Maggio, idillio di Dante e Beatrice,
Che di tentazïoni
Le vie, d’acacie infiori la pendice,
Le case di mosconi:
Maggio, che sovra l’ossa ed i carcami 5
Rose educhi e viole,
Ed al postribol de la vita chiami
Divin lenone il sole:
Con le dolci memorie e i cari affanni,
Maggio, da me che vuoi? 10
Le sono storie omai di tremil’anni;
Vecchio maggio, m’annoi!
Va’, molli sonni reca e susurranti
Ombre a pastori e cani,
A Maria fiori e litanie, briganti 15
De l’arsa Puglia a i piani:
Va’ da maggesi e da nidi e da fronde
Ti cantin selve e prati,
E ti bestemmi chi ne l’ossa asconde
Di Venere i peccati: 20
A questo tuo, che fra cortili e mura
M’irride, etico raggio,
Io tempro una canzon forte e sicura,
E te la gitto, o maggio.
Lo so: roseo fra’ tuoi molli vapori 25
Espero in ciel ridea,
E tra le prime stelle e i primi fiori
Ella uscï come dea.
De le viole onde avea colmo il grembo
Gittommi; e il volto ascose, 30
E fuggí. Sento il suo ceruleo lembo
Sibiliar tra le rose
Ancora: ancor su la sua testa bella
Soavemente inchina
Vedo tremar dal puro ciel la stella, 35
La stella vespertina.
E da la valle un fremito salía,
Un nembo inebrïante;
E correa per i colli un’armonia;
Ed io pensava, o Dante, 40
A te, quando t’arrise un verecondo
Viso tra i bianchi veli,
E tu sentivi piovere su ’l mondo
Amor da tutti i cieli.
– Come al sol novo un desio di viola 45
S’apre il mio cuore a te.
La costoletta mi ritorna a gola:
Fa’ venire il caffè. –
Cosí diceami un giorno de i cortesi
Ippocastani al rezzo. 50
Deh, quante dinastie di re cinesi
Passaro in questo mezzo?
Or son quell’io? e questo è quel mio cuore,
Questo che in sen mi batte,
Qual procellosa l’ala del condore 55
Su l’alte selve intatte?
Oh come solo il mio pensiero è bello
Ne la sua forza pura!
Oh come scolorisce in faccia a quello
Questa vecchia natura! 60
Oh come è gretta questa mascherata
Di rose e di viole!
Questa volta del ciel come è serrata!
Come sei smorto, o sole!
Bologna, Maggio 1869.