Nell’incontro che ho avuto in aprile con i Delegati delle
Chiese e Comunità ecclesiali e con i rappresentanti di varie Tradizioni
religiose dissi: “Vi assicuro che la Chiesa vuole continuare a costruire ponti
di amicizia con i seguaci di tutte le religioni, al fine di ricercare il bene
autentico di ogni persona e della società nel suo insieme” (in: L’Osservatore
Romano, 25 aprile 2005, p. 4). L’esperienza del passato ci insegna che il
rispetto mutuo e la comprensione non hanno sempre contraddistinto i rapporti
tra cristiani e musulmani. Quante pagine di storia registrano le battaglie e le
guerre affrontate invocando, da una parte e dall’altra, il nome di Dio, quasi
che combattere il nemico e uccidere l’avversario potesse essere cosa a Lui
gradita. Il ricordo di questi tristi eventi dovrebbe riempirci di vergogna, ben
sapendo quali atrocità siano state commesse nel nome della religione. Le lezioni
del passato devono servirci ad evitare di ripetere gli stessi errori. Noi
vogliamo ricercare le vie della riconciliazione e imparare a vivere rispettando
ciascuno l’identità dell’altro. La difesa della libertà religiosa, in questo
senso, è un imperativo costante e il rispetto delle minoranze un segno
indiscutibile di vera civiltà.
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