Infine, il nostro sguardo non dovrebbe volgersi solo
indietro, verso il passato, ma dovrebbe spingersi anche in avanti, verso i
compiti di oggi e di domani. Il nostro ricco patrimonio comune e il nostro
rapporto fraterno ispirato a crescente fiducia ci obbligano a dare insieme una
testimonianza ancora più concorde, collaborando sul piano pratico per la difesa
e la promozione dei diritti dell'uomo e della sacralità della vita umana, per i
valori della famiglia, per la giustizia sociale e per la pace nel mondo. Il
Decalogo (cfr Es 20; Dt 5) è per noi patrimonio e impegno comune.
I dieci comandamenti non sono un peso, ma l'indicazione del cammino verso una
vita riuscita. Lo sono, in particolare, per i giovani che incontro in questi
giorni e che mi stanno tanto a cuore. Il mio augurio è che essi sappiano
riconoscere nel Decalogo, questo nostro fondamento comune, la lampada per i
loro passi, la luce per il loro cammino (cfr Sal 119, 105). Ai giovani
gli adulti hanno la responsabilità di passare la fiaccola della speranza che da
Dio è stata data agli ebrei come ai cristiani, perché "mai più" le
forze del male arrivino al dominio e le generazioni future, con l'aiuto di Dio,
possano costruire un mondo più giusto e pacifico in cui tutti gli uomini abbiano
uguale diritto di cittadinanza.
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