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Giosuè Carducci
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  • LIBRO II.
    • V.               OMERO (II)
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V.               OMERO (II)

E forse da i selvaggi Urali a valle

Nova ruinerà barbara plebe,

Nova d’armi e di carri e di cavalle

Coprirà un’onda l’agenòrea Tebe,                               4

 

E cadrà Roma, e per deserto calle

Bagnerà il Tebro innominate glebe.

Ma tu, o poeta, com’Ercol dalle

Pire d’Eta fumanti al seno d’Ebe,                                 8

 

Risorgerai con giovanili tempre

Pur a l’amplesso de l’eterna idea

Che disvelata rise a te primiero.                                   11

 

E, s’Alpe ed Ato pria non si distempre,

A la riva latina ed a l’achea

Perenne splenderà col sole Omero.                           14

 

Bologna, Giugno 1861.

 




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