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Giosuè Carducci
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  • LIBRO III.
    • XXXVI.      MATTINO ALPESTRE
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LIBRO III.

 

XXXVI.      MATTINO ALPESTRE

Da l’orïente palpita

Il giorno, e i primi raggi

Scendon soavi a frangersi

Tra ’l nereggiar de’ faggi.

 

Guizzan su ’l fiume e ridono                                         5

Tra i mormorii de l’onde,

Come occhi d’una vergine

Che a nuovo amor risponde.

 

Scorron su ’l monte; e s’anima

D’un riso anch’ei, ma tardo,                                        10

Come al giocar de i pargoli

La faccia d’un vegliardo.

 

Già son fulgore, e spandesi

Per la vallèa fiorita,

Come speranza giovine                                               15

In su l’aperta vita.

 

Ondeggia dal pian rorido

E si raccoglie e stende

Un velo di caligine

Che al sole argentea splende.                           20

 

Floridi i colli emergono;

Ma le case e le piante

Come sogni traspaiono

Entro il vel biancheggiante.

 

Da i fumeggianti culmini                                               25

Tra i giuochi de la luce

Desio ne l’alto a querule

Coppie i palombi adduce.

 

Le terse ali riflettono

Il limpido splendore,                                                    30

Passano lampi ed iridi.

Il ciel sorride amore.

 

15-18 Febbraio 1886 (1852).

 




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