Vi saluto tutti con grande affetto, ringraziandovi per la
vostra festosa accoglienza e soprattutto per essere venuti a questo
appuntamento da numerosi Paesi dei cinque continenti: noi formiamo qui veramente
un'immagine speculare della Chiesa cattolica sparsa nel mondo. Ringrazio
innanzitutto il Seminarista, il Sacerdote e il Vescovo, che ci hanno offerto la
loro personale testimonianza, e debbo dire che mi ha colpito profondamente il
vedere le strade sulle quali il Signore ha condotto queste persone in modo
inaspettato e opposto ai loro progetti. Grazie di cuore. Sono lieto di questo
incontro. Ho voluto - questo già è stato detto - che nel programma di queste
giornate di Colonia fosse inserito uno speciale incontro con i giovani
seminaristi, perché emergesse veramente in tutta la sua importanza la
dimensione vocazionale, che gioca un ruolo sempre più grande nelle Giornate
Mondiali della Gioventù. La pioggia che sta scendendo dal cielo ci si mostra -
mi sembra - anche come una benedizione. Voi siete seminaristi, cioè giovani
che, in vista di un'importante missione nella Chiesa, si trovano in un tempo
forte di ricerca di un rapporto personale con Cristo, dell'incontro con Lui.
Perché questo è il seminario: non tanto un luogo, ma, appunto, un significativo
tempo della vita di un discepolo di Gesù. Immagino l'eco che suscitano nei
vostri cuori le parole del tema di questa ventesima Giornata mondiale - "Siamo
venuti per adorarlo" - e l'intero toccante racconto del cercare e
trovare da parte di questi saggi. Ciascuno a suo modo - pensiamo alle tre
testimonianze che abbiamo ascoltato - è come loro una persona che vede una
stella, si mette in cammino, sperimenta anche il buio e sotto la guida di Dio
può giungere alla meta. Questa pagina evangelica sul cercare e trovare dei Magi
riveste un significato singolare proprio per voi, cari seminaristi, perché
state compiendo un percorso di discernimento - è questo un vero cammino - e di
verifica della chiamata al sacerdozio. Su questo vorrei soffermarmi a
riflettere con voi.
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