Sono lieto di poter essere con voi stasera, in questa
città di Colonia alla quale mi legano così tanti bei ricordi. Ho trascorso a
Bonn i primi anni della mia carriera accademica, anni indimenticabili di
risveglio, di gioventù, di speranza prima del Concilio, anni in cui sono spesso
venuto a Colonia ed ho imparato ad amare questa Roma del Nord. Qui si respira
la grande storia e la corrente del fiume dona apertura al mondo. È un luogo di
incontro, di cultura. Ho sempre amato lo spirito, l'umorismo, la gioiosità e
l'intelligenza dei suoi abitanti. Inoltre, devo dire, ho amato la cattolicità
che gli abitanti di Colonia hanno nel sangue, poiché i cristiani esistono qui
da quasi duemila anni e così la cattolicità è penetrata nel carattere degli
abitanti, nel senso di una religiosità gioiosa. Per questo oggi ci rallegriamo.
Colonia può donare ai giovani qualcosa di questa sua gioiosa cattolicità, che è
antica e al contempo giovane. È stato molto bello per me il fatto che l'allora
Arcivescovo, Cardinale Frings, fin dall'inizio mi diede la sua totale fiducia,
instaurando con me un'amicizia autenticamente paterna. Poi mi ha fatto il
grande dono, sebbene io fossi giovane e inesperto, di chiamarmi come suo
teologo, di portarmi a Roma, così che potessi partecipare al suo fianco al
Concilio Vaticano II e vivere da vicino questo straordinario, grande evento
storico, contribuendovi un poco. Conobbi anche il Cardinale Höffner, allora
Vescovo di Münster, al quale parimenti mi ha legato una profonda e viva
amicizia. Grazie a Dio questa catena delle amicizie non si è spezzata. Anche il
Cardinale Meisner è mio amico da tanto tempo, così che, a partire dal Cardinale
Frings, continuando con Höffner e Meisner, mi sono sempre potuto sentire a casa
qui a Colonia.
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