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Vincenzo Padula
Il Monastero di Sambucina

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


2-chiam | chiar-fatto | favel-leone | leoni-piovv | piuma-seder | sedev-uscir | uscit-zelo

     Canto, Ottava
1503 6, 4 | smarrito.~ Fra gli aspidi, e i leoni illesa suole~ Spinger la 1504 3, 30| scorni tostochè si accorge~ I lerci denti per doler digrigna.~ 1505 1, 19| volto giace~ Appo i taciti letti, il seno oppressa~ Dal pensier 1506 6, 77| nuova aurora,~ S'accosta al letticciòlo, ove coverta~ Crede l'Eugenia 1507 5, 1 | Che un gemer fioco, una lettura pia.~ ~ 1508 5, 28| Le stringe a lungo, e poi levando in essa~ La faccia sfavillante, 1509 2, 19| arrestava,~ Quando Eugenia levandosi ad un tratto:~ —Entriam, 1510 4, 77| mattina a sera,~ Se non posso levarmelo di mente?~ Cacciala pure 1511 5, 11| Crocifissa,~ Ne fosse punta, e si levasse suso;~ Di aver la veste 1512 2, 48| sorride all'Eugenia, che, levata~ Bianca dal sonno, e madida 1513 1, 18| palpiti in quei veli un'aura leve,~ Di poi le conta, e da 1514 6, 23| Non far che me la levino, le dice,~ Me l'ho messa 1515 4, 82| canto —~ Così dicendo in piè levossi; attorno~ Alla persona si 1516 4, 28| camicia bianca si mostrava:~ Libero nel domestico vestire~ Mel 1517 4, 15| cui parea~ Di sua novella libertà confuso.~ E poi che nostre 1518 6, 79| Volo sopra Teresa andò a librarse,~ Indi spiccossi; al raggio 1519 1, 29| a destra e a manca~ Come librata sopra l'aura corre~ E l' 1520 4, 23| Dio sempre il mirai.~ Sul libro, sugli altari, in ogni parte,~ 1521 6, 19| Or bianco lino entro il licor tuffando~ Di olenti spirti, 1522 4, 30| faccia.~ Tu certo ignori come lietamente~ Scherzar sappia il fratello, 1523 1, 5 | Ripiglia il volo con più lieto metro,~ Varca le nubi, né 1524 2, 14| Ma i lievi colpi delle molte dita~ 1525 1, 29| se imbianca,~ Susurrando lievissima trascorre~ La valle, cui 1526 1, 11| aspre lane del collo il bel ligustro:~ Cresceale intonso il crine, 1527 1, 13| tremante brina,~ Che in sua limpida sfera agl'immortali~ Raggi 1528 1, 9 | ruscel, che come mostra~ Le limpide onde, in sua sorgente muore,~ 1529 6, 53| labro a sangue,~ Libra la lingua rapida com'angue:~ ~ 1530 1, 27| nitide e monde~ Lor vesti e i lini dell'altar di Dio,~ E spesso 1531 1, 4 | dove i canti della sacra lira?~ Dove i sospiri delle verginelle?~ 1532 2, 20| leva la manina,~ Gliela liscia alla gola, e lentamente~ 1533 1, 49| vicenda le piume sossopra,~ Lisciarsi l'ali, e l'uno all'altro 1534 5, 23| Siasi ritratto a più sicuro lito~ Indifferente spettator 1535 1, 3 | questo mondo ingannatore,~ Locando in dio l'affetto lor più 1536 1, 2 | Un suono qual di voci in lontananza.~ ~ 1537 2, 38| e fa che muova~ Da lei lontano il reduce riposo.~ Riapre 1538 4, 52| straniera,~ Mutamente su me loquaci ciglia~ Rivolgon tutti, 1539 6, 72| Madre, io la rovesciai, lottai con lei,~ Com'ora lotto, 1540 6, 72| lottai con lei,~ Com'ora lotto, e fo spietata guerra~ Con 1541 4, 65| avea una chioma d'ebano lucente,~ che al ginocchio mi gìa 1542 2, 8 | lungamente di costei rimira~ Una lucida treccia, che disciolta~ 1543 6, 37| distese,~ Mentre vociando con lugubre metro~ Ansioso un corvo 1544 4, 69| balconi~ Stancando il ciel di lugubri canzoni.~ ~ 1545 2, 23| invita;~ Ma pria smorzano i lumi testimoni,~ Ché a mostrarsi 1546 6, 60| astri, e pel pieno~ Disco lunar, faro d'un mondo eterno,~ 1547 4, 15| atti cortesi e di amistà lung'uso~ Ei fu da noi, né scorderó 1548 6, 23| tu forse ch'io da te sia lunge?~ Invisibil vedró quel che 1549 6, 85| Dell'aurea sua chiomalunghissimi fili,~ Che il Sol tramontando — 1550 1, 17| Staccandosi repente, un corridore~ Lunghissimo traversa, e dell'antica~ 1551 3, 37| alla gota, ove vermiglia~ Lussureggia la rosa, al portamento.~ 1552 3, 44| presso,~ V'intinge e la lustrale acqua versata~ Sulla funebre 1553 6, 31| altre percote,~ E che dei Luzzi appellasi, era nata~ Da 1554 3, 46| Pria che un pensier la macchi, muoia o spire—~ E quì tacendo, 1555 4, 74| rondine volasti~ Sul fango, macchiasti il tuo candore,~ Chè allor 1556 3, 8 | a cui superba~ La squama maculata in auro ride,~ E sibila 1557 5, 24| ragiona,~ Che un con Maddalena peccatrice~ Adoperò: «Qualunque 1558 2, 48| levata~ Bianca dal sonno, e madida la faccia,~ Aperta intanto 1559 1, 37| odori,~ Chiede amorosa:—Alla Maestá divina~ É forse d'uopo di 1560 1, 22| le palpèbre rosse,~ E la maestà di vergine guerriera,~ Che 1561 3, 13| Maestosamente grande è quella chiesa,~ 1562 | maggior 1563 3, 8 | occhio il conquide~ E con magico carme il disacerba,~ Pon 1564 6, 75| Teresa,~ Moria maledicendo, o maledetta.~ Oh tristo fine di chi 1565 6, 75| infelice, o mia Teresa,~ Moria maledicendo, o maledetta.~ Oh tristo 1566 6, 10| Ma, del suo maledir ratto pentita,~ Pregava 1567 6, 74| cielo e chi l'ha fatto,~ Maledirò quel Dio, che a tal m'ha 1568 6, 9 | rotti accenti~ Entrambi malediva i suoi parenti.~ ~ 1569 | malgrado 1570 3, 30| sporge~ Con pupilla di vipera maligna~ Dalle spalle del primo 1571 5, 12| risponde, un cuore~ Così maligno, se non eri offesa?~ — Padre 1572 4, 64| crosciando~ Tutta m'empiva di malinconia.~ I miei belli e primi anni 1573 1, 50| mi piovea~ Nell'alma un malinconico diletto;~ Or perchè nulla, 1574 6, 3 | Ghigno le labbra aprian maliziose,~ Quando la Madre, poi che 1575 3, 38| e tra le rose~ Delle sue mamme il pargolo allattare;~ Mira 1576 5, 34| caccia il corpo inerme, e la mammella~ Pigliando ne la spinge, 1577 4, 38| Viene il respiro all'arator mancando;~ L'alito a me così fuggì 1578 4, 25| Cercando in esse ciò che mi mancava...~ Non altrimenti, o madre 1579 5, 34| sotto il destro, or sotto il manco lato~ Le caccia il corpo 1580 4, 42| intelligenza~ A me d'intorno, e mandarmi un saluto;~ Pareva che addormitami 1581 1, 36| spirital cibo si priva~ Mandi un raggio che il nutre, 1582 4, 14| nell'ardito portamento~ Al mandorlo, che chiama Primavera~ Con 1583 6, 1 | riprendono il canto e lor maniere,~ Se quei sparisce, e fan 1584 6, 57| Stringeano l'armi ancora, e manifesta~ Facean l'ira ch'entrambi 1585 6, 26| Una soltanto avvien che manifeste~ Segni di gaudio nel comun 1586 1, 49| cinguettare e saltellar mansueti,~ Porsi a vicenda le piume 1587 1, 17| tutt'amore~ All'ombra del mantel, che ampio discioglie~ Una 1588 1, 57| sera~ Un soave color di margherita~ Spargea sull'occidente, 1589 3, 2 | granello di sabbia in seno ai mari~ Dell'infinito, e stargli 1590 4, 18| Giurato ci avevam di tor marito;~ Ma a toglierlo io fui 1591 3, 7 | subitamente genuflesso~ Poggiò sui marmi dell'altare il volto,~ E 1592 4, 29| vider le sorelle in quel martire,~ E ignorando di amor sciolsero 1593 4, 56| come dir qual fosse il mio martoro,~ Quando, scorsi tre , 1594 4, 9 | ruscelletto,~ Che geme tra alti massi prigioniero;~ Masso è pure 1595 4, 9 | alti massi prigioniero;~ Masso è pure il cor, se ben lo 1596 4, 31| il guancialetto;~ Esser mastro nel giuoco, e tu lo sai;~ 1597 4, 2 | sforza~ Dalla gelosa sua materna scorza.~ ~ 1598 5, 11| Di aver la veste a suor Matilde scisso,~ Furato un ago, 1599 4, 77| indivisibilmente,~ Se egli m'insegue da mattina a sera,~ Se non posso levarmelo 1600 2, 39| primi albori;~ Ai preghi mattutini le sorelle~ Risvegliando, 1601 5, 10| Coro~ Al canto dell'Uffizio mattutino~ D'aver messo in non cale 1602 3, 32| Dio le tacite vendette~ La matura giustizia e la pietate;~ 1603 1, 16| la badia?~ Ella ha senno maturo, ed ella sola~ Può dar risposta 1604 4, 36| affronto,~ Dare un bacio e il mazzetto a suo piacere.~ Ahimè! le 1605 4, 35| uscendo,~ Tornó recando un mazzolin di viole,~ E questo alzando 1606 1, 38| L'edra, che a questo mazzolino è freno,~ Ad un'anima povera 1607 3, 15| le cornici e i capitelli~ Meandri, arabeschi, e serie mostruosa~ 1608 | medesima 1609 5, 2 | udire~ Giudice, e insieme medico, e dottore~ Quegli, poiché 1610 5, 15| altrimenti,~ Animi vili nella melma fitti~ Uso a veder nella 1611 5, 15| sente, in ascoltarle, una melode.~ ~ 1612 4, 75| che bolle~ Tutta di Dio, membrando ogni passata~ Amorosa fortuna! 1613 5, 22| E a che membrare un già passato amore?~ Sai 1614 6, 59| dormia il convento,~ Ed io memor di lei per lei pregava,~ 1615 3, 12| suore uscite,~ La Badessa la mena immantinente~ Giù nella 1616 4, 27| a un tratto~ Tornò seco menando il suo fratello.~ O ingenua! 1617 4, 16| non già soletto~ Ch'una menó con minor sorella,~ Che 1618 3, 24| che lor bellezza~ Non sia mentita, né dipinto e inciso~ Questo 1619 | Mentr' 1620 6, 10| l'afflisse.~ — Forse il mertai? — sclamava, e qui l'ordita~ 1621 2, 4 | nubi agita il vento,~ E le mesce, o le spazza, e le comparte~ 1622 6, 91| delle selve, che vicine~ Mesceano i lor sospiri a quel del 1623 3, 1 | mondo si ridesta,~ Il canto mescolarsi avesse udito~ Delle suore 1624 6, 73| me l'inferno.~ Per nove mesi nei boschi mi spersi,~ D' 1625 4, 62| Quando dal campanil, come un messaggio~ Dell'altra vita, l'oriuolo 1626 5, 10| Uffizio mattutino~ D'aver messo in non cale il mio lavoro,~ 1627 2, 21| di labro~ Ride Teresa un mestissimo riso;~ Poi la bacia, e le 1628 3, 5 | Crescea ingombrando di mestizia il loco.~ ~ 1629 5, 20| Cade a celargli la difficil meta.~ ~ 1630 1, 34| madre han vista e intesa~ Mettean sì acute strida oltre il 1631 3, 3 | Tutto l'orror mettendogli d'avanti~ Dell'oscuro sepolcro, 1632 6, 55| il piú bell'angel di Dio~ Mettesse quando su di piombata~ 1633 4, 82| Presso è l'ora, che innanzi mezzogiorno~ Ci chiama al Coro, alla 1634 3, 31| ministro del furor celeste,~ Michel, che regge in vista ancora 1635 1, 5 | e divino~ Guida a clima migliore, a miglior parte;~ Arresta 1636 6, 30| lampa il mobil raggio~ Fa mill'ombre danzar sopra le mura,~ 1637 4, 69| carezze simulate~ Preghi e minacce saldo il cor sostenne.~ 1638 3, 18| Che pauroso alla vista e minacciante~ Distaccarsi e piombar per 1639 4, 7 | mesti~ Delle sue fronde al minimo lamento,~ E tu nulla, o 1640 4, 16| soletto~ Ch'una menó con minor sorella,~ Che essendo arguta, 1641 6, 1 | l'artiglio,~ Tacciono le minori alate schiere~ Isbigottite 1642 4, 17| a fianco ed io con lei~ Mintrattenevo assai piacevolmente~ Senza 1643 1, 30| vivaio~ Stuol di pesci nutria minuto e gaio~ ~ 1644 3, 21| specchia il cielo e Dio.~ Miracolo gentil! tosto che il velo~ 1645 4, 23| ritto tra me e Dio sempre il mirai.~ Sul libro, sugli altari, 1646 1, 48| piagno,~ ho cuore di mirar la poverina.~ Or che l'è 1647 5, 2 | E bello era mirarle, ire e redire~ Chiuse dei 1648 4, 24| esco giurando di non più mirarlo.~ Inutil giuro! vidi incontanente,~ 1649 1, 33| pensava così, mentre volare~ Mirava una dolente cardellina~ 1650 4, 39| stanza, e presso me più miro~ Lui, che datomi il bacio, 1651 6, 42| latrati la selva, a cui si mischia~ L'acuto suon di cacciator 1652 3, 35| Dunque sì a lungo nel suo miser stato~ Durò, ancora Dio 1653 4, 17| Misero questa a fianco ed io con 1654 4, 56| cibo, ogni ristoro;~ Né misi il piede oltre la mia stanzetta.~ 1655 3, 13| archi n'è sospesa,~ Che mista a religion mette paura~ 1656 2, 33| il desio~ Di rompere il mister, che ti circonda?~ Sublime 1657 4, 48| il nostro crescea col suo mistero;~ Soli, improvvisi con la 1658 5, 26| porre in ordinanza~ Della mistica mensa il vario onore;~ E 1659 1, 1 | Giovine io sono di piú mite ingegno,~ Amo le Muse, e 1660 1, 51| gli arboscelli~ E l'han le mobili onde, e i fior del prato;~ 1661 4, 19| di meno eri incessante~ A molestarla, e per tenerti in freno~ 1662 2, 39| Voce argentina di due monacelle,~ Che correndo pei lunghi 1663 3, 19| fedeli ancelle~ Di questo monaster nella quïete!~ Ve' come 1664 2, 26| Immagine di ciel, che alla mondana~ Valle sei nunzia d'immortal 1665 1, 27| Ivi le suore fan nitide e monde~ Lor vesti e i lini dell' 1666 6, 87| le formino — alla gola un monile.~ ~ 1667 6, 31| a salire~ Questa nostra montagna, altre percote,~ E che dei 1668 3, 45| Adunque da virtú a virtù montando~ Pensa che esser dovrai 1669 1, 29| Qual ape montanina, il ciel se imbianca,~ Susurrando 1670 2, 7 | offre del monte;~ Ma tu, montano venticello, in lei~ Non 1671 4, 46| e creder chi il potea?~ Montar fino al balcone era stato 1672 3, 38| Sembianze leggerissima montare~ Da nube a nube, e di Maria 1673 2, 4 | e qual si sfiocca,~ Come morbida lana a ciocca a ciocca.~ ~ 1674 6, 53| afferra~ Saltando in piè; si morde il labro a sangue,~ Libra 1675 1, 20| Su legno polveroso un Dio morente~ E a piè di quello, un teschio 1676 6, 75| infelice, o mia Teresa,~ Moria maledicendo, o maledetta.~ 1677 6, 65| Fissandola con l'occhio moribondo,~ Mesto per lasciar lei, 1678 6, 29| qual muor costei la non morio?~ ~ 1679 2, 32| S'ella morisse, a lei parria l'eliso~ Forse 1680 4, 13| correvan l'ore,~ E il dolce mormorar di quieto rio~ Io lo sentia 1681 4, 79| uman corpo serra»~ Così morrà fanciulla; e non ha detto~ 1682 2, 28| Perchè morta non son, quando il mio core~ 1683 1, 22| vergine guerriera,~ Che dei mortali affetti, e della terra~ 1684 3, 44| urna ove, intagliata~ La mortella intrecciavasi al cipresso,~ 1685 1, 15| richiami~ Un pò di vita su quel morto aspetto,~ Se vuoi che ratta 1686 1, 4 | spira~ Pei corridoi e le moscose celle,~ Sembra che imiti 1687 5, 12| due suore~ Avean dapprima mossa aspra contesa.~ — E con 1688 2, 36| tempo gustò troppo fugaci;~ Mosse attorno le mani, a d' 1689 4, 52| cessa ogni riso,~ Come mostrare mi si vede il viso.~ ~ 1690 5, 5 | Gabriello?~ E se tal sei, mostrarmiti ti lice? —~ E quei: — No, 1691 2, 23| i lumi testimoni,~ Ché a mostrarsi a se stessa ognuna evita~ 1692 1, 56| giorno molte e varie cose~ Ti mostreró di quelle avventurose.~ ~ 1693 3, 29| di tirarne ai regni bui,~ Mostro, cui di domare han soli 1694 3, 15| Meandri, arabeschi, e serie mostruosa~ Di fere alate e di scolpiti 1695 6, 15| intesa~ A interpetrarne i moti, e i tronchi omei,~ Ond' 1696 4, 17| senza che ai bei~ Lieti motti di lui ponessi mente.~ Pure, 1697 3, 46| che un pensier la macchi, muoia o spire—~ E quì tacendo, 1698 6, 23| e poi soggiunge:~ — E se muoio, non piangermi: non lice~ 1699 6, 29| terribile di Dio!~ Perchè qual muor costei la non morio?~ ~ 1700 6, 64| non cal morire,~ dov'o muora, no; ma in breve sia~ Ch' 1701 2, 38| cantico la fere, e fa che muova~ Da lei lontano il reduce 1702 1, 54| egli l'aggiorna,~ Egli ti muove il piccol cor nel petto;~ 1703 3, 16| cornicioni~ Sembrano vivi e muoversi quai spetri,~ Quando sopra 1704 4, 49| tementi~ Di esser sorpresi, muovevamo appena~ Le labbra, e rari 1705 1, 32| E tanto l'uomo quanto il musco e il fiore,~ Quanto l'insetto, 1706 3, 17| donne, rampicando~ Per la muscosa cupola s'invola~ Dalle bassi 1707 1, 24| valli ed antri aprìa,~ Antri muscosi sul cui fondo cieco,~ Memore 1708 1, 1 | piú mite ingegno,~ Amo le Muse, e a meditar quì vegno.~ ~ 1709 2, 15| O musico selvaggio, a che tu solo~ 1710 4, 70| natale~ Dove vestii, ma non mutai già l'ale.~ ~ 1711 4, 52| io diventai straniera,~ Mutamente su me loquaci ciglia~ Rivolgon 1712 6, 26| Mute cosi, così pensose e meste~ 1713 2, 30| fa vibrarlo, può restarsi muto?~ A ferro, a sasso privo 1714 1, 45| Come nacqui e da chi? — Da me nascesti:~ 1715 3, 14| acuti,~ Dei quali or vari nani inginocchiati,~ Ora satiri 1716 4, 10| O madre, esclama, a che narrar mia vita?~ Forse il consiglio 1717 3, 1 | aure e foreste,~ Quando nascendo il , par che vestito~ 1718 5, 20| or del nov'anno~ Coglie i nascenti fior sul suo cammino;~ 1719 1, 45| nacqui e da chi? — Da me nascesti:~ Non mi chiami tu madre? 1720 3, 23| incenso, il cui vapore lo nasconde,~ Mentre la verginella china 1721 5, 2 | Quegli, poiché la grata il nascondea,~ Come Nume invisibile sedea.~ ~ 1722 6, 43| fondo~ A queste selve non si nascondesse~ Nessuna fiera ch'ei cacciar 1723 1, 10| sotto vil forma ferina~ Nascosa avesse sua beltá divina~ ~ 1724 6, 41| Ella l'ascolta, tener nascosta~ Puote la gioia, e suo contegno 1725 1, 43| Me la volle adornar di nastri e fiocchi;~ Ma ella sta 1726 1, 13| Ignora nondimeno i suoi natali,~ sa da qual si alzò 1727 1, 33| melo i suoi figli or ora nati.~ ~ 1728 5, 4 | O non corrotta purità natia!~ Un angelo é per lei quel 1729 6, 57| Chè nato il nuovo dí, nella foresta,~ 1730 6, 46| ufficiò bramó, gliel negai;~ Ma quando altrove uscendo 1731 4, 25| intesi il bisogno, e a che negarlo?~ Di vederlo per sempre 1732 4, 56| Quando, scorsi tre , tuttor negletta,~ Mi vidi abbandonata, e 1733 4, 28| Entrò ridendo: aveva il crin negletto~ Che per gli omeri a lui 1734 | negli 1735 4, 79| troppo è potente e 'l gran nemico~ Di lui si vale quando a 1736 4, 22| quale della sua pupilla nera~ Lampo su me cadeva all' 1737 3, 34| E giú a tirarne nei tuoi neri chiostri?—~ ~ 1738 | Nessuna 1739 | nessuno 1740 5, 34| la spinge, e 'l desiato~ Nettare mentre che ne spreme e sugge,~ 1741 3, 38| Su quel monte di nuvole nevose,~ Onde la luna pallida traspare,~ 1742 1, 3 | S'involan delle selve al nibbio avaro~ Lungi da questo mondo 1743 1, 49| vidi un giorno lieti~ Dei nidi affaticarsi intorno all' 1744 | niente 1745 1, 30| era la Dea,~ Che era la Ninfa, che l'avea nutrito;~ Ed 1746 1, 27| obblio:~ Ivi le suore fan nitide e monde~ Lor vesti e i lini 1747 | niun 1748 6, 53| serra.~ Io a sciogliere quei nodi invan mi provo,~ Alfin li 1749 4, 71| E a non tradirmi, ore noiose, e lente~ Or trae, di un 1750 1, 52| consorte~ La donna avea, che si nomava l'uomo.~ Dio l'una fece 1751 3, 9 | Ma la Badessa, che l'avea notato~ Lungamente nel tempio, 1752 5, 18| Della sua storia le pietose note.~ L'ode in silenzio il confessore; 1753 4, 82| convento e un giorno~ Ti sarà noto, o mia Teresa: intanto~ 1754 4, 51| trovai di fuori,~ Chè i notturni colloqui, e i nostri voti,~ 1755 5, 20| segue le farfalle, or del nov'anno~ Coglie i nascenti 1756 5, 36| Come a Novembre in un buio mattino~ Di 1757 | null' 1758 5, 2 | grata il nascondea,~ Come Nume invisibile sedea.~ ~ 1759 5, 31| di aspettarlo a te non nuoce)~ Sentirai sulle spalle, 1760 3, 34| Demonio mio?~ Perché a nuocerci intento ognor ti mostri~ 1761 3, 27| Trinità terza persona,~ Nuota fermando la rosata zanca~ 1762 4, 71| dentro una corrente~ D'una nuotato avrei gioia perfetta,~ E 1763 2, 2 | bigio velo~ Di mille, che nuotavano pel cielo.~ ~ 1764 4, 44| cento~ Teme e speranze, e nuovi dubbi ondeggio:~ Odo di 1765 1, 36| Mandi un raggio che il nutre, e lo ravviva—~ ~ 1766 1, 11| gliel rendean più lustro,~ Nutrendolo di odori, e in vario rito~ 1767 6, 73| mi spersi,~ D'erbe solo nutrita in crudo verno.~ Vissi tra 1768 1, 30| era la Ninfa, che l'avea nutrito;~ Ed essa, questo e quel 1769 3, 41| Dalla punta di nuvola rosata~ Sfolgorante in sua 1770 5, 36| buio mattino~ Di dai nuvoloni, ond'è il ciel chiuso,~ 1771 6, 32| m'imponea,~ Mio malgrado obbedii perchè un abuso~ Quella 1772 4, 45| derelitta~ L'anima in lui mi si obbliava intanto,~ E allora fu, che 1773 4, 27| già perché io fossi, obbliavo affatto~ Tra quell'allegro 1774 6, 75| infetta~ Val del mondo, che obbligo non hai?~ Quai grazie non 1775 2, 37| gioia, ove ogni amor si oblia?~ il ti basta, che 1776 4, 58| quaggiù, dolore.~ Le cagioni obliai di ogni mio affanno;~ Piccolo 1777 6, 44| perchè non compresi il senso oblico?~ Qual già d'intorno ad 1778 1, 57| margherita~ Spargea sull'occidente, e della schiera~ Delle 1779 5, 11| scisso,~ Furato un ago, ed occultato il fuso.~ E mentre suor 1780 2, 29| che al pianto dell'aurora~ Occulto nasce ad una siepe allato;~ 1781 6, 74| felicità non avrò drento,~ S'odiar potrò dal luogo ove mi reco?~ 1782 4, 21| commossa:~ Disprezzarlo, odïarlo io mi credea,~ E giunta 1783 6, 49| cui non utili rimorsi,~ Ma odii e cupi rancor leggeansi 1784 5, 13| più secrete anche di lei.~ Odila; al suo dolor tu sol potrai~ 1785 2, 25| suo respiro~ Come d'aura odorata alterno spiro.~ ~ 1786 1, 29| brina ha fatto bianca~ L'odorato suo pascolo a raccorre;~ 1787 5, 14| allato~ Per tutto attrarne l'odoroso fiato;~ ~ 1788 4, 35| questo alzando in alto, ed offerendo~ Di tutte agli occhi: Orsú, 1789 2, 7 | Lana il bel collo al vento offre del monte;~ Ma tu, montano 1790 1, 24| Vergine capricciosa, un misto offría;~ Che il suol or sorge in 1791 1, 10| turgidi e villosi otri le offrìa,~ E lambivale il volto e 1792 4, 55| Senza schermo al suo sdegno, offro la faccia.~ ~ 1793 | ognun 1794 4, 76| Ohimé! Madre, che parli? [sospirando,~ 1795 | Oimè 1796 1, 25| pampini e grappi un caro olezzo~ E 'l sol, che sulle brune 1797 1, 11| farfalla, avea le penne~ Spinto oltr'i fiori del secondo lustro,~ 1798 5, 27| fanciulla in sulle soglie~ D'oltrepassarle incerta, e una di loro:~ — 1799 2, 48| E con gli alberi insieme ondeggi al vento.~ ~ 1800 4, 44| speranze, e nuovi dubbi ondeggio:~ Odo di una canzona il 1801 1, 56| Che a te pari in età, gli onesti affetti~ A Dio serbâro di 1802 6, 31| casa non men ricca, che onorata.~ ~ 1803 6, 20| suol stupisce sui perduti onori;~ ~ 1804 1, 46| Dio,~ A questa di mia mano opera muta;~ Ed ecco Dioascolto 1805 3, 32| mette~ Di nostra vita l'opere passate,~ Quindi di Dio 1806 3, 14| Ordine lungo per gli opposti lati~ Discorre di cappelle 1807 5, 15| trafficar delitti,~ Ed avari, oppressori, fraudolenti~ Il decoro 1808 4, 59| Lontan, ma assai lontan, l'orbe di argento~ Solo di quelle 1809 5, 10| lavoro,~ Rotta una lampa, e l'orciolin del vino;~ Di aver con vanità, 1810 5, 26| Intendevano a porre in ordinanza~ Della mistica mensa il 1811 1, 25| ronzan l'api, vi sussurran l'ôre,~ Mandan pampini e grappi 1812 6, 30| Porgea Teresa con tremor l'orecchia~ Al dir solenne dell'austera 1813 5, 10| Camminando, agitato l'orecchino,~ E nello specchio, ma una 1814 6, 68| pesa~ Separarti da questa orfana figlia,~ Ecco il confitto 1815 6, 67| l'uom; le sia taciuta~ L'origin sua; non sappia parimente~ 1816 2, 35| Il capo in abbandon sull'origliero;~ Ma ingannevol quiete le 1817 4, 62| messaggio~ Dell'altra vita, l'oriuolo suona:~ Che cosa, io dissi, 1818 2, 4 | colli, altre d'argento~ Orlano i bruni lembi, e qual si 1819 3, 3 | quaggiú, di suo pianto~ Orma vi resta, tanto ei va leggieri,~ 1820 2, 32| L'oro, di cui testé le ornai l'orecchio.~ ~ 1821 3, 15| Ornano le cornici e i capitelli~ 1822 6, 37| vision mi scese~ Sul capo, orrenda. Mi parea vedere~ Come Gabriella 1823 2, 18| era altrettanto~ In quell'orribil notte, e mi cadea~ Solennemente 1824 3, 37| tormento~ Tra le spine, e l'ortiche, e che or beata~ È nei divini 1825 6, 43| luoghi consacrati a Dio,~ Osa portar le vanità del mondo?~ 1826 1, 33| attorno a quel melo e non osare~ Per temenza di lei farsi 1827 1, 31| ne intendesse la parola:~ Oscilla con le code tremebonde,~ 1828 3, 3 | mettendogli d'avanti~ Dell'oscuro sepolcro, ed i misteri,~ 1829 4, 46| fino al balcone era stato oso;~ E senza averlo visto io 1830 3, 43| a lasciare le mie pover'ossa,~ Ned allora di me ti prenda 1831 6, 81| Di poi desiando l'osservanze estreme~ Rendere a chi fu 1832 5, 3 | diman prender dovrai~ L'ostia immortale per la prima volta~ 1833 1, 42| dove non fan guerra~ Dell'ostili stagioni il caldo e 'l gelo.~ — 1834 1, 10| avea~ I turgidi e villosi otri le offrìa,~ E lambivale 1835 5, 9 | sono~ Gravi ed indegne di ottener perdono?~ ~ 1836 6, 72| miei,~ curo il loco, ch'otterró sotterra.~ Non avró forse, 1837 3, 36| maledetto~ Perché non volle, non ottien perdono;~ E non lo vuol, 1838 6, 5 | Occhio indagasse il casto ovil di Cristo.~ ~ 1839 | Ovunque 1840 6, 79| Perocchè, fosse caso, ovver divino~ Volere, quivi una 1841 2, 42| Questa terra è il suo paese,~ egli attese — un altro 1842 6, 55| Che di sue colpe va a pagare il fio.~ Al par dell'uno, 1843 5, 26| vario onore;~ E qual la palla insalda, rimembranza~ Del 1844 6, 88| rose e di viole,~ In man palleggiare — lo globo del sole.~ ~ 1845 6, 57| altro alla testa~ D'un soave pallore era dipinto~ E gli piangeano 1846 6, 77| ancora;~ La contempla, la palpa, e: — Oimè, diserta!~ O 1847 1, 22| l'era.~ Avea di pianto le palpèbre rosse,~ E la maestà di vergine 1848 6, 18| madre sull'amata testa~ Palpita di amatissima figliuola,~ 1849 5, 33| Che il grande istante palpitando attende.~ ~ 1850 3, 17| il tetto,~ Sente per tema palpitare il petto;~ ~ 1851 4, 61| E che allora per lui non palpitava;~ Che mi batteva e privo 1852 1, 31| E or spicinando poco pan sull'onde~ Ne richiama la 1853 5, 1 | pigliar da lui~ L'eucaristico pane al vegnente;~ Ond'altro 1854 1, 21| canarino,~ Che or becca di panìco una pannocchia~ Or qua e 1855 3, 5 | qual fiordaliso~ Da bigio panno candida una mano.~ Ma amaro 1856 1, 21| Che or becca di panìco una pannocchia~ Or qua e saltella, e 1857 5, 17| orecchio, e con la mano~ Parando i detti: — Oh qual, dice, 1858 2, 1 | ancelle,~ Togliendosi alle parche e fredde cene,~ Ritratte 1859 5, 22| amore~ Incorrotto serbar pare follia?~ Sai tu se, sopraggiunto 1860 6, 12| Ma tosto allor pareale di vedere~ Passar volando 1861 6, 9 | Entrambi malediva i suoi parenti.~ ~ 1862 3, 19| Dotto pennello quì sulla parete!~ Vien, vieni, e mira questa 1863 4, 42| e mandarmi un saluto;~ Pareva che addormitami giá infante~ 1864 1, 10| Quì crebbe pargoletta e se vagìa,~ Una cerva, 1865 4, 79| Forse il Signor: beato al pargoletto? —~ ~ 1866 3, 38| rose~ Delle sue mamme il pargolo allattare;~ Mira la Vergin 1867 6, 67| L'origin sua; non sappia parimente~ Me, ed il mio nome: non 1868 6, 38| E molte cose di Dio le parlai,~ Commemorando l'immortal 1869 4, 49| Parlammo noi? dir non lo so; tementi~ 1870 6, 52| me più star non lice»;~ E parlando così, s'accommïata;~ Scendo 1871 4, 29| improvviso,~ Ambi voler parlare, e non ardire.~ Ed in molle 1872 6, 12| turbinio del suo pensiero,~ E parlarle così, soavemente:~ — Stolta! 1873 6, 1 | vergine stuolo a Dio sacrato~ Parlava or risentito, or riserbato.~ ~ 1874 4, 49| vuota e l'anima ripiena;~ Ma parlavano invece i guardi ardenti,~ 1875 5, 4 | Od altri che di lui le parleria.~ O di fanciulla vergine 1876 1, 8 | nomi belli;~ Io canto, e parmi già dal paradiso~ Vedervi 1877 2, 32| S'ella morisse, a lei parria l'eliso~ Forse di quel che 1878 2, 24| faccia,~ E si gonfi e si parta anch'esso in due~ Acerbe 1879 6, 18| tempesta~ Sotto dell'ali i parti implumi invola,~ Come duolsi 1880 6, 68| cura~ Da questo mondo puoi partir sicura»~ ~ 1881 1, 3 | ne serba un debil grido,~ Partiron le colombe, e vuoto è il 1882 1, 5 | Partirono siccome pellegrino~ Stuolo 1883 3, 45| cella. E quando~ Colei si fu partita, in viso un misto~ Le apparve 1884 1, 44| dove la e la speme~ Partoriscono un frutto ognor novello.~ — 1885 1, 29| fatto bianca~ L'odorato suo pascolo a raccorre;~ Tale la bella 1886 3, 3 | origlieri....~ Ahi l'uom passa quaggiú, di suo pianto~ 1887 5, 21| d'un puerile vezzo~ D'un passaggiero amor serbi ricordo?~ Ha 1888 6, 84| lei si riposa,~ Riposa e passarle — fa innanzi alla mente~ 1889 4, 75| Tutta di Dio, membrando ogni passata~ Amorosa fortuna! Al cielo 1890 3, 32| Di nostra vita l'opere passate,~ Quindi di Dio le tacite 1891 5, 22| E a che membrare un già passato amore?~ Sai tu se quel tuo 1892 4, 43| letto in vesta trasparente;~ Passeggio alquanto per la stanza oscura;~ 1893 6, 17| ancor, ma non è nulla,~ Passerà presto questo po' d'algore:~ 1894 6, 47| orror mi prende,~ E i miei passi rifó, perchè io volea~ In 1895 3, 36| di questo;~ A subbietto passiam meno funesto.~ ~ 1896 1, 35| nude ali agitando, alla pastura,~ Mentre che per le gratole 1897 4, 41| stanza mia.~ E già taceano le paterne sale~ E tutta la famiglia 1898 4, 70| mio partire,~ Ed i lari paterni, e tante care~ Memorie ivi 1899 4, 75| fortuna! Al cielo e a Lei~ I patimenti sui sembran piú bei—~ ~ 1900 6, 2 | dal tempio, e aver sembrò paüra,~ Che addosso glien crollassero 1901 3, 18| Che pauroso alla vista e minacciante~ 1902 5, 8 | nel medesmo tempo io lo pavento.~ E come entrar potrà 1903 2, 9 | ami il sole che avvampa: o pazzarella,~ Tu il consiglio di lei 1904 4, 54| Siccome questo fior la tua pazzia~ Sarà distrutta, come questo 1905 4, 81| prime;~ Ma insanguinata e di peccata ordita~ La culla fu dove 1906 1, 36| lei;~ E tu sei pur che al peccator ristretto~ Nella cieca prigion 1907 5, 24| Che un con Maddalena peccatrice~ Adoperò: «Qualunque tuo 1908 3, 10| vincitore,~ E riduca la pecora smarrita;~ E peró da quel 1909 4, 65| sclamai, non dono no, non pegno~ Dell'amore di Dio; ma del 1910 3, 11| Sorte una pianta rara e pellegrina~ Ne circonda di pruni il 1911 2, 48| la minaccia~ Par che ne penda qual pomo di argento,~ E 1912 2, 20| Forse hai perduto quei pendenti d'oro?—~ ~ 1913 1, 20| Che innanzi le pendeva infitto al muro~ Su legno 1914 4, 4 | vigore;~ Pur nel cor ti penètra! Ah! tutto pio~ Non é il 1915 2, 37| Che cerchi in questo luogo penitente,~ Ove ogni gioia, ove ogni 1916 3, 19| serbò l'immagin belle~ Dotto pennello quì sulla parete!~ Vien, 1917 2, 7 | quella luna~ Leva Teresa la penosa fronte;~ Guarda anch'ella 1918 5, 12| più bella, e tu non puoi~ Pensarti quanto ben ci vogliam noi.~ ~ 1919 6, 13| E che pensato avrà di questa tua~ Fragilitade 1920 4, 53| ne fremo ancor quando vi penso)~ Che tra i panni veggendomi 1921 6, 26| Mute cosi, così pensose e meste~ Dell'egra il letto 1922 6, 70| Vuol ch'io mi penta? Ah! non avrà tal vanto.~ 1923 6, 68| offesa~ Ti perdona, e a pentirti ti consiglia,~ Invocalo: 1924 6, 10| Ma, del suo maledir ratto pentita,~ Pregava ella il Signor 1925 5, 23| E sai tu finalmente se, pentito~ Del menzognero amor, dal 1926 6, 31| Questa nostra montagna, altre percote,~ E che dei Luzzi appellasi, 1927 4, 5 | primiero~ Presso ad un altro perde la verdura;~ E poi dei propri 1928 1, 41| lentamente~ Dispogliarsene, e perdere ogni bello~ Quando torna 1929 2, 15| è mesto?~ Forse il nido perdesti, o rosignuolo,~ Che ora 1930 4, 23| Non mi perdonerà, no madre, mai~ Dio quella 1931 6, 20| E 'l suol stupisce sui perduti onori;~ ~ 1932 2, 20| picciol foro~ Forse hai perduto quei pendenti d'oro?—~ ~ 1933 6, 79| girò per la stanza, e 'l peregrino~ Volo sopra Teresa andò 1934 1, 11| intonso il crine, e con perenne~ Gara le suore gliel rendean 1935 6, 38| trovai,~ Dove vagava ai pergolati attorno,~ E molte cose di 1936 1, 25| vedi un pergolato, ove nell'ore~ Che ha il 1937 6, 64| qui mi sgravi. Lascerai perire~ Tu la mia prole? Già qual 1938 1, 40| un tempo tal fui, Dio permette~ Or che torni all'età, che 1939 3, 10| riduca la pecora smarrita;~ E peró da quel quando al signore~ 1940 6, 79| Perocchè, fosse caso, ovver divino~ 1941 2, 47| mondo, almeno~ Fosse un perpetuo sonno anche la vita;~ 1942 3, 7 | canto, ed ei surse; ed il perplesso~ Occhio per poco a riguardar 1943 1, 9 | Ignoto all'erbe azzurre, e perse, e gialle,~ Ond'è dipinta 1944 2, 15| son sola, io pure il nido persi,~ E mille affanni, o rosignuol, 1945 6, 48| infelice s'era~ Nella sua cella pertinacemente,~ forza di minaccia o 1946 4, 80| e come in questo~ Loco pervenne, e come fu cresciuta.~ Pur 1947 3, 15| selva ombrosa;~ Qui di un pesce le squame, ed ivi i velli~ 1948 1, 30| ampio vivaio~ Stuol di pesci nutria minuto e gaio~ ~ 1949 4, 9 | Ben io so, figlia, quanto pesi in petto~ Cuor, che palpiti 1950 4, 30| sappia il fratello, ove gli piaccia.~ Ei ti ama quanto me, Teresa 1951 6, 76| tacque la Badessa, e si piacea~ Della buona Teresa, che 1952 4, 12| mie dando alle feste~ E ai piaceri del mondo un tristo vale.~ 1953 2, 11| I sospiri di quest'alma piagata,~ E seguìa; ma con moto 1954 1, 48| o madre? Io di pietà ne piagno,~ ho cuore di mirar la 1955 5, 17| alla sua stanza si ritrae pian piano.~ Scontra Teresa, 1956 6, 22| Piange Teresa, ed al suo pianto 1957 6, 57| pallore era dipinto~ E gli piangeano attorno i fidi cani~ Or 1958 6, 23| Giurami dunque che non piangerai —~ ~ 1959 6, 23| non piangermi: non lice~ Piangere chi con Dio si ricongiunge.~ 1960 6, 23| soggiunge:~ — E se muoio, non piangermi: non lice~ Piangere chi 1961 4, 56| Non piansi no; raddoppio nel lavoro...~ 1962 4, 1 | ombra di castagno antico,~ Piantato del ruscello in sulla sponda,~ 1963 4, 11| di celeste amore~ Queste piante consacra e questa via,~ 1964 1, 28| Colá ciascuna pianticella serba~ Il nome di sua vergine 1965 1, 24| or sorge in colle, ora in pianura~ Giace, e per tutto valli 1966 1, 35| bocca i figli in flebil piato,~ Le nude ali agitando, 1967 5, 30| diate il velo or ora.~ Sono piccina, ma chi vi sconsiglia~ Che 1968 1, 12| come venuta~ Era quella piccola romita?~ Ignora se una madre 1969 3, 37| somiglia,~ La benedetta, al piccolino mento,~ Alla bocca, alla 1970 5, 31| cielo,~ Tremarti in mille pieghe il sacro velo —~ ~ 1971 4, 20| onde egli accorto~ Ver me piegossi piano piano a dire:~ «Oh! 1972 6, 16| l'appressa,~ E le domanda piena di sospetto:~ — Or che hai, 1973 6, 60| Scintillante per mille astri, e pel pieno~ Disco lunar, faro d'un 1974 6, 17| non starti così con tanta pieta,~ , Teresa, che io rido, 1975 4, 9 | Onde è l'umor tuo nero?~ Pietosa eco risponde al ruscelletto,~ 1976 4, 69| seppe e in tutte le serate~ Pietosamente a lamentar sen venne~ Con 1977 5, 18| badessa,~ Della sua storia le pietose note.~ L'ode in silenzio 1978 1, 53| di natura i suoi~ Pensier pietosi verso noi nutria.~ Qui prive, 1979 5, 34| corpo inerme, e la mammella~ Pigliando ne la spinge, e 'l desiato~ 1980 1, 23| man, la benedisse;~ Poi pigliandola seco, e all'aer schietto~ 1981 4, 4 | E le mani pigliandole esordio~ A dir con voce 1982 4, 30| piacevolmente,~ Soggiungeva, pigliandomi le braccia:~ «Che ti avvenne, 1983 5, 1 | mente,~ Per farsi degna di pigliar da lui~ L'eucaristico pane 1984 6, 42| che a te dispiacque,~ Si pigliò con amore, e me la rende;~ 1985 1, 19| soavissima fragranza,~ E l'aria è pigra, e mesto il si tace;~ 1986 3, 14| fossero abbattuti,~ I sottili pilastri, che vestiti~ Son di pampini, 1987 1, 1 | O agresti solitudini, o pinete,~ O monti della Sila cosentina,~ 1988 1, 54| vento ala e' sospira;~ E pinge i fiori e le stagioni adorna;~ 1989 2, 38| occhi, e già la luce nuova~ Pingea la stanza di un chiaror 1990 4, 37| immantinente il veggio impallidire~ Pingersi il viso di color di morte,~ 1991 1, 26| Dalle candide bacche il pingue ulivo,~ Che all'inverno 1992 1, 31| avidamente e vola~ E l'auree pinne vibrando scintille~ Fan 1993 4, 68| Stupor da prima le si pinse in viso;~ Ma d'un istante: 1994 3, 16| finestroni~ Piove la luce per i pinti vetri,~ Luce, che quivi 1995 3, 18| minacciante~ Distaccarsi e piombar per l'aer vano,~ Mostra 1996 6, 55| Mettesse quando su di piombata~ Tutta del duol l'eternitá 1997 6, 33| per sempre si promise,~ Piombó priva di sensi, e il padre 1998 1, 6 | cui talor scolpìa~ Sopra i pioppi la vergine devota,~ Mentre 1999 4, 75| che disfatto e molle~ Per pïova notturna in lui cascata,~ 2000 3, 16| sopra di lor dei finestroni~ Piove la luce per i pinti vetri,~ 2001 1, 50| respiro, origliava, e mi piovea~ Nell'alma un malinconico 2002 4, 74| tuo candore,~ Chè allor ti piovve Dio la grazia sua,~ Quando


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