Nei quarant'anni trascorsi dalla Dichiarazione conciliare Nostra
aetate, in Germania e a livello internazionale è stato fatto molto per il
miglioramento e l'approfondimento dei rapporti tra ebrei e cristiani. Accanto
alle relazioni ufficiali, grazie soprattutto alla collaborazione tra gli
specialisti in scienze bibliche, sono nate molte amicizie. Ricordo, a questo
proposito, le varie dichiarazioni della Conferenza Episcopale Tedesca e
l'attività benefica della "Società per la collaborazione cristiano-ebraica
di Colonia", che hanno contribuito a far sì che la comunità ebraica, a
partire dall'anno 1945, potesse di nuovo sentirsi veramente "a casa"
qui a Colonia e instaurasse una buona convivenza con le comunità cristiane.
Resta però ancora molto da fare. Dobbiamo conoscerci a vicenda molto di più e
molto meglio. Perciò incoraggio un dialogo sincero e fiducioso tra ebrei e
cristiani: solo così sarà possibile giungere ad un'interpretazione condivisa di
questioni storiche ancora discusse e, soprattutto, fare passi avanti nella
valutazione, dal punto di vista teologico, del rapporto tra ebraismo e
cristianesimo. Questo dialogo, se vuole essere sincero, non deve passare sotto
silenzio le differenze esistenti o minimizzarle: anche nelle cose che, a causa
della nostra intima convinzione di fede, ci distinguono gli uni dagli altri,
anzi proprio in esse, dobbiamo rispettarci e amarci a vicenda.
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