da Stimmen der Völker di Gottfr. V. Herder
Cavalca sir Òluf la notte lontano
Per fare gl’inviti, ch’è sposo diman.
Or danzano gli elfi su ’l bel verde piano:
La donna de gli elfi gli stende la man.
– Ben venga sir Òluf! Perché vuoi scappare? 5
Vien dentro nel cerchio: vien, balla con me.
– Ballare non devo, non posso ballare:
È giorno di nozze dimani per me. –
– Se meco tu balli, scudiero gentile,
Due d’oro speroni donare io ti vo’, 10
Ed una camicia di seta, sottile,
Che al lume di luna mia madre imbiancò.
– Ballare non posso, non devo ballare:
È giorno di nozze dimani per me.
– Sir Òluf, ascolta: ti voglio donare 15
Un cumulo d’oro, se balli con me.
– Il cumulo d’oro ben venga; ma poi
Ballare non posso, ché ho nozze diman.
– Se meco, sir Òluf, ballare non vuoi,
Il morbo e il contagio ti accompagneran. – 20
E un colpo gli batte leggero su ’l cuore:
Tal doglia sir Òluf piú mai non sentí.
Poi bianco il rialza su ’l suo corridore:
– Ritorna a la sposa, ritorna cosí. –
E quando a la porta di casa egli venne, 25
Sua madre al vegnente guardò con terror:
– Ascolta, figliuolo: di’ su, che t’avvenne?
Perché cosí smorto? che è quel pallor?
– Come esser non debbo sí pallido e smorto?
Nel regno de gli elfi m’avvenne d’entrar. – 30
– Figliuolo, la sposa sarà qui di corto:
Che devo a la sposa, figliuolo, contar?
– Le di’ che a sollazzo cammino pe ’l bosco
Con cane e cavallo, provandolo al fren. –
Ed ecco (il mattino tremava ancor fosco) 35
La sposa e l’allegro corteggio ne vien.
Recavano cibi, recavano vino.
– Ov’è il mio sir Òluf? lo sposo dov’è?
– Usciva a sollazzo pe ’l bosco vicino
Con cane e cavallo, verrà presto a te. – 40
La sposa una rossa cortina solleva,
E morto lí dietro sir Òluf giaceva.
24-25 Decembre 1879.