XCVII. LA TOMBA NEL BUSENTO
dalle
Ballate di A. V. Platen
Cupi a notte canti suonano
Da Cosenza su ’l Busento,
Cupo il fiume gli rimormora
Dal suo gorgo sonnolento.
Su e giú pe ’l fiume passano 5
E ripassano ombre lente:
Alarico i Goti piangono,
Il gran morto di lor gente.
Ahi sí presto e da la patria
Cosí lungi avrà il riposo, 10
Mentre ancor bionda per gli omeri
Va la chioma al poderoso!
Del Busento ecco si schierano
Su le sponde i Goti a pruova,
E dal corso usato il piegano 15
Dischiudendo una via nuova.
Dove l’onde pria muggivano,
Cavan, cavano la terra;
E profondo il corpo calano,
A cavallo, armato in guerra. 20
Lui di terra anche ricoprono
E gli arnesi d’òr lucenti:
De l’eroe crescan su l’umida
Fossa l’erbe de i torrenti!
Poi, ridotto a i noti tramiti, 25
Il Busento lasciò l’onde
Per l’antico letto valide
Spumeggiar tra le due sponde.
Cantò allora un coro d’uomini:
– Dormi, o re, ne la tua gloria! 30
Man romana mai non víoli
La tua tomba e la memoria! –
Cantò, e lungo il canto udivasi
Per le schiere gote errare:
Recal tu, Busento rapido, 35
Recal tu da mare a mare.
5-6 Luglio 1872.