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Giosuè Carducci
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  • LIBRO VIII.
    • XCVI.                  I TRE CANTI
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XCVI.                  I TRE CANTI

dalle Ballate di L. Uhland

 

Re Sifrido tien corte. – Arpeggiatori,

Il piú bel canto qual di voi mi sa? –

E un giovinetto esce di schiera fuori

Snello: in man l’arpa, spada al fianco egli ha.

 

– Tre canti, o re, so io. Del primo è spento                  5

Da tempo ogni ricordo entro il tuo cor:

Tu m’hai morto il fratello a tradimento;

Tu m’hai morto il fratello, o traditor.

 

L’altro canto una notte, e urlava forte

Il turbine, una notte ebbi a pensar:                               10

Tu hai da pugnar meco a vita e morte,

A vita e morte hai meco da pugnar. –

 

E appoggia l’arpa al tavolo; e già fuore

Tratte han le spade arpeggiatore e re:

Pugnano a lungo con fiero fragore                                15

Fin che cade ne l’alta sala il re.

 

– Or canto il terzo, il canto mio piú vago,

Né mai stanco a ridirlo mi farà.

Giace Sifrido re nel rosso lago

Del sangue suo, morto nel sangue sta.              20

 

21 Giugno 1874

 




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