Ed ora chiediamoci: che cosa significa ristabilire l'unità
di tutti i cristiani? Sappiamo tutti che esistono numerosi modelli di unità e
voi sapete anche che la Chiesa cattolica si prefigge il raggiungimento della
piena unità visibile dei discepoli di Gesù Cristo secondo la definizione che ne
ha dato il Concilio Ecumenico Vaticano II in vari suoi documenti (cfr Lumen
gentium, nn. 8;13; Unitatis redintegratio, nn. 2; 4 ecc.). Tale
unità, secondo la nostra convinzione, sussiste, sì, nella Chiesa cattolica
senza possibilità di essere perduta (cfr Unitatis redintegratio, n. 4); la Chiesa infatti non è scomparsa totalmente dal mondo. D'altra parte questa unità non significa
quello che si potrebbe chiamare ecumenismo del ritorno: rinnegare cioè e
rifiutare la propria storia di fede. Assolutamente no! Non significa uniformità
in tutte le espressioni della teologia e della spiritualità, nelle forme
liturgiche e nella disciplina. Unità nella molteplicità e molteplicità
nell'unità: nell'Omelia per la solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, lo
scorso 29 giugno, ho rilevato che piena unità e vera cattolicità nel senso
originario della parola vanno insieme. Condizione necessaria perché questa
coesistenza si realizzi è che l'impegno per l'unità si purifichi e si rinnovi
continuamente, cresca e maturi. A questo scopo può recare un suo contributo il
dialogo. Esso è più di uno scambio di pensieri, di un'impresa accademica: è uno
scambio di doni (cfr Ut unum sint, n. 28), nel quale le Chiese e le
Comunità ecclesiali possono mettere a disposizione i loro tesori (cfr Lumen
gentium, nn. 8; 15; Unitatis redintegratio, nn. 3; 14s; Ut unum
sint, nn. 10-14). È proprio grazie a questo impegno che il cammino può
proseguire passo passo fino a quando, come dice la Lettera agli Efesini, finalmente arriveremo "tutti all'unità della fede e della
conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che
conviene alla piena maturità di Cristo" (Ef 4, 13). È ovvio che un
tale dialogo può svilupparsi solo in un contesto di sincera e coerente
spiritualità. Non possiamo "fare" l'unità con le sole nostre forze.
La possiamo soltanto ottenere come dono dello Spirito Santo. Perciò
l'ecumenismo spirituale, e cioè la preghiera, la conversione e la
santificazione della vita costituiscono il cuore dell'incontro e del movimento
ecumenico (cfr Unitatis redintegratio, n. 8; Ut unum sint, nn.
15s; 21 ecc.). Si potrebbe anche dire: la forma migliore di ecumenismo consiste
nel vivere secondo il Vangelo.
|