2-chiam | chiar-fatto | favel-leone | leoni-piovv | piuma-seder | sedev-uscir | uscit-zelo
Canto, Ottava
1503 6, 4 | smarrito.~ Fra gli aspidi, e i leoni illesa suole~ Spinger la
1504 3, 30| scorni tostochè si accorge~ I lerci denti per doler digrigna.~
1505 1, 19| volto giace~ Appo i taciti letti, il seno oppressa~ Dal pensier
1506 6, 77| nuova aurora,~ S'accosta al letticciòlo, ove coverta~ Crede l'Eugenia
1507 5, 1 | Che un gemer fioco, una lettura pia.~ ~
1508 5, 28| Le stringe a lungo, e poi levando in essa~ La faccia sfavillante,
1509 2, 19| arrestava,~ Quando Eugenia levandosi ad un tratto:~ —Entriam,
1510 4, 77| mattina a sera,~ Se non posso levarmelo di mente?~ Cacciala pure
1511 5, 11| Crocifissa,~ Ne fosse punta, e si levasse suso;~ Di aver la veste
1512 2, 48| sorride all'Eugenia, che, levata~ Bianca dal sonno, e madida
1513 1, 18| palpiti in quei veli un'aura leve,~ Di poi le conta, e da
1514 6, 23| Non far che me la levino, le dice,~ Me l'ho messa
1515 4, 82| canto —~ Così dicendo in piè levossi; attorno~ Alla persona si
1516 4, 28| camicia bianca si mostrava:~ Libero nel domestico vestire~ Mel
1517 4, 15| cui parea~ Di sua novella libertà confuso.~ E poi che nostre
1518 6, 79| Volo sopra Teresa andò a librarse,~ Indi spiccossi; al raggio
1519 1, 29| a destra e a manca~ Come librata sopra l'aura corre~ E l'
1520 4, 23| Dio sempre il mirai.~ Sul libro, sugli altari, in ogni parte,~
1521 6, 19| Or bianco lino entro il licor tuffando~ Di olenti spirti,
1522 4, 30| faccia.~ Tu certo ignori come lietamente~ Scherzar sappia il fratello,
1523 1, 5 | Ripiglia il volo con più lieto metro,~ Varca le nubi, né
1524 2, 14| Ma i lievi colpi delle molte dita~
1525 1, 29| se imbianca,~ Susurrando lievissima trascorre~ La valle, cui
1526 1, 11| aspre lane del collo il bel ligustro:~ Cresceale intonso il crine,
1527 1, 13| tremante brina,~ Che in sua limpida sfera agl'immortali~ Raggi
1528 1, 9 | ruscel, che come mostra~ Le limpide onde, in sua sorgente muore,~
1529 6, 53| labro a sangue,~ Libra la lingua rapida com'angue:~ ~
1530 1, 27| nitide e monde~ Lor vesti e i lini dell'altar di Dio,~ E spesso
1531 1, 4 | dove i canti della sacra lira?~ Dove i sospiri delle verginelle?~
1532 2, 20| leva la manina,~ Gliela liscia alla gola, e lentamente~
1533 1, 49| vicenda le piume sossopra,~ Lisciarsi l'ali, e l'uno all'altro
1534 5, 23| Siasi ritratto a più sicuro lito~ Indifferente spettator
1535 1, 3 | questo mondo ingannatore,~ Locando in dio l'affetto lor più
1536 1, 2 | Un suono qual di voci in lontananza.~ ~
1537 2, 38| e fa che muova~ Da lei lontano il reduce riposo.~ Riapre
1538 4, 52| straniera,~ Mutamente su me loquaci ciglia~ Rivolgon tutti,
1539 6, 72| Madre, io la rovesciai, lottai con lei,~ Com'ora lotto,
1540 6, 72| lottai con lei,~ Com'ora lotto, e fo spietata guerra~ Con
1541 4, 65| avea una chioma d'ebano lucente,~ che al ginocchio mi gìa
1542 2, 8 | lungamente di costei rimira~ Una lucida treccia, che disciolta~
1543 6, 37| distese,~ Mentre vociando con lugubre metro~ Ansioso un corvo
1544 4, 69| balconi~ Stancando il ciel di lugubri canzoni.~ ~
1545 2, 23| invita;~ Ma pria smorzano i lumi testimoni,~ Ché a mostrarsi
1546 6, 60| astri, e pel pieno~ Disco lunar, faro d'un mondo eterno,~
1547 4, 15| atti cortesi e di amistà lung'uso~ Ei fu da noi, né scorderó
1548 6, 23| tu forse ch'io da te sia lunge?~ Invisibil vedró quel che
1549 6, 85| Dell'aurea sua chioma — lunghissimi fili,~ Che il Sol tramontando —
1550 1, 17| Staccandosi repente, un corridore~ Lunghissimo traversa, e dell'antica~
1551 3, 37| alla gota, ove vermiglia~ Lussureggia la rosa, al portamento.~
1552 3, 44| presso,~ V'intinge e la lustrale acqua versata~ Sulla funebre
1553 6, 31| altre percote,~ E che dei Luzzi appellasi, era nata~ Da
1554 3, 46| Pria che un pensier la macchi, muoia o spire—~ E quì tacendo,
1555 4, 74| rondine volasti~ Sul fango, nè macchiasti il tuo candore,~ Chè allor
1556 3, 8 | a cui superba~ La squama maculata in auro ride,~ E sibila
1557 5, 24| ragiona,~ Che un dì con Maddalena peccatrice~ Adoperò: «Qualunque
1558 2, 48| levata~ Bianca dal sonno, e madida la faccia,~ Aperta intanto
1559 1, 37| odori,~ Chiede amorosa:—Alla Maestá divina~ É forse d'uopo di
1560 1, 22| le palpèbre rosse,~ E la maestà di vergine guerriera,~ Che
1561 3, 13| Maestosamente grande è quella chiesa,~
1562 | maggior
1563 3, 8 | occhio il conquide~ E con magico carme il disacerba,~ Pon
1564 6, 75| Teresa,~ Moria maledicendo, o maledetta.~ Oh tristo fine di chi
1565 6, 75| infelice, o mia Teresa,~ Moria maledicendo, o maledetta.~ Oh tristo
1566 6, 10| Ma, del suo maledir ratto pentita,~ Pregava
1567 6, 74| cielo e chi l'ha fatto,~ Maledirò quel Dio, che a tal m'ha
1568 6, 9 | rotti accenti~ Entrambi malediva i suoi parenti.~ ~
1569 | malgrado
1570 3, 30| sporge~ Con pupilla di vipera maligna~ Dalle spalle del primo
1571 5, 12| risponde, un cuore~ Così maligno, se non eri offesa?~ — Padre
1572 4, 64| crosciando~ Tutta m'empiva di malinconia.~ I miei belli e primi anni
1573 1, 50| mi piovea~ Nell'alma un malinconico diletto;~ Or perchè nulla,
1574 6, 3 | Ghigno le labbra aprian maliziose,~ Quando la Madre, poi che
1575 3, 38| e tra le rose~ Delle sue mamme il pargolo allattare;~ Mira
1576 5, 34| caccia il corpo inerme, e la mammella~ Pigliando ne la spinge,
1577 4, 38| Viene il respiro all'arator mancando;~ L'alito a me così fuggì
1578 4, 25| Cercando in esse ciò che mi mancava...~ Non altrimenti, o madre
1579 5, 34| sotto il destro, or sotto il manco lato~ Le caccia il corpo
1580 4, 42| intelligenza~ A me d'intorno, e mandarmi un saluto;~ Pareva che addormitami
1581 1, 36| spirital cibo si priva~ Mandi un raggio che il nutre,
1582 4, 14| nell'ardito portamento~ Al mandorlo, che chiama Primavera~ Con
1583 6, 1 | riprendono il canto e lor maniere,~ Se quei sparisce, e fan
1584 6, 57| Stringeano l'armi ancora, e manifesta~ Facean l'ira ch'entrambi
1585 6, 26| Una soltanto avvien che manifeste~ Segni di gaudio nel comun
1586 1, 49| cinguettare e saltellar mansueti,~ Porsi a vicenda le piume
1587 1, 17| tutt'amore~ All'ombra del mantel, che ampio discioglie~ Una
1588 1, 57| sera~ Un soave color di margherita~ Spargea sull'occidente,
1589 3, 2 | granello di sabbia in seno ai mari~ Dell'infinito, e stargli
1590 4, 18| Giurato ci avevam di tor marito;~ Ma a toglierlo io fui
1591 3, 7 | subitamente genuflesso~ Poggiò sui marmi dell'altare il volto,~ E
1592 4, 29| vider le sorelle in quel martire,~ E ignorando di amor sciolsero
1593 4, 56| come dir qual fosse il mio martoro,~ Quando, scorsi tre dì,
1594 4, 9 | ruscelletto,~ Che geme tra alti massi prigioniero;~ Masso è pure
1595 4, 9 | alti massi prigioniero;~ Masso è pure il cor, se ben lo
1596 4, 31| il guancialetto;~ Esser mastro nel giuoco, e tu lo sai;~
1597 4, 2 | sforza~ Dalla gelosa sua materna scorza.~ ~
1598 5, 11| Di aver la veste a suor Matilde scisso,~ Furato un ago,
1599 4, 77| indivisibilmente,~ Se egli m'insegue da mattina a sera,~ Se non posso levarmelo
1600 2, 39| primi albori;~ Ai preghi mattutini le sorelle~ Risvegliando,
1601 5, 10| Coro~ Al canto dell'Uffizio mattutino~ D'aver messo in non cale
1602 3, 32| Dio le tacite vendette~ La matura giustizia e la pietate;~
1603 1, 16| la badia?~ Ella ha senno maturo, ed ella sola~ Può dar risposta
1604 4, 36| affronto,~ Dare un bacio e il mazzetto a suo piacere.~ Ahimè! le
1605 4, 35| uscendo,~ Tornó recando un mazzolin di viole,~ E questo alzando
1606 1, 38| L'edra, che a questo mazzolino è freno,~ Ad un'anima povera
1607 3, 15| le cornici e i capitelli~ Meandri, arabeschi, e serie mostruosa~
1608 | medesima
1609 5, 2 | udire~ Giudice, e insieme medico, e dottore~ Quegli, poiché
1610 5, 15| altrimenti,~ Animi vili nella melma fitti~ Uso a veder nella
1611 5, 15| sente, in ascoltarle, una melode.~ ~
1612 4, 75| che bolle~ Tutta di Dio, membrando ogni passata~ Amorosa fortuna!
1613 5, 22| E a che membrare un già passato amore?~ Sai
1614 6, 59| dormia il convento,~ Ed io memor di lei per lei pregava,~
1615 3, 12| suore uscite,~ La Badessa la mena immantinente~ Giù nella
1616 4, 27| a un tratto~ Tornò seco menando il suo fratello.~ O ingenua!
1617 4, 16| non già soletto~ Ch'una menó con sè minor sorella,~ Che
1618 3, 24| che lor bellezza~ Non sia mentita, né dipinto e inciso~ Questo
1619 | Mentr'
1620 6, 10| l'afflisse.~ — Forse il mertai? — sclamava, e qui l'ordita~
1621 2, 4 | nubi agita il vento,~ E le mesce, o le spazza, e le comparte~
1622 6, 91| delle selve, che vicine~ Mesceano i lor sospiri a quel del
1623 3, 1 | mondo si ridesta,~ Il canto mescolarsi avesse udito~ Delle suore
1624 6, 73| me l'inferno.~ Per nove mesi nei boschi mi spersi,~ D'
1625 4, 62| Quando dal campanil, come un messaggio~ Dell'altra vita, l'oriuolo
1626 5, 10| Uffizio mattutino~ D'aver messo in non cale il mio lavoro,~
1627 2, 21| di labro~ Ride Teresa un mestissimo riso;~ Poi la bacia, e le
1628 3, 5 | Crescea ingombrando di mestizia il loco.~ ~
1629 5, 20| Cade a celargli la difficil meta.~ ~
1630 1, 34| madre han vista e intesa~ Mettean sì acute strida oltre il
1631 3, 3 | Tutto l'orror mettendogli d'avanti~ Dell'oscuro sepolcro,
1632 6, 55| il piú bell'angel di Dio~ Mettesse quando su di sè piombata~
1633 4, 82| Presso è l'ora, che innanzi mezzogiorno~ Ci chiama al Coro, alla
1634 3, 31| ministro del furor celeste,~ Michel, che regge in vista ancora
1635 1, 5 | e divino~ Guida a clima migliore, a miglior parte;~ Arresta
1636 6, 30| lampa il mobil raggio~ Fa mill'ombre danzar sopra le mura,~
1637 4, 69| carezze simulate~ Preghi e minacce saldo il cor sostenne.~
1638 3, 18| Che pauroso alla vista e minacciante~ Distaccarsi e piombar per
1639 4, 7 | mesti~ Delle sue fronde al minimo lamento,~ E tu nulla, o
1640 4, 16| soletto~ Ch'una menó con sè minor sorella,~ Che essendo arguta,
1641 6, 1 | l'artiglio,~ Tacciono le minori alate schiere~ Isbigottite
1642 4, 17| a fianco ed io con lei~ Mintrattenevo assai piacevolmente~ Senza
1643 1, 30| vivaio~ Stuol di pesci nutria minuto e gaio~ ~
1644 3, 21| specchia il cielo e Dio.~ Miracolo gentil! tosto che il velo~
1645 4, 23| ritto tra me e Dio sempre il mirai.~ Sul libro, sugli altari,
1646 1, 48| piagno,~ Nè ho cuore di mirar la poverina.~ Or che l'è
1647 5, 2 | E bello era mirarle, ire e redire~ Chiuse dei
1648 4, 24| esco giurando di non più mirarlo.~ Inutil giuro! vidi incontanente,~
1649 1, 33| pensava così, mentre volare~ Mirava una dolente cardellina~
1650 4, 39| stanza, e presso me più miro~ Lui, che datomi il bacio,
1651 6, 42| latrati la selva, a cui si mischia~ L'acuto suon di cacciator
1652 3, 35| Dunque sì a lungo nel suo miser stato~ Durò, nè ancora Dio
1653 4, 17| Misero questa a fianco ed io con
1654 4, 56| cibo, ogni ristoro;~ Né misi il piede oltre la mia stanzetta.~
1655 3, 13| archi n'è sospesa,~ Che mista a religion mette paura~
1656 2, 33| il desio~ Di rompere il mister, che ti circonda?~ Sublime
1657 4, 48| il nostro crescea col suo mistero;~ Soli, improvvisi con la
1658 5, 26| porre in ordinanza~ Della mistica mensa il vario onore;~ E
1659 1, 1 | Giovine io sono di piú mite ingegno,~ Amo le Muse, e
1660 1, 51| gli arboscelli~ E l'han le mobili onde, e i fior del prato;~
1661 4, 19| di meno eri incessante~ A molestarla, e per tenerti in freno~
1662 2, 39| Voce argentina di due monacelle,~ Che correndo pei lunghi
1663 3, 19| fedeli ancelle~ Di questo monaster nella quïete!~ Ve' come
1664 2, 26| Immagine di ciel, che alla mondana~ Valle sei nunzia d'immortal
1665 1, 27| Ivi le suore fan nitide e monde~ Lor vesti e i lini dell'
1666 6, 87| le formino — alla gola un monile.~ ~
1667 6, 31| a salire~ Questa nostra montagna, altre percote,~ E che dei
1668 3, 45| Adunque da virtú a virtù montando~ Pensa che esser dovrai
1669 1, 29| Qual ape montanina, il ciel se imbianca,~ Susurrando
1670 2, 7 | offre del monte;~ Ma tu, montano venticello, in lei~ Non
1671 4, 46| e creder chi il potea?~ Montar fino al balcone era stato
1672 3, 38| Sembianze leggerissima montare~ Da nube a nube, e di Maria
1673 2, 4 | e qual si sfiocca,~ Come morbida lana a ciocca a ciocca.~ ~
1674 6, 53| afferra~ Saltando in piè; si morde il labro a sangue,~ Libra
1675 1, 20| Su legno polveroso un Dio morente~ E a piè di quello, un teschio
1676 6, 75| infelice, o mia Teresa,~ Moria maledicendo, o maledetta.~
1677 6, 65| Fissandola con l'occhio moribondo,~ Mesto per lasciar lei,
1678 6, 29| qual muor costei la non morio?~ ~
1679 2, 32| S'ella morisse, a lei parria l'eliso~ Forse
1680 4, 13| correvan l'ore,~ E il dolce mormorar di quieto rio~ Io lo sentia
1681 4, 79| uman corpo serra»~ Così morrà fanciulla; e non ha detto~
1682 2, 28| Perchè morta non son, quando il mio core~
1683 1, 22| vergine guerriera,~ Che dei mortali affetti, e della terra~
1684 3, 44| urna ove, intagliata~ La mortella intrecciavasi al cipresso,~
1685 1, 15| richiami~ Un pò di vita su quel morto aspetto,~ Se vuoi che ratta
1686 1, 4 | spira~ Pei corridoi e le moscose celle,~ Sembra che imiti
1687 5, 12| due suore~ Avean dapprima mossa aspra contesa.~ — E con
1688 2, 36| tempo gustò troppo fugaci;~ Mosse attorno le mani, a sè d'
1689 4, 52| cessa ogni riso,~ Come mostrare mi si vede il viso.~ ~
1690 5, 5 | Gabriello?~ E se tal sei, mostrarmiti ti lice? —~ E quei: — No,
1691 2, 23| i lumi testimoni,~ Ché a mostrarsi a se stessa ognuna evita~
1692 1, 56| giorno molte e varie cose~ Ti mostreró di quelle avventurose.~ ~
1693 3, 29| di tirarne ai regni bui,~ Mostro, cui di domare han soli
1694 3, 15| Meandri, arabeschi, e serie mostruosa~ Di fere alate e di scolpiti
1695 6, 15| intesa~ A interpetrarne i moti, e i tronchi omei,~ Ond'
1696 4, 17| senza che ai bei~ Lieti motti di lui ponessi mente.~ Pure,
1697 3, 46| che un pensier la macchi, muoia o spire—~ E quì tacendo,
1698 6, 23| e poi soggiunge:~ — E se muoio, non piangermi: non lice~
1699 6, 29| terribile di Dio!~ Perchè qual muor costei la non morio?~ ~
1700 6, 64| non cal morire,~ Nè dov'o muora, no; ma in breve sia~ Ch'
1701 2, 38| cantico la fere, e fa che muova~ Da lei lontano il reduce
1702 1, 54| egli l'aggiorna,~ Egli ti muove il piccol cor nel petto;~
1703 3, 16| cornicioni~ Sembrano vivi e muoversi quai spetri,~ Quando sopra
1704 4, 49| tementi~ Di esser sorpresi, muovevamo appena~ Le labbra, e rari
1705 1, 32| E tanto l'uomo quanto il musco e il fiore,~ Quanto l'insetto,
1706 3, 17| donne, rampicando~ Per la muscosa cupola s'invola~ Dalle bassi
1707 1, 24| valli ed antri aprìa,~ Antri muscosi sul cui fondo cieco,~ Memore
1708 1, 1 | piú mite ingegno,~ Amo le Muse, e a meditar quì vegno.~ ~
1709 2, 15| O musico selvaggio, a che tu solo~
1710 4, 70| natale~ Dove vestii, ma non mutai già l'ale.~ ~
1711 4, 52| io diventai straniera,~ Mutamente su me loquaci ciglia~ Rivolgon
1712 6, 26| Mute cosi, così pensose e meste~
1713 2, 30| fa vibrarlo, può restarsi muto?~ A ferro, a sasso privo
1714 1, 45| Come nacqui e da chi? — Da me nascesti:~
1715 3, 14| acuti,~ Dei quali or vari nani inginocchiati,~ Ora satiri
1716 4, 10| O madre, esclama, a che narrar mia vita?~ Forse il consiglio
1717 3, 1 | aure e foreste,~ Quando nascendo il dì, par che vestito~
1718 5, 20| or del nov'anno~ Coglie i nascenti fior sul suo cammino;~ Nè
1719 1, 45| nacqui e da chi? — Da me nascesti:~ Non mi chiami tu madre?
1720 3, 23| incenso, il cui vapore lo nasconde,~ Mentre la verginella china
1721 5, 2 | Quegli, poiché la grata il nascondea,~ Come Nume invisibile sedea.~ ~
1722 6, 43| fondo~ A queste selve non si nascondesse~ Nessuna fiera ch'ei cacciar
1723 1, 10| sotto vil forma ferina~ Nascosa avesse sua beltá divina~ ~
1724 6, 41| Ella l'ascolta, nè tener nascosta~ Puote la gioia, e suo contegno
1725 1, 43| Me la volle adornar di nastri e fiocchi;~ Ma ella sta
1726 1, 13| Ignora nondimeno i suoi natali,~ Nè sa da qual si alzò
1727 1, 33| melo i suoi figli or ora nati.~ ~
1728 5, 4 | O non corrotta purità natia!~ Un angelo é per lei quel
1729 6, 57| Chè nato il nuovo dí, nella foresta,~
1730 6, 46| ufficiò bramó, nè gliel negai;~ Ma quando altrove uscendo
1731 4, 25| intesi il bisogno, e a che negarlo?~ Di vederlo per sempre
1732 4, 56| Quando, scorsi tre dì, tuttor negletta,~ Mi vidi abbandonata, e
1733 4, 28| Entrò ridendo: aveva il crin negletto~ Che per gli omeri a lui
1734 | negli
1735 4, 79| troppo è potente e 'l gran nemico~ Di lui si vale quando a
1736 4, 22| quale della sua pupilla nera~ Lampo su me cadeva all'
1737 3, 34| E giú a tirarne nei tuoi neri chiostri?—~ ~
1738 | Nessuna
1739 | nessuno
1740 5, 34| la spinge, e 'l desiato~ Nettare mentre che ne spreme e sugge,~
1741 3, 38| Su quel monte di nuvole nevose,~ Onde la luna pallida traspare,~
1742 1, 3 | S'involan delle selve al nibbio avaro~ Lungi da questo mondo
1743 1, 49| vidi un giorno lieti~ Dei nidi affaticarsi intorno all'
1744 | niente
1745 1, 30| era la Dea,~ Che era la Ninfa, che l'avea nutrito;~ Ed
1746 1, 27| obblio:~ Ivi le suore fan nitide e monde~ Lor vesti e i lini
1747 | niun
1748 6, 53| serra.~ Io a sciogliere quei nodi invan mi provo,~ Alfin li
1749 4, 71| E a non tradirmi, ore noiose, e lente~ Or trae, di un
1750 1, 52| consorte~ La donna avea, che si nomava l'uomo.~ Dio l'una fece
1751 3, 9 | Ma la Badessa, che l'avea notato~ Lungamente nel tempio,
1752 5, 18| Della sua storia le pietose note.~ L'ode in silenzio il confessore;
1753 4, 82| convento e un giorno~ Ti sarà noto, o mia Teresa: intanto~
1754 4, 51| trovai di fuori,~ Chè i notturni colloqui, e i nostri voti,~
1755 5, 20| segue le farfalle, or del nov'anno~ Coglie i nascenti
1756 5, 36| Come a Novembre in un buio mattino~ Di là
1757 | null'
1758 5, 2 | grata il nascondea,~ Come Nume invisibile sedea.~ ~
1759 5, 31| di aspettarlo a te non nuoce)~ Sentirai sulle spalle,
1760 3, 34| Demonio mio?~ Perché a nuocerci intento ognor ti mostri~
1761 3, 27| Trinità terza persona,~ Nuota fermando la rosata zanca~
1762 4, 71| dentro una corrente~ D'una nuotato avrei gioia perfetta,~ E
1763 2, 2 | bigio velo~ Di mille, che nuotavano pel cielo.~ ~
1764 4, 44| cento~ Teme e speranze, e nuovi dubbi ondeggio:~ Odo di
1765 1, 36| Mandi un raggio che il nutre, e lo ravviva—~ ~
1766 1, 11| gliel rendean più lustro,~ Nutrendolo di odori, e in vario rito~
1767 6, 73| mi spersi,~ D'erbe solo nutrita in crudo verno.~ Vissi tra
1768 1, 30| era la Ninfa, che l'avea nutrito;~ Ed essa, questo e quel
1769 3, 41| Dalla punta di nuvola rosata~ Sfolgorante in sua
1770 5, 36| buio mattino~ Di là dai nuvoloni, ond'è il ciel chiuso,~
1771 6, 32| m'imponea,~ Mio malgrado obbedii perchè un abuso~ Quella
1772 4, 45| derelitta~ L'anima in lui mi si obbliava intanto,~ E allora fu, che
1773 4, 27| già perché io lì fossi, obbliavo affatto~ Tra quell'allegro
1774 6, 75| infetta~ Val del mondo, che obbligo non hai?~ Quai grazie non
1775 2, 37| gioia, ove ogni amor si oblia?~ Nè il dì ti basta, che
1776 4, 58| quaggiù, dolore.~ Le cagioni obliai di ogni mio affanno;~ Piccolo
1777 6, 44| perchè non compresi il senso oblico?~ Qual già d'intorno ad
1778 1, 57| margherita~ Spargea sull'occidente, e della schiera~ Delle
1779 5, 11| scisso,~ Furato un ago, ed occultato il fuso.~ E mentre suor
1780 2, 29| che al pianto dell'aurora~ Occulto nasce ad una siepe allato;~
1781 6, 74| felicità non avrò drento,~ S'odiar potrò dal luogo ove mi reco?~
1782 4, 21| commossa:~ Disprezzarlo, odïarlo io mi credea,~ E giunta
1783 6, 49| cui non utili rimorsi,~ Ma odii e cupi rancor leggeansi
1784 5, 13| più secrete anche di lei.~ Odila; al suo dolor tu sol potrai~
1785 2, 25| suo respiro~ Come d'aura odorata alterno spiro.~ ~
1786 1, 29| brina ha fatto bianca~ L'odorato suo pascolo a raccorre;~
1787 5, 14| allato~ Per tutto attrarne l'odoroso fiato;~ ~
1788 4, 35| questo alzando in alto, ed offerendo~ Di tutte agli occhi: Orsú,
1789 2, 7 | Lana il bel collo al vento offre del monte;~ Ma tu, montano
1790 1, 24| Vergine capricciosa, un misto offría;~ Che il suol or sorge in
1791 1, 10| turgidi e villosi otri le offrìa,~ E lambivale il volto e
1792 4, 55| Senza schermo al suo sdegno, offro la faccia.~ ~
1793 | ognun
1794 4, 76| Ohimé! Madre, che parli? [sospirando,~
1795 | Oimè
1796 1, 25| pampini e grappi un caro olezzo~ E 'l sol, che sulle brune
1797 1, 11| farfalla, avea le penne~ Spinto oltr'i fiori del secondo lustro,~
1798 5, 27| fanciulla in sulle soglie~ D'oltrepassarle incerta, e una di loro:~ —
1799 2, 48| E con gli alberi insieme ondeggi al vento.~ ~
1800 4, 44| speranze, e nuovi dubbi ondeggio:~ Odo di una canzona il
1801 1, 56| Che a te pari in età, gli onesti affetti~ A Dio serbâro di
1802 6, 31| casa non men ricca, che onorata.~ ~
1803 6, 20| suol stupisce sui perduti onori;~ ~
1804 1, 46| Dio,~ A questa di mia mano opera muta;~ Ed ecco Dio dà ascolto
1805 3, 32| mette~ Di nostra vita l'opere passate,~ Quindi di Dio
1806 3, 14| Ordine lungo per gli opposti lati~ Discorre di cappelle
1807 5, 15| trafficar delitti,~ Ed avari, oppressori, fraudolenti~ Il decoro
1808 4, 59| Lontan, ma assai lontan, l'orbe di argento~ Solo di quelle
1809 5, 10| lavoro,~ Rotta una lampa, e l'orciolin del vino;~ Di aver con vanità,
1810 5, 26| Intendevano a porre in ordinanza~ Della mistica mensa il
1811 1, 25| ronzan l'api, vi sussurran l'ôre,~ Mandan pampini e grappi
1812 6, 30| Porgea Teresa con tremor l'orecchia~ Al dir solenne dell'austera
1813 5, 10| Camminando, agitato l'orecchino,~ E nello specchio, ma una
1814 6, 68| pesa~ Separarti da questa orfana figlia,~ Ecco il confitto
1815 6, 67| l'uom; le sia taciuta~ L'origin sua; non sappia parimente~
1816 2, 35| Il capo in abbandon sull'origliero;~ Ma ingannevol quiete le
1817 4, 62| messaggio~ Dell'altra vita, l'oriuolo suona:~ Che cosa, io dissi,
1818 2, 4 | colli, altre d'argento~ Orlano i bruni lembi, e qual si
1819 3, 3 | quaggiú, nè di suo pianto~ Orma vi resta, tanto ei va leggieri,~
1820 2, 32| L'oro, di cui testé le ornai l'orecchio.~ ~
1821 3, 15| Ornano le cornici e i capitelli~
1822 6, 37| vision mi scese~ Sul capo, orrenda. Mi parea vedere~ Come Gabriella
1823 2, 18| era altrettanto~ In quell'orribil notte, e mi cadea~ Solennemente
1824 3, 37| tormento~ Tra le spine, e l'ortiche, e che or beata~ È nei divini
1825 6, 43| luoghi consacrati a Dio,~ Osa portar le vanità del mondo?~
1826 1, 33| attorno a quel melo e non osare~ Per temenza di lei farsi
1827 1, 31| ne intendesse la parola:~ Oscilla con le code tremebonde,~
1828 3, 3 | mettendogli d'avanti~ Dell'oscuro sepolcro, ed i misteri,~
1829 4, 46| fino al balcone era stato oso;~ E senza averlo visto io
1830 3, 43| a lasciare le mie pover'ossa,~ Ned allora di me ti prenda
1831 6, 81| Di poi desiando l'osservanze estreme~ Rendere a chi fu
1832 5, 3 | diman prender dovrai~ L'ostia immortale per la prima volta~
1833 1, 42| dove non fan guerra~ Dell'ostili stagioni il caldo e 'l gelo.~ —
1834 1, 10| avea~ I turgidi e villosi otri le offrìa,~ E lambivale
1835 5, 9 | sono~ Gravi ed indegne di ottener perdono?~ ~
1836 6, 72| miei,~ Nè curo il loco, ch'otterró sotterra.~ Non avró forse,
1837 3, 36| maledetto~ Perché non volle, non ottien perdono;~ E non lo vuol,
1838 6, 5 | Occhio indagasse il casto ovil di Cristo.~ ~
1839 | Ovunque
1840 6, 79| Perocchè, fosse caso, ovver divino~ Volere, quivi una
1841 2, 42| Questa terra è il suo paese,~ Nè egli attese — un altro
1842 6, 55| Che di sue colpe va a pagare il fio.~ Al par dell'uno,
1843 5, 26| vario onore;~ E qual la palla insalda, rimembranza~ Del
1844 6, 88| rose e di viole,~ In man palleggiare — lo globo del sole.~ ~
1845 6, 57| altro alla testa~ D'un soave pallore era dipinto~ E gli piangeano
1846 6, 77| ancora;~ La contempla, la palpa, e: — Oimè, diserta!~ O
1847 1, 22| l'era.~ Avea di pianto le palpèbre rosse,~ E la maestà di vergine
1848 6, 18| madre sull'amata testa~ Palpita di amatissima figliuola,~
1849 5, 33| Che il grande istante palpitando attende.~ ~
1850 3, 17| il tetto,~ Sente per tema palpitare il petto;~ ~
1851 4, 61| E che allora per lui non palpitava;~ Che mi batteva e privo
1852 1, 31| E or spicinando poco pan sull'onde~ Ne richiama la
1853 5, 1 | pigliar da lui~ L'eucaristico pane al dì vegnente;~ Ond'altro
1854 1, 21| canarino,~ Che or becca di panìco una pannocchia~ Or qua e
1855 3, 5 | qual fiordaliso~ Da bigio panno candida una mano.~ Ma amaro
1856 1, 21| Che or becca di panìco una pannocchia~ Or qua e là saltella, e
1857 5, 17| orecchio, e con la mano~ Parando i detti: — Oh qual, dice,
1858 2, 1 | ancelle,~ Togliendosi alle parche e fredde cene,~ Ritratte
1859 5, 22| amore~ Incorrotto serbar pare follia?~ Sai tu se, sopraggiunto
1860 6, 12| Ma tosto allor pareale di vedere~ Passar volando
1861 6, 9 | Entrambi malediva i suoi parenti.~ ~
1862 3, 19| Dotto pennello quì sulla parete!~ Vien, vieni, e mira questa
1863 4, 42| e mandarmi un saluto;~ Pareva che addormitami giá infante~
1864 1, 10| Quì crebbe pargoletta e se vagìa,~ Una cerva,
1865 4, 79| Forse il Signor: beato al pargoletto? —~ ~
1866 3, 38| rose~ Delle sue mamme il pargolo allattare;~ Mira la Vergin
1867 6, 67| L'origin sua; non sappia parimente~ Me, ed il mio nome: non
1868 6, 38| E molte cose di Dio le parlai,~ Commemorando l'immortal
1869 4, 49| Parlammo noi? dir non lo so; tementi~
1870 6, 52| me più star non lice»;~ E parlando così, s'accommïata;~ Scendo
1871 4, 29| improvviso,~ Ambi voler parlare, e non ardire.~ Ed in molle
1872 6, 12| turbinio del suo pensiero,~ E parlarle così, soavemente:~ — Stolta!
1873 6, 1 | vergine stuolo a Dio sacrato~ Parlava or risentito, or riserbato.~ ~
1874 4, 49| vuota e l'anima ripiena;~ Ma parlavano invece i guardi ardenti,~
1875 5, 4 | Od altri che di lui le parleria.~ O di fanciulla vergine
1876 1, 8 | nomi belli;~ Io canto, e parmi già dal paradiso~ Vedervi
1877 2, 32| S'ella morisse, a lei parria l'eliso~ Forse di quel che
1878 2, 24| faccia,~ E si gonfi e si parta anch'esso in due~ Acerbe
1879 6, 18| tempesta~ Sotto dell'ali i parti implumi invola,~ Come duolsi
1880 6, 68| cura~ Da questo mondo puoi partir sicura»~ ~
1881 1, 3 | ne serba un debil grido,~ Partiron le colombe, e vuoto è il
1882 1, 5 | Partirono siccome pellegrino~ Stuolo
1883 3, 45| cella. E quando~ Colei si fu partita, in viso un misto~ Le apparve
1884 1, 44| dove la Fè e la speme~ Partoriscono un frutto ognor novello.~ —
1885 1, 29| fatto bianca~ L'odorato suo pascolo a raccorre;~ Tale la bella
1886 3, 3 | origlieri....~ Ahi l'uom passa quaggiú, nè di suo pianto~
1887 5, 21| d'un puerile vezzo~ D'un passaggiero amor serbi ricordo?~ Ha
1888 6, 84| lei si riposa,~ Riposa e passarle — fa innanzi alla mente~
1889 4, 75| Tutta di Dio, membrando ogni passata~ Amorosa fortuna! Al cielo
1890 3, 32| Di nostra vita l'opere passate,~ Quindi di Dio le tacite
1891 5, 22| E a che membrare un già passato amore?~ Sai tu se quel tuo
1892 4, 43| letto in vesta trasparente;~ Passeggio alquanto per la stanza oscura;~
1893 6, 17| ancor, ma non è nulla,~ Passerà presto questo po' d'algore:~
1894 6, 47| orror mi prende,~ E i miei passi rifó, perchè io volea~ In
1895 3, 36| di questo;~ A subbietto passiam meno funesto.~ ~
1896 1, 35| nude ali agitando, alla pastura,~ Mentre che per le gratole
1897 4, 41| stanza mia.~ E già taceano le paterne sale~ E tutta la famiglia
1898 4, 70| mio partire,~ Ed i lari paterni, e tante care~ Memorie ivi
1899 4, 75| fortuna! Al cielo e a Lei~ I patimenti sui sembran piú bei—~ ~
1900 6, 2 | dal tempio, e aver sembrò paüra,~ Che addosso glien crollassero
1901 3, 18| Che pauroso alla vista e minacciante~
1902 5, 8 | nel medesmo tempo io lo pavento.~ E come entrar potrà sí
1903 2, 9 | ami il sole che avvampa: o pazzarella,~ Tu il consiglio di lei
1904 4, 54| Siccome questo fior la tua pazzia~ Sarà distrutta, come questo
1905 4, 81| prime;~ Ma insanguinata e di peccata ordita~ La culla fu dove
1906 1, 36| lei;~ E tu sei pur che al peccator ristretto~ Nella cieca prigion
1907 5, 24| Che un dì con Maddalena peccatrice~ Adoperò: «Qualunque tuo
1908 3, 10| vincitore,~ E riduca la pecora smarrita;~ E peró da quel
1909 4, 65| sclamai, non dono no, non pegno~ Dell'amore di Dio; ma del
1910 3, 11| Sorte una pianta rara e pellegrina~ Ne circonda di pruni il
1911 2, 48| la minaccia~ Par che ne penda qual pomo di argento,~ E
1912 2, 20| Forse hai perduto quei pendenti d'oro?—~ ~
1913 1, 20| Che innanzi le pendeva infitto al muro~ Su legno
1914 4, 4 | vigore;~ Pur nel cor ti penètra! Ah! tutto pio~ Non é il
1915 2, 37| Che cerchi in questo luogo penitente,~ Ove ogni gioia, ove ogni
1916 3, 19| serbò l'immagin belle~ Dotto pennello quì sulla parete!~ Vien,
1917 2, 7 | quella luna~ Leva Teresa la penosa fronte;~ Guarda anch'ella
1918 5, 12| più bella, e tu non puoi~ Pensarti quanto ben ci vogliam noi.~ ~
1919 6, 13| E che pensato avrà di questa tua~ Fragilitade
1920 4, 53| ne fremo ancor quando vi penso)~ Che tra i panni veggendomi
1921 6, 26| Mute cosi, così pensose e meste~ Dell'egra il letto
1922 6, 70| Vuol ch'io mi penta? Ah! non avrà tal vanto.~
1923 6, 68| offesa~ Ti perdona, e a pentirti ti consiglia,~ Invocalo:
1924 6, 10| Ma, del suo maledir ratto pentita,~ Pregava ella il Signor
1925 5, 23| E sai tu finalmente se, pentito~ Del menzognero amor, dal
1926 6, 31| Questa nostra montagna, altre percote,~ E che dei Luzzi appellasi,
1927 4, 5 | primiero~ Presso ad un altro perde la verdura;~ E poi dei propri
1928 1, 41| lentamente~ Dispogliarsene, e perdere ogni bello~ Quando torna
1929 2, 15| è mesto?~ Forse il nido perdesti, o rosignuolo,~ Che ora
1930 4, 23| Non mi perdonerà, no madre, mai~ Dio quella
1931 6, 20| E 'l suol stupisce sui perduti onori;~ ~
1932 2, 20| picciol foro~ Forse hai perduto quei pendenti d'oro?—~ ~
1933 6, 79| girò per la stanza, e 'l peregrino~ Volo sopra Teresa andò
1934 1, 11| intonso il crine, e con perenne~ Gara le suore gliel rendean
1935 6, 38| trovai,~ Dove vagava ai pergolati attorno,~ E molte cose di
1936 1, 25| Là vedi un pergolato, ove nell'ore~ Che ha il
1937 6, 64| qui mi sgravi. Lascerai perire~ Tu la mia prole? Già qual
1938 1, 40| un tempo tal fui, nè Dio permette~ Or che torni all'età, che
1939 3, 10| riduca la pecora smarrita;~ E peró da quel dì quando al signore~
1940 6, 79| Perocchè, fosse caso, ovver divino~
1941 2, 47| mondo, almeno~ Fosse un perpetuo sonno anche la vita;~ Nè
1942 3, 7 | canto, ed ei surse; ed il perplesso~ Occhio per poco a riguardar
1943 1, 9 | Ignoto all'erbe azzurre, e perse, e gialle,~ Ond'è dipinta
1944 2, 15| son sola, io pure il nido persi,~ E mille affanni, o rosignuol,
1945 6, 48| infelice s'era~ Nella sua cella pertinacemente,~ Nè forza di minaccia o
1946 4, 80| e come in questo~ Loco pervenne, e come fu cresciuta.~ Pur
1947 3, 15| selva ombrosa;~ Qui di un pesce le squame, ed ivi i velli~
1948 1, 30| ampio vivaio~ Stuol di pesci nutria minuto e gaio~ ~
1949 4, 9 | Ben io so, figlia, quanto pesi in petto~ Cuor, che palpiti
1950 4, 30| sappia il fratello, ove gli piaccia.~ Ei ti ama quanto me, Teresa
1951 6, 76| tacque la Badessa, e si piacea~ Della buona Teresa, che
1952 4, 12| mie dando alle feste~ E ai piaceri del mondo un tristo vale.~
1953 2, 11| I sospiri di quest'alma piagata,~ E seguìa; ma con moto
1954 1, 48| o madre? Io di pietà ne piagno,~ Nè ho cuore di mirar la
1955 5, 17| alla sua stanza si ritrae pian piano.~ Scontra Teresa,
1956 6, 22| Piange Teresa, ed al suo pianto
1957 6, 57| pallore era dipinto~ E gli piangeano attorno i fidi cani~ Or
1958 6, 23| Giurami dunque che non piangerai —~ ~
1959 6, 23| non piangermi: non lice~ Piangere chi con Dio si ricongiunge.~
1960 6, 23| soggiunge:~ — E se muoio, non piangermi: non lice~ Piangere chi
1961 4, 56| Non piansi no; raddoppio nel lavoro...~
1962 4, 1 | ombra di castagno antico,~ Piantato del ruscello in sulla sponda,~
1963 4, 11| di celeste amore~ Queste piante consacra e questa via,~
1964 1, 28| Colá ciascuna pianticella serba~ Il nome di sua vergine
1965 1, 24| or sorge in colle, ora in pianura~ Giace, e per tutto valli
1966 1, 35| bocca i figli in flebil piato,~ Le nude ali agitando,
1967 5, 30| diate il velo or ora.~ Sono piccina, ma chi vi sconsiglia~ Che
1968 1, 12| come venuta~ Era là quella piccola romita?~ Ignora se una madre
1969 3, 37| somiglia,~ La benedetta, al piccolino mento,~ Alla bocca, alla
1970 5, 31| cielo,~ Tremarti in mille pieghe il sacro velo —~ ~
1971 4, 20| onde egli accorto~ Ver me piegossi piano piano a dire:~ «Oh!
1972 6, 16| l'appressa,~ E le domanda piena di sospetto:~ — Or che hai,
1973 6, 60| Scintillante per mille astri, e pel pieno~ Disco lunar, faro d'un
1974 6, 17| non starti così con tanta pieta,~ Vé, Teresa, che io rido,
1975 4, 9 | Onde è l'umor tuo nero?~ Pietosa eco risponde al ruscelletto,~
1976 4, 69| seppe e in tutte le serate~ Pietosamente a lamentar sen venne~ Con
1977 5, 18| badessa,~ Della sua storia le pietose note.~ L'ode in silenzio
1978 1, 53| di natura i suoi~ Pensier pietosi verso noi nutria.~ Qui prive,
1979 5, 34| corpo inerme, e la mammella~ Pigliando ne la spinge, e 'l desiato~
1980 1, 23| man, la benedisse;~ Poi pigliandola seco, e all'aer schietto~
1981 4, 4 | E le mani pigliandole esordio~ A dir con voce
1982 4, 30| piacevolmente,~ Soggiungeva, pigliandomi le braccia:~ «Che ti avvenne,
1983 5, 1 | mente,~ Per farsi degna di pigliar da lui~ L'eucaristico pane
1984 6, 42| che a te dispiacque,~ Si pigliò con amore, e me la rende;~
1985 1, 19| soavissima fragranza,~ E l'aria è pigra, e mesto il dì si tace;~
1986 3, 14| fossero abbattuti,~ I sottili pilastri, che vestiti~ Son di pampini,
1987 1, 1 | O agresti solitudini, o pinete,~ O monti della Sila cosentina,~
1988 1, 54| vento ala e' sospira;~ E pinge i fiori e le stagioni adorna;~
1989 2, 38| occhi, e già la luce nuova~ Pingea la stanza di un chiaror
1990 4, 37| immantinente il veggio impallidire~ Pingersi il viso di color di morte,~
1991 1, 26| Dalle candide bacche il pingue ulivo,~ Che all'inverno
1992 1, 31| avidamente e vola~ E l'auree pinne vibrando scintille~ Fan
1993 4, 68| Stupor da prima le si pinse in viso;~ Ma d'un istante:
1994 3, 16| finestroni~ Piove la luce per i pinti vetri,~ Luce, che quivi
1995 3, 18| minacciante~ Distaccarsi e piombar per l'aer vano,~ Mostra
1996 6, 55| Mettesse quando su di sè piombata~ Tutta del duol l'eternitá
1997 6, 33| per sempre si promise,~ Piombó priva di sensi, e il padre
1998 1, 6 | cui talor scolpìa~ Sopra i pioppi la vergine devota,~ Mentre
1999 4, 75| che disfatto e molle~ Per pïova notturna in lui cascata,~
2000 3, 16| sopra di lor dei finestroni~ Piove la luce per i pinti vetri,~
2001 1, 50| respiro, origliava, e mi piovea~ Nell'alma un malinconico
2002 4, 74| tuo candore,~ Chè allor ti piovve Dio la grazia sua,~ Quando
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