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Giosuè Carducci
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  • LIBRO II.
    • VIII.            COLLOQUI CON GLI ALBERI
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VIII.            COLLOQUI CON GLI ALBERI

Te che solinghe balze e mesti piani

Ombri, o quercia pensosa, io piú non amo,

Poi che cedesti al capo de gl’insani

Eversor di cittadi il mite ramo.                          4

 

Né te, lauro infecondo, ammiro o bramo,

Che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani

Orgogli accampi in mezzo al verno gramo

O in fronte a calvi imperador romani.               8

 

Amo te, vite, che tra bruni sassi

Pampinea ridi, ed a me pia maturi

Il sapïente de la vita oblio.                                           11

 

Ma piú onoro l’abete: ei fra quattr’assi,

Nitida bara, chiuda al fin li oscuri

Del mio pensier tumulti e il van desio.               14

 

13 Febbraio 1873.

 




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