Non mai seren di piú tranquilla notte
Fu salutato dalle vaghe stelle
In riva di correnti e lucid’onde;
E tremolava rorida su ’l verde,
Rompendo l’ombre che scendean da’ colli, 5
L’antica, errante, solitaria luna.
Candida, vereconda, austera luna:
Che vapori e tepor per l’alta notte
Salíano a te da gli arborati colli!
Parea che in gara a le virginee stelle 10
Si svegliasser le ninfe in mezzo il verde,
E un soave susurro era ne l’onde.
Non tale un navigar d’oblio per l’onde
Ebbero amanti mai sotto la luna,
Qual io disamorato entro il bel verde: 15
Ché solo a i buoni splender quella notte
Pareami, e da gli avelli e da le stelle
Spirti amici vagar vidi su i colli.
O voi dormenti ne i materni colli,
E voi d’umili tombe a presso l’onde 20
Guardanti in cielo trapassar le stelle;
Voi sotto il fiso raggio de la luna
Rividi io popolar la cheta notte,
Lievi strisciando su ’l commosso verde.
Deh, quanta parte de l’età mia verde 25
Rivissi in cima a i luminosi colli,
E vinta al basso rifuggía la notte!
Quando una forma verso me su l’onde,
Disegnata nel lume de la luna,
Vidi, e per gli occhi le ridean le stelle. 30
Ricorditi: mi disse. Allor le stelle
Furon velate, e corse ombra su ’l verde:
E di súbito in ciel tacque la luna;
Acuti lai suonarono pe’ colli;
Ed io soletto su le flebili onde 35
Di sepolcro sentii fredda la notte.
Quando la notte è fitta piú di stelle,
A me giova appo l’onde entro il bel verde
Mirar su i colli la sedente luna.
28-30 Aprile 1885.