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Giosuè Carducci
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  • LIBRO II.
    • XI.              FUNERE MERSIT ACERBO
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XI.              FUNERE MERSIT ACERBO

O tu che dormi su la fiorita

Collina tósca, e ti sta il padre a canto;

Non hai tra l’erbe del sepolcro udita

Pur ora una gentil voce di pianto?                                4

 

È il fanciulletto mio, che a la romita

Tua porta batte: ei che nel grande e santo

Nome te rinnovava, anch’ei la vita

Fugge, o fratel, che a te fu amara tanto.                       8

 

Ahi no! giocava per le pinte aiole,

E arriso pur di visïon leggiadre

L’ombra l’avvolse, ed a le fredde e sole                       11

 

Vostre rive lo spinse. Oh, giú ne l’adre

Sedi accoglilo tu, ché al dolce sole

Ei volge il capo ed a chiamar la madre.                        14

 

9 Novembre 1870.

 




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