto la
1119 6, 60| di nevi, ove il superno~ Fulgor feria con reduce baleno,~
1120 6, 37| colomba con le penne nere,~ Fuligginose, a ratto vol distese,~ Mentre
1121 6, 36| e da virtù remote;~ Dal fulmin tocche alcune rupi vanno~
1122 4, 76| Ma con forza maggiore fulminando~ Tosto tornò il crudele
1123 6, 54| tonare ad una volta~ Di due fulminatrici armi s'ascolta.~ ~
1124 6, 2 | vivente,~ Qual se l'avesse un fulmine colpito.~ Rimase immoto,
1125 6, 56| ciel di sangue umano il fumo,~ Salisse dei suoi fior
1126 3, 44| lustrale acqua versata~ Sulla funebre pietra, entrambe piega~
1127 2, 34| torrenti,~ Un suon continuo di funeree squille;~ E invan te, o
1128 6, 31| dire,~ Avea vent'anni, e la funesta dote~ Di ciò che di più
1129 6, 77| esclama, ahi che di vita è fuora! —~ Dice, e del letto cade
1130 4, 26| tutte attorno in fretta~ Mi fur con baci e amplessi senza
1131 5, 11| a suor Matilde scisso,~ Furato un ago, ed occultato il
1132 6, 54| ed inferno!» esclama la furente,~ E di mano sgusciandomi
1133 4, 53| Me la spicca con mano furibonda,~ Così gridando mentre me
1134 5, 11| un ago, ed occultato il fuso.~ E mentre suor Sofia s'
1135 5, 5 | prima il nome tuo; sei tu Gabriello?~ E se tal sei, mostrarmiti
1136 5, 23| mondo?~ E se l'esempio tuo gagliardo invito~ Pôrto gli avesse
1137 1, 30| di pesci nutria minuto e gaio~ ~
1138 4, 77| leggiera~ Torna la fronda a galla immantinente;~ Così l'immagin
1139 1, 27| L'orto divide con le garrule onde~ In molte vasche prigioniero
1140 6, 57| foresta,~ Il padre ed un garzon trovammo estinto;~ Stringeano
1141 4, 77| Era il garzone amato!... Oh! a che dir: «
1142 6, 26| che manifeste~ Segni di gaudio nel comun dolore,~ Ed è
1143 6, 19| Ora sui piè, da stupido gel colti,~ Caldi panni le stende
1144 2, 9 | chè questa fredda aura ti gela,~ E par ti scuota sì come
1145 3, 3 | istante,~ E del feretro i gelidi origlieri....~ Ahi l'uom
1146 4, 2 | di uscir si sforza~ Dalla gelosa sua materna scorza.~ ~
1147 1, 26| cipresso~ Il salice, che versa gemebondo~ Le sciolte chiome, e par
1148 6, 50| feroce~ Risponder s'ode un gemito affogato,~ Qual se il cor
1149 3, 28| appassisce il verno,~ Ne gemo, ed Ei potrà goder che io
1150 6, 13| antica: eroica fè, valore,~ Generoso sentire, animo pio,~ Che
1151 3, 7 | Che parea delle preci il Genio scolto.~ Tacque il canto,
1152 3, 31| vedi colassú quella gran gente?~ Uomini e donne son con
1153 4, 14| e bianca che s'imbruna,~ Gentilmente gli ardea la gota bruna.~ ~
1154 3, 7 | Sicché subitamente genuflesso~ Poggiò sui marmi dell'altare
1155 4, 27| quello~ Che Dio ripone tra germani e suore!~ Possibil non credevi
1156 5, 27| par che quinci e quindi le germoglie~ Su dagli omeri bianchi
1157 5, 31| faccia,~ Ch'ei ti chiama Gesù dalla sua croce.~ Oggi come
1158 4, 63| Sull'arido terren l'acqua ne getta.~ Pure non rientro, che
1159 1, 10| Mentr'ella con tal grazia la ghermìa,~ Che figlia d'una fata
1160 2, 19| entriam, sclamava;~ Hai ghiaccio il viso, ed ogni vena rotta~
1161 6, 3 | adulte a un mal frenato~ Ghigno le labbra aprian maliziose,~
1162 6, 47| Di nostra madre la statua giacea,~ Che nel passaggio angusto,
1163 4, 16| Giaceva inferma la mia madre a letto,~
1164 4, 51| benevol riso~ Su di me, che giacevo in grembo ai fiori,~ Quando
1165 1, 9 | erbe azzurre, e perse, e gialle,~ Ond'è dipinta la soggetta
1166 2, 16| che tu venivi~ Del mio giardino dai sambuchi accolto,~ Mentre
1167 3, 38| traspare,~ Ecco Maria tra i gigli e tra le rose~ Delle sue
1168 3, 21| chiome reciso al suol ne gìo,~ S'apre il ciel, n'esce
1169 4, 13| Ebbene, o madre mia, così gioconde~ A ventun anno mi correvan
1170 1, 26| ad entrambi in suo pallor giocondo,~ Simbolo di alma pia, fiorisce
1171 6, 80| Che al regno eterno ove il gioir non cessa~ Spingi con lieve
1172 4, 25| Torno alle prime cure, onde gioiva,~ Cercando in esse ciò che
1173 2, 27| pura~ Succeder deve una giornata oscura?~ ~
1174 6, 49| Ed erano così tre giorni scorsi,~ Quando una sera
1175 1, 9 | Cantar mi giova dell'Eugenia vostra,~ Quì
1176 6, 5 | Eh! vi rammenta di quel giovanetto,~ Che, molto tempo or ha,
1177 5, 33| nuzial canzona~ Stan le giovani ai lati in riga spessa,~
1178 4, 6 | cardi irsuti,~ Quando io di gioventù tutta brillava,~ E mi chiudeva
1179 4, 71| Era pur buona quella giovinetta!~ A lei congiunto, dentro
1180 1, 4 | imiti il suon di un piè, che gira~ Leggero, leggerissimo per
1181 6, 15| a rivederla senz'offesa~ Girar gli sguardi rugiadosi a
1182 6, 46| Attonita; ma che? più innanzi a gire,~ Ebbi cagione di vie piú
1183 6, 86| sogna elevarsi — con placidi giri~ Pel cielo, e sul cerchio —
1184 6, 79| farfalla apparse:~ Pria girò per la stanza, e 'l peregrino~
1185 6, 35| altre monache involarsi,~ Girovagare intorno, e sola starsi.~ ~
1186 6, 21| ella procaccia,~ Ma invan, gittando qui e colà le braccia.~ ~
1187 2, 33| lago del tuo cor non io~ Gitterò il sasso, che ne turbi l'
1188 5, 14| all'ombra dei castagni,~ Giubila a quella vista e si consola~
1189 6, 48| ciascuna era sospinta~ A giudicarla o forsennata o estinta.~ ~
1190 5, 2 | fondo i lor peccati a udire~ Giudice, e insieme medico, e dottore~
1191 6, 29| serrò le ciglia;~ Ma, oh giudizio terribile di Dio!~ Perchè
1192 2, 16| Allora i tuoi concenti eran giulivi,~ E 'l mio spirto era in
1193 1, 17| traversa, e dell'antica~ Madre giunge alle tacite dimore,~ La
1194 4, 46| Ritto così che fino a me giungea~ Coi lunghi rami e il tronco
1195 6, 70| a compir m'incamminava;~ Giungo alla chiesa; passar debbo
1196 6, 49| scorsi,~ Quando una sera giunsene improvviso~ Il padre, a
1197 4, 21| odïarlo io mi credea,~ E giunta a stanza, a mio dispetto
1198 4, 31| guancialetto;~ Esser mastro nel giuoco, e tu lo sai;~ Ma, venendo
1199 6, 67| E mi giura però che tal cresciuta~
1200 6, 23| vedró quel che tu fai:~ Giurami dunque che non piangerai —~ ~
1201 4, 24| chiesa impaziente~ N'esco giurando di non più mirarlo.~ Inutil
1202 3, 23| Altri stanno più giuso, e questi effonde~ Dai turiboli
1203 4, 43| impaziente,~ Apro i balconi, e giusta sua figura~ La Luna vi riversa
1204 4, 55| quando é più tocca~ Da mie giuste ragioni, empia e feroce,~
1205 3, 32| tacite vendette~ La matura giustizia e la pietate;~ Il Demonio
1206 | gl'
1207 | Gliela
1208 | gliene
1209 2, 34| Batton le vene sui lor globi ardenti,~ E mi fanno veder
1210 3, 27| umìle in tanto inopinata~ Gloria agli occhi non crede, e
1211 1, 51| Dei boschi i rami, e le goccie del fiume.~ ~
1212 1, 10| lambivale il volto e ne godea,~ Mentr'ella con tal grazia
1213 5, 32| esser sola~ Vuol ciascuna a goderne il guardo e 'l riso;~ L'
1214 5, 23| Del menzognero amor, dal golfo immondo~ Siasi ritratto
1215 3, 13| suo pondo offesa~ Quella gotica, immane architettura,~ Che,
1216 4, 21| di lui l'idea,~ E mal mio grado mi trovai roventi~ Sul labro
1217 4, 6 | ei stava~ Di castagni più grandi ora caduti;~ Tenero si,
1218 1, 50| Apprenderò, se io fia piú grandicella?~ ~
1219 6, 12| tua età fiorente?~ Ah! un grandissimo onor certo ti è fatto~ L'
1220 3, 2 | avria visto il mondo~ Qual granello di sabbia in seno ai mari~
1221 1, 25| l'ôre,~ Mandan pampini e grappi un caro olezzo~ E 'l sol,
1222 6, 19| lati collocando~ Perchè un grato tepor se ne diffonda;~ Or
1223 1, 35| pastura,~ Mentre che per le gratole ella caccia~ Il capo, e
1224 4, 6 | entrambi siam vecchi, e siam gravati,~ Egli di ricci e fronde,
1225 5, 9 | o Padre, è ver che sono~ Gravi ed indegne di ottener perdono?~ ~
1226 6, 41| obblia,~ Ma ricompone a gravità le ciglia,~ Segni vedendo
1227 6, 26| dedicato a Dio virginio gregge,~ ~
1228 1, 27| prigioniero un rio,~ Che, gremite di fiori ambo le sponde,~
1229 6, 61| Feroce e stanca, come di cui greve~ Disperato dolor l'animo
1230 2, 38| reduce riposo.~ Riapre i grevi occhi, e già la luce nuova~
1231 4, 26| amplessi senza fine,~ Con liete grida e tenere parole~ Come tra
1232 5, 29| Oh! oh! — gridano tutte; ma le mani~ Ella
1233 4, 7 | temea~ Che ogni sua voce mi gridasse rea.~ ~
1234 6, 74| dal luogo ove mi reco?~ Griderò contro il cielo e chi l'
1235 5, 27| una di loro:~ — Guarda, gridó, quale stamane accoglie~
1236 3, 45| gli occhi ergendo al ciel, gridò: Signore,~ ~
1237 6, 58| Le campagne avea fatto e grigio il cielo~ ~
1238 3, 22| al lume basso si devolve~ Gruppo di nubi, e lentamente l'
1239 5, 14| Più che avaro per subiti guadagni,~ E la contempla, e le si
1240 6, 5 | Fosco mostrando, ed alla guancia accesa?~ Sull'orto nostro,
1241 6, 78| caso ogni sorella,~ E sul guanciale la riversa testa~ Rimirando
1242 4, 31| Tener, quivi seduto, il guancialetto;~ Esser mastro nel giuoco,
1243 4, 29| loro:~ —Facciam, dicendo, a guancialino di oro —~ ~
1244 6, 43| Ci guardammo ambedue; poi dissi:—Oh rio~
1245 5, 31| Le quattro vecchie si guardaro in faccia~ Intenerite, e
1246 6, 80| Che guardate, o figliuole? E’ dessa,
1247 4, 49| Ma parlavano invece i guardi ardenti,~ Le man congiunte
1248 1, 33| posarsi, or su una spina,~ E guatare affannando imprigionati~
1249 3, 4 | chiesa, e in gran dispetto~ Guatava con le braccia incrociate~
1250 3, 23| colore bianco,~ Onde intorno guernito ha l'agil fianco~ ~
1251 1, 22| E la maestà di vergine guerriera,~ Che dei mortali affetti,
1252 1, 5 | istinto profetico e divino~ Guida a clima migliore, a miglior
1253 2, 10| canto, e che mi dai per guiderdone?~ Se l'antica promessa or
1254 6, 76| rosato,~ E s'estinguea, guizzando, a poco a poco~ Della notturna
1255 2, 36| Ella presa~ Gioie un tempo gustò troppo fugaci;~ Mosse attorno
1256 3, 2 | Secolo i figli suoi viver fa ignari,~ La gioia, che rampolla
1257 4, 29| sorelle in quel martire,~ E ignorando di amor sciolsero il riso,~
1258 2, 33| Dio~ Questa, in cui vivi ignoranza profonda.~ Dormi: nel lago
1259 4, 25| oggetto, d'un ben che anco ignorava:~ Torno alle prime cure,
1260 4, 81| Sempre l'ignorerá, l'altra rispose,~ Sempre:
1261 5, 4 | in corpo uman sembianze ignote.~ ~
1262 4, 51| lungo andare non restar più ignoti.~ ~
1263 6, 4 | Fra gli aspidi, e i leoni illesa suole~ Spinger la verginella
1264 1, 29| ape montanina, il ciel se imbianca,~ Susurrando lievissima
1265 4, 14| uva acerba e bianca che s'imbruna,~ Gentilmente gli ardea
1266 1, 30| Fermavasi talor, dove imbrunito~ Dall'ombra d'alte canne,
1267 3, 15| ed ivi i velli~ D'un agno imita la pietra ingegnosa;~ Nè
1268 3, 43| quando da pietà commossa~ Imitare potrai l'esempio mio —~
1269 3, 21| arde di zelo,~ (Fortunata! imitarla ah potessi io)~ E alla grand'
1270 1, 4 | moscose celle,~ Sembra che imiti il suon di un piè, che gira~
1271 4, 32| Tu l'immagina, o Madre, allor qual core~
1272 6, 31| più bello a rinvenire~ O immaginare insieme mai si puote.~ Nella
1273 4, 13| arboscei vi si confonde~ All'immago di questo e quel fiore!~
1274 3, 13| pondo offesa~ Quella gotica, immane architettura,~ Che, nemica
1275 6, 14| Coperta, in cui teneva il viso immerso,~ Si leva su le braccia,
1276 4, 62| senza amor, senza coraggio~ Immobile io tenea la mia persona,~
1277 3, 17| cornici singhiozzando~ L'upupa immonda, e poi nell'alto vola:~
1278 1, 13| in sua limpida sfera agl'immortali~ Raggi del sol fa specchio
1279 6, 36| ischegge, restan l'altre immote;~ Piglian del ferro la durezza
1280 6, 22| consiglia,~ Vi ha chi l'impaccio delle vesti torre~ Vorria
1281 6, 11| l'oppresse,~ Pensava (e impallidia) che indifferenza~ Fra male
1282 3, 33| A quella vista impallidîr le rose~ In viso alla fanciulla,
1283 4, 37| Che immantinente il veggio impallidire~ Pingersi il viso di color
1284 2, 48| Aperta intanto aveva l'impannata,~ E le mostrava con le nude
1285 3, 46| sè la colpa e il cor le impeci,~ Pria che un pensier la
1286 6, 25| accalcan tutte e l'una l'altra impelle,~ E taciturne stan sopra
1287 4, 75| La chioma ricomposta ed imperlata;~ Ma più vaga è quell'alma
1288 4, 78| ancella,~ E afferrata da un impeto di affetto~ Con entrambe
1289 4, 8 | ma verrà pur die,~ Che, impetrata favella, in altro suono~
1290 4, 59| il debole raggio, che s'implica~ Tra le nubi, togliean gli
1291 6, 18| Sotto dell'ali i parti implumi invola,~ Come duolsi Teresa,
1292 6, 32| Che di tosto velarla m'imponea,~ Mio malgrado obbedii perchè
1293 3, 35| Un impossibil pensi; i propri affanni~
1294 1, 4 | è quel dei venti,~ Dell'imposte, e dei tegoli cadenti.~ ~
1295 6, 33| piangea,~ Tremava come vittima impotente,~ Ed il tremor dissimular
1296 3, 39| la tenera manina~ Tuttora impressa dal furor ribello~ Del dissipato
1297 1, 22| severa~ Fronte parea che impresso un raggio fosse~ Vibratole
1298 1, 33| spina,~ E guatare affannando imprigionati~ In quel melo i suoi figli
1299 3, 13| terrori, e misteri ai templi imprime.~ ~
1300 2, 21| le lascia di cinabro~ Un'impronta gentil sovresso il viso;~
1301 6, 25| sopra l'estinta;~ Come se da improvvise atre procelle~ D'un bellissimo
1302 4, 48| col suo mistero;~ Soli, improvvisi con la luce amica,~ Abitar
1303 6, 44| suo quì fea sentir fischio impudico;~ Benchè in modo diverso:
1304 5, 22| dolga di te, che con insani~ Impuri voti il cener suo profani?~ ~
1305 1, 20| ordisce gli stami il ragno impuro~ Entro le cave delle luci
1306 3, 44| Reggea sopra la testa inarborata:~ Colei la mano, quando
1307 2, 6 | lei serena~ Apra di nubi inaspettata scena.~ ~
1308 6, 70| Il mio fallo a compir m'incamminava;~ Giungo alla chiesa; passar
1309 4, 45| Da forza irresistibile d'incanto;~ Che benchè poi si tacque,
1310 4, 19| che eri assai violento,~ E incapace a star fermo un solo istante.~
1311 3, 23| d'oro olenti fiocchi~ D'incenso, il cui vapore lo nasconde,~
1312 5, 27| soglie~ D'oltrepassarle incerta, e una di loro:~ — Guarda,
1313 1, 14| o con blande~ Risposte incerte, e di nessun valore~ Si
1314 4, 19| nome, e non di meno eri incessante~ A molestarla, e per tenerti
1315 6, 51| chiedeva il padre ed all'inchiesta~ Seguia cupo silenzio, indi
1316 6, 35| del convento; e astuta~ L'inchieste ad ingannar, l'irava molto~
1317 2, 13| insiem conserte,~ Teresa inchina, e bee le ricercate~ Del
1318 4, 3 | rispettosa in un istante;~ Inchinarsi vorria, ma l'altra nega~
1319 2, 26| intatta e sana~ Di gioie inconsapevoli ricchezza;~ Immagine di
1320 4, 61| disegni ordisce, e stracca~ Inconsapevolmente si distacca.~ ~
1321 4, 21| trovai roventi~ Sul labro inconscio quegli stessi accenti.~ ~
1322 4, 71| intanto~ Il freddo volto inconsolabil pianto.~ ~
1323 4, 24| mirarlo.~ Inutil giuro! vidi incontanente,~ Sola che fui, di non poter
1324 5, 14| stagni,~ Se sale ai monti, e incontra una viola~ Tutta soletta
1325 5, 2 | una, e senza nulla dire~ Incontrarsi pel lungo corridore,~ Di
1326 3, 15| Nè l'aquila vi manca, incoronata~ Il doppio capo, che apre
1327 5, 22| altra donna, a cui l'amore~ Incorrotto serbar pare follia?~ Sai
1328 3, 4 | Guatava con le braccia incrociate~ Del coro delle monache
1329 6, 15| avea Teresa,~ Era, lieve incurvandosi su lei,~ Stata in mesto
1330 6, 7 | tempo nella verde etade,~ Incurvo, e fatto per divino aiuto~
1331 1, 12| riuscita,~ E sempre invano ad indagar si prova,~ La natura del
1332 6, 5 | che col tristo~ Occhio indagasse il casto ovil di Cristo.~ ~
1333 5, 19| e aspetta intanto,~ Ma indarno; chè colui non le risponde.~
1334 6, 13| questa tua~ Fragilitade indegna, ei, nel cui core,~ Per
1335 5, 9 | è ver che sono~ Gravi ed indegne di ottener perdono?~ ~
1336 4, 33| che presta~ Scorrea con indicibil dilettanza;~ Io genuflessa
1337 1, 5 | Varca le nubi, né si guarda indietro.~ ~
1338 5, 23| ritratto a più sicuro lito~ Indifferente spettator del mondo?~ E
1339 6, 11| Pensava (e impallidia) che indifferenza~ Fra male e ben, tra pene
1340 4, 33| gioco, ed or men resta~ Una indistinta dolce rimembranza;~ Ma quando
1341 4, 77| era?»~ Se egli sta meco indivisibilmente,~ Se egli m'insegue da mattina
1342 1, 10| vagìa,~ Una cerva, che umano indole avea~ I turgidi e villosi
1343 1, 21| il tramonto la prigion gl'indora,~ Canta un saluto e la prigion
1344 3, 25| Pria che Dio ci elegga~ Ad indossar di monacella il manto,~
1345 6, 78| Teresa accorre presto,~ Indovina del caso ogni sorella,~
1346 5, 34| lato~ Le caccia il corpo inerme, e la mammella~ Pigliando
1347 2, 5 | nel suo cor poi dice~ L'inesperta fanciulla: Ove mai vanno?~
1348 1, 5 | Stuolo d'augei, che un'infallibil arte,~ Un istinto profetico
1349 1, 26| Levasi altrove accanto all'infecondo,~ Tristo onor della morte,
1350 6, 38| l'immortal soggiorno,~ L'infernal pena, che non fina mai,~
1351 6, 75| sollevata fuor da quest'infetta~ Val del mondo, che obbligo
1352 6, 44| era Gabriella~ Com'Eva infida, e com'Eva pur bella.~ ~
1353 1, 7 | Come un altar queste rovine infiora~ E in ogni fior che piega
1354 5, 11| sui seggi, ed or nel letto infissa~ Qualche spilla di avere
1355 1, 20| Che innanzi le pendeva infitto al muro~ Su legno polveroso
1356 5, 22| all'ultime ore,~ Scheletro informe, e feda polve ei sia?~ E
1357 1, 3 | avaro~ Lungi da questo mondo ingannatore,~ Locando in dio l'affetto
1358 6, 34| avriano a Dio;~ Ma alquanto s'ingannava il creder mio.~ ~
1359 2, 35| abbandon sull'origliero;~ Ma ingannevol quiete le compose~ Per poco
1360 3, 35| Eugenia esclamò, se non m'inganni,~ Se questo è vero, egli
1361 4, 58| amor di quaggiú mi parve inganno,~ Ogni allegrezza di quaggiù,
1362 3, 15| D'un agno imita la pietra ingegnosa;~ Nè l'aquila vi manca,
1363 1, 54| adorna;~ E di astri il cielo ingemma, e lo inzaffira,~ Ei vi
1364 1, 41| non vedi ogni arboscello~ Ingiallire le frondi, e lentamente~
1365 3, 14| Dei quali or vari nani inginocchiati,~ Ora satiri curvi e tutti
1366 4, 57| Nessun toccasse... Ahi quell'ingiusto obblio~ Col suo peso avvilì
1367 3, 5 | che a poco a poco~ Crescea ingombrando di mestizia il loco.~ ~
1368 5, 21| incalza alle spalle il tempo ingordo?~ E perchè ancora d'un puerile
1369 2, 11| deludi, e tue bellezze, ingrata.~ « Ovunque andrai ti porteranno
1370 2, 31| farfalla, e non vi trova ingresso.~ ~
1371 1, 27| dell'altar di Dio,~ E spesso inispecchiarsi in fondo a quelle~ Acque
1372 2, 17| Perchè mesto così? nè m'innamora~ Come una volta il tuo cantar
1373 3, 12| beate~ Che degli angeli furo innamorate.~ ~
1374 1, 43| come il lasciai la sera innante.~ ~
1375 1, 24| fondo cieco,~ Memore di sol'inni, abita l'eco.~ ~
1376 2, 40| giorno~ Col ritorno — un inno orsù.~ ~
1377 6, 25| Come innocenti candidette agnelle,~ Se
1378 1, 39| dei rai di Dio tutta si innostra,~ Di Dio, che scende dentro
1379 5, 3 | mortal ti fa disciolta,~ E t'inoltri pel lungo corridore,~ Come
1380 6, 19| spirti, a lei le tempie inonda;~ Ora sui piè, da stupido
1381 4, 1 | bianco velo, ella é seduta,~ Inoperosa no, ma mesta e muta:~ ~
1382 3, 27| lei, che umìle in tanto inopinata~ Gloria agli occhi non crede,
1383 6, 27| abbonda~ Del mattino pel caso inopinato,~ Che aggirarsi finora fu
1384 6, 38| Inorridita, quando si fè giorno,~ Cercandola,
1385 1, 5 | parte;~ Arresta in luoghi inospiti il cammino~ Finchè dura
1386 5, 26| onore;~ E qual la palla insalda, rimembranza~ Del sasso
1387 2, 47| suo veleno~ Non facesse insanabile ferita.~ Sì lo sposo ci
1388 4, 81| creature entro le prime;~ Ma insanguinata e di peccata ordita~ La
1389 5, 22| si dolga di te, che con insani~ Impuri voti il cener suo
1390 6, 65| Che nacque Eugenia! Con insano affetto~ A sé la trasse
1391 1, 55| auree piume~ Un Angel, che c'insegna il primo riso,~ Delle lacrime
1392 1, 36| il nome all'augelletto~ Insegni e accendi tanto amore in
1393 4, 77| indivisibilmente,~ Se egli m'insegue da mattina a sera,~ Se non
1394 6, 52| Per sciagure domestiche insensata~ Dal dolore è mia figlia:
1395 1, 32| musco e il fiore,~ Quanto l'insetto, che il dì vede e muore.~ ~
1396 6, 1 | apparir dello sparviere~ Che insidïoso in alto apre l'artiglio,~
1397 6, 24| primiera,~ Anzi un novello insolito splendore;~ Onde con sorridente
1398 4, 64| posando,~ Sopra il balcone, insonne, io l'acqua udia,~ La qual
1399 4, 32| il mio segreto umore,~ E insospettir le suore avria potuto;~
1400 3, 44| uscia, che un'urna ove, intagliata~ La mortella intrecciavasi
1401 2, 26| rechi, e in te racchiudi intatta e sana~ Di gioie inconsapevoli
1402 2, 31| Sgombro, del sen sotto le nevi intatte:~ Così lampada sacra arde,
1403 4, 42| Parea ogni oggetto avere intelligenza~ A me d'intorno, e mandarmi
1404 1, 31| le risponde,~ Come se ne intendesse la parola:~ Oscilla con
1405 4, 7 | tu nulla, o figliuola, ne intendesti:~ Ma egli vide, egli sa
1406 5, 26| delle piú vecchie suore~ Intendevano a porre in ordinanza~ Della
1407 5, 31| vecchie si guardaro in faccia~ Intenerite, e poscia ad una voce~ Dissero: —
1408 4, 53| madre sopratutto arde d'intenso~ Odio, chè a dar la dote
1409 4, 26| perfetta~ Stavan le sue sorelle intente e chine.~ Erano quattro,
1410 3, 34| mio?~ Perché a nuocerci intento ognor ti mostri~ E giú a
1411 1, 32| favella:~ Ogni atomo creato l'interessa,~ E tanto agli occhi suoi
1412 6, 15| silenzio, e tutta intesa~ A interpetrarne i moti, e i tronchi omei,~
1413 6, 69| stesso;~ O ha bisogno d'interpetre? Od ignora~ La mia favella?
1414 5, 7 | Ma quegli l'interrompe, e: — Il luogo chiede~ Altri
1415 6, 40| versi erano suoi;~ Io l'interrompo immantinente, e dessa~ Esclama
1416 6, 69| Perchè fu sordo, nè m'intese allora?~ Da me or che vuole?
1417 5, 4 | Nella speranza, che ora inteso avria~ L'innamorato suo
1418 4, 2 | mentre con le dita agili intesse~ Gentil opra, onde calzi
1419 6, 18| Per cui la nuzial corona è intesta,~ E speranza è dei lari
1420 3, 44| quando le fu presso,~ V'intinge e la lustrale acqua versata~
1421 5, 33| con la badessa;~ Pronte a intonar la nuzial canzona~ Stan
1422 1, 11| bel ligustro:~ Cresceale intonso il crine, e con perenne~
1423 3, 9 | Di animo gran tempesta intraveduto,~ ~
1424 4, 34| sue man che agli occhi~ Intrecciate mi fean soave freno,~ Arder
1425 3, 44| intagliata~ La mortella intrecciavasi al cipresso,~ Reggea sopra
1426 2, 24| bocca la tua bocca stia,~ S'intreccino le tue con le mie braccia—~
1427 3, 46| il guardo,~ Nell'orto s'introdusse a passo tardo.~ ~
1428 2, 28| quando il cor mio~ Non invaso dal mondo, e dall'amore~
1429 | invece
1430 4, 66| gioia non fìnta.~ O chioma, invidia delle mie compagne,~ Io
1431 1, 44| il seme,~ Rispose, che tu invidii all'arboscello,~ É dentro
1432 6, 23| ch'io da te sia lunge?~ Invisibil vedró quel che tu fai:~
1433 5, 2 | il nascondea,~ Come Nume invisibile sedea.~ ~
1434 3, 21| potessi io)~ E alla grand'opra invoca auspice il cielo~ Con occhio,
1435 6, 68| pentirti ti consiglia,~ Invocalo: nel ciel ti sarà resa~
1436 1, 3 | che nel chiuso orrore~ S'involan delle selve al nibbio avaro~
1437 6, 35| Solendo all'altre monache involarsi,~ Girovagare intorno, e
1438 4, 49| forte catena,~ E le sovresse involontarie stille,~ Che ad entrambi
1439 1, 54| astri il cielo ingemma, e lo inzaffira,~ Ei vi accende la Luna,
1440 6, 50| figlia innanzi al padre irato~ Che con moto di man, subito,
1441 6, 35| inchieste ad ingannar, l'irava molto~ Di esser cercata,
1442 5, 2 | E bello era mirarle, ire e redire~ Chiuse dei loro
1443 6, 86| sul cerchio — danzare dell'Iri,~ Di concava nube — formarsi
1444 3, 40| drappello verginale~ Dell'iride ravvolto nel zaffiro,~ Che,
1445 3, 4 | aspetto~ Velavano di tal, che irrequieti~ Spirti mostrava, ed era
1446 4, 45| colá confitta~ Da forza irresistibile d'incanto;~ Che benchè poi
1447 3, 26| nuda si martira~ Tra pruno irsuto, e disdegnosa ortica;~ Mandan
1448 6, 1 | le minori alate schiere~ Isbigottite dal vicin periglio;~ Ma
1449 6, 36| alcune rupi vanno~ Rotte in ischegge, restan l'altre immote;~
1450 6, 64| tradire~ Nol vuoi, per pochi istanti asil mi dia~ Il tuo convento.
1451 | istesso
1452 1, 5 | un'infallibil arte,~ Un istinto profetico e divino~ Guida
1453 2, 19| E su tali pensieri istupefatta~ L'anima di Teresa si arrestava,~
1454 5, 11| E mentre suor Sofia s'iva a sedere~ Tratto lo scanno,
1455 3, 31| meste,~ Dipinte attorno lá di quel sedente,~ Che fuoco
1456 4, 55| sopra, a ciocca a ciocca~ Mi lacera i capei, mentre che a croce,~
1457 6, 35| Non lacrima, non riso era in quel volto,~
1458 6, 76| Teresa, che ascoltato~ Or lacrimando, ed or fremendo avea~ Dell'
1459 2, 38| A richiudere il ciglio lacrimoso;~ Ma un cantico la fere,
1460 6, 59| femmina, un lamento,~ Che da laggiú della badia s'alzava;~ Scendo
1461 4, 44| balcone, e veggio~ Lui, che laggiù della chitarra al suono~
1462 4, 66| depongo ed il mio cor sen lagne.~ ~
1463 1, 48| chiuso il nido, odi che lagno~ Fa con l'amico suo su quella
1464 2, 33| ignoranza profonda.~ Dormi: nel lago del tuo cor non io~ Gitterò
1465 4, 73| ciglio~ Si ebbe tersa una lagrima sospesa,~ Sclama: — Adoriam
1466 6, 65| fu nata,~ Ed anelando, e lagrimando al petto~ Se la serrò la
1467 6, 80| al cielo~ Ne asciugano le lagrime col velo.~ ~
1468 5, 13| una canzone, e oh quanti lai~ Sparge allorché la canta,
1469 1, 10| villosi otri le offrìa,~ E lambivale il volto e ne godea,~ Mentr'
1470 4, 69| le serate~ Pietosamente a lamentar sen venne~ Con la chitarra
1471 2, 17| novello?~ Ah! dimmi: ti lamenti, o rosignolo,~ Forse per
1472 2, 31| sotto le nevi intatte:~ Così lampada sacra arde, ed 'l vento~
1473 1, 11| ancor voto solenne~ D'aspre lane del collo il bel ligustro:~
1474 4, 39| mente attorno giro~ L'occhio languente ancora, e ancor smarrito~
1475 2, 25| stesa,~ Se ne distacca ancor languidamente,~ E già dorme, e già suona
1476 4, 57| usato!~ Stando nel letto da languor diffusa,~ Con la mente e
1477 2, 22| Ma quel dito vi scorre largamente,~ Chè sue rotonde grazie
1478 4, 28| Ad ora ad or per poco il largo petto~ Sotto camicia bianca
1479 6, 91| in un momento~ Vidi quai larve quelle suore, e dissi:~
1480 6, 64| sia~ Ch'io qui mi sgravi. Lascerai perire~ Tu la mia prole?
1481 2, 21| riso;~ Poi la bacia, e le lascia di cinabro~ Un'impronta
1482 4, 38| apre improvviso, dietro sè lasciando~ Succedente fragor, rompe
1483 6, 65| occhio moribondo,~ Mesto per lasciar lei, ch'era il suo mondo.~ ~
1484 1, 2 | Vergini abitate,~ Che vi lasciâr partendo un'aura amica~
1485 6, 40| noi?~ Ti pesa il mondo che lasciasti? — Ed ella:~ — Anzi lieta
1486 6, 66| Veggio la vanità di quel che lasso.~ ~
1487 2, 41| belle~ Chiare stelle — di lassú.~ ~
1488 3, 40| ombra loro in giù cadente~ Latra il cane fedel dogliosamente.~ ~
1489 6, 42| rimbombar s'intende~ Di latrati la selva, a cui si mischia~
1490 4, 56| abbandonata, e che nessuno~ Al mio lavor pon mente; e al mio digiuno.~ ~
1491 4, 55| capei, mentre che a croce,~ Legando umilemente ambo le braccia,~
1492 6, 52| Perché tentava uccidersi, ho legata.~ «A te l'affido, a me più
1493 6, 49| Ma odii e cupi rancor leggeansi in viso.~ Cercommi di sua
1494 3, 3 | tanto ei va leggieri,~ Leggeri più che uccel, che il vasto
1495 3, 38| con timorose~ Sembianze leggerissima montare~ Da nube a nube,
1496 1, 4 | piè, che gira~ Leggero, leggerissimo per quelle,~ Ma dove i canti
1497 6, 10| Aurei costumi, e mesta leggiadria~ Della sua vita ad ogni
1498 4, 77| Cacciala pure in fondo al rio: leggiera~ Torna la fronda a galla
1499 3, 3 | Orma vi resta, tanto ei va leggieri,~ Leggeri più che uccel,
1500 6, 90| sommesso — sia il passo leggiero,~ Perchè non si svegli —
1501 2, 4 | d'argento~ Orlano i bruni lembi, e qual si sfiocca,~ Come
1502 6, 4 | Domato v'apparì l'aspe e 'l leone.~ ~
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