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Giosuè Carducci
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  • LIBRO VIII.
    • XCV.          IL RE DI TULE
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XCV.          IL RE DI TULE

dalle Ballate di W. Goethe

 

Fedel sino a l’avello

Egli era in Tule un re:

Morí l’amor suo bello,

E un nappo d’òr gli diè.

 

Nulla ebbe caro ei tanto,                                             5

E sempre quel vuotò:

Ma gli sgorgava il pianto

Ognor ch’ei vi trincò.

 

Venuto a l’ultimore

Contò le sue città:                                                       10

Diè tutto al successore,

Ma il nappo d’òr non già.

 

Ne l’aula de gli alteri

Suoi padri a banchettar

Sedé tra i cavalieri                                                       15

Nel suo castello al mar.

 

Bevé de la gioconda

Vita l’estremo ardor,

E gittò il nappo a l’onda

Il vecchio bevitor.                                                       20

 

Piombar lo vide, lento

Empiersi e sparir giú;

E giú gli cadde spento

L’occhio e non bevve piú.

 

[1872?]

 




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