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296 del
293 della
Vittorio Imbriani
Merope IV

IntraText - Concordanze

era

    Capitolo
1 I | alla disonesta professione (era prete), ma che un nostro 2 I | ciascuno. Avresti detto che s'era compiaciuta a farsi riprodurre 3 I | capelli un po' scompigliati (era un suo vezzo) ed ha di quegli 4 I | qualche nuovo balocco, non m'era voluto separar manco dormendo, 5 I | della mia cameretta. Ed era geloso del fotografo: «Per 6 II | torquent.~MART.~ ~La giornata era proprio stupenda: un cielo 7 II | mia signora; il salottino era proprio grazioso: sopra 8 II | Scema come sono, io me n'era accorta di per me, fin da 9 II | presi a dire che e quanto era bella; e neppure su questo 10 II | della sua bella testolina. Era un lettuccio angusto, casto, 11 II | arcibenone che il marito non c'era, e che quand'anche vi fosse 12 II | politico mi narrava ch'egli s'era reso conto di alcuni tenaci 13 II | ferri ad un amico che gli era stato pur caro finché lo 14 II | l'acconciatura del capo era terminata. Sempre guardandosi 15 II | non vi amava, che il mio era un volgar capriccio, ch' 16 II | preso l'abbrivo e non v'era ragione perché non proseguissi 17 II | spruzzata d'acqua di Colonia l'era caduta per le terre; la 18 II | gliela porsi. La cameriera era uscita dalla stanza; noi 19 II | Io rimasi di sasso tanto era leggiadra, tanto mi guardava 20 II | isnocciolare: che gocciolona! Ed era di quelle che se ne dan 21 III | diceva troppo che io non era meritevole delle bontà d' 22 III | scendere fino a me! Ben era essa la donna ch'io desiderava 23 III | desiderava per me; ma io non era precisamente l'uomo che 24 III | anche a me d'accommiatarmi. Era malcontento di me, di Merope, 25 III | est che Quattr'Asterischi era un imbecille, prima perché 26 IV | riconobbi rabbrividendo: era un volto ben ricordato, 27 IV | cresceva il raccapriccio: non era una che le somigliasse, 28 IV | una che le somigliasse, era proprio dessa, tale e quale, 29 IV | verginalmente insuperbire? Eppure era trasfigurata da quel lungo 30 IV | sepolcro, in esilio: quando mai era andata così sola, così pallida, 31 IV | pallida, così muta? dov'era più l'antica vivacità della 32 IV | lentamente, posatamente. Era una persona certo a me nota, 33 IV | tuttavia, e già Napoli non era più che una massa nera tempestata 34 IV | mihi auxilium! ed il velo era caduto ed io la ravvisai, 35 IV | caduto ed io la ravvisai, ed era la Merope mia. Volli mandare 36 IV | Riconobbi ad un tratto la voce; era quella ch'io non ho mai 37 IV | consigliatrice di codardie. Era la voce dell'incubo che 38 IV | riconobbi anche il ceffo: era il medesimo che aveva visto 39 IV | letto e che per ora non c'era pericolo di morirsoffocato 40 IV | mano sotto al guanciale: v'era il mio portafogli; ne cavai 41 V | avrebbe amato tanto! Ed era in sul mezzodì d'una bella 42 V | sua letizia. E sapete chi era? Ma! la Merope in persona, 43 V | tutte oliveti. La campagna era un deserto: né ronzio d' 44 V | per mostrarle che meco non era da temerne alcuno. La cugina 45 V | temerne alcuno. La cugina m'era affidata dalle nostre madri; 46 V | voglia di provar loro che non era stata male affidata. Così 47 V | tramonto, quando l'annaffi: ell'era stanca ormai, s'appoggiava 48 V | nella mano mia; il mio volto era piegato al suo volto, le 49 V | le forze e la lena; non v'era parte del mio corpo che 50 V | annunziarmi che la monarchia era rovesciata in Italia, che 51 VI | camera da letto: ma non era la pudica stanzuccia nella 52 VI | stanza: in fondo alla quale era un gran letto, coperto da 53 VI | le membra al riposo; ed era avvolta in un lungo camice 54 VI | consorte dell'ottimo sovrano, era stata una larva ipocrita, 55 VI | per isfuggirmi. L'I**** era la mia Merope! «Siete voi, 56 VI | Ahimè facile pur troppo era la risposta: si mostrava 57 VI | specie di raccapriccio e m'era necessità di ricontemplarla 58 VI | aveva presa in fallo; ch'era ben Merope, e ben l'I'**** 59 VI | Io tremo per voi». E v'era di che ragionevolmente temere. 60 VI | della camera dell'I**** era aperta e nella stanza contigua 61 VI | della nutrice. Ahimè! non era Merope, anzi una larva di 62 VI | prossima a disperare; e non v'era altro mezzo di salvarli 63 VI | Merope, che hai tu fatto? C'era proprio bisogno di comperar 64 VI | in me, strano a dirsi, era morta ogni concupiscenza 65 VI | jattura d'Italia. Il mio amore era venuto a conflitto con la 66 VI | persona; anzi il mio pensiero era lungi e ruminava l'insulto 67 VI | mi svegliai.~ ~Il tempo era nuvolo e prometteva una 68 VII | in paese di montagne, s'era ad un tratto rinfrescata 69 VII | le mancava il cuore. Ma era troppo tardi oramai per 70 VII | bisogni, tutte mi dinegava: s'era posta in sussieguo. Si ritraeva 71 VII | resistere, domando io? M'era una spina al cuore il vederla 72 VII | io le faceva la corte ell'era in condizione d'intendere 73 VII | sapeva almeno quanto me. E se era stata del marito, che per 74 VII | ma se sapeste quanto s'era fatta pregare e strapregare! 75 VII | è una rovina: né Merope era la sola che, seguendo l' 76 VII | tavolinetto tondo sul quale era il lume; il tondo barcollò, 77 VII | lunge dall'adirarsi, la s'era posta a ridere convulsamente, 78 VII | davvero, pietrificato com'era io dallo spavento, doveva 79 VII | sul malacoffo anch'esso v'era olio, e bisognò che se lo 80 VII | poco nella posizione in cui era momenti prima, quasi in 81 VII | volete proprio andarvene?».~Era tutta mutata, tutta benigna. 82 VII | ogni voglia di partire.~Era nelle sue braccia, prossimo 83 VII | correr dalla figliuola.~Io era amareggiatto acerbamente: 84 VII | incamminai pian piano verso casa. Era una bella serata con un 85 VII | pareva di soffocare: ed era tanto il bisogno in me d' 86 VIII | opportunamente per informarmi ch'era venuto ordine di marciare 87 VIII | prendere un poncino al caffè. C'era un Dalmata, conoscente comune, 88 VIII | gliene avresti dato e non v'era parte del mondo barbaro 89 VIII | austriaco, nel quarantotto era passato per diserzione all' 90 VIII | inerzia o prudenza dalla quale era stato trattenuto lontano 91 VIII | anni memorandi. Al fondo, m'era antipatico; ma l'incontrarlo 92 VIII | modo. Una volta ch'io m'era imbattuto in lui a caso, 93 VIII | messe in vita mia».~Ned era questa l'unica bizzarria 94 VIII | Io non convengo di nulla: era un verso che m'è venuto 95 VIII | di labbra regali».~Questo era l'uomo col quale il mio 96 IX | mica gonnelle in cenci, era intorno alla bertucceria; 97 IX | cadaverario parigino.~Stavolta c'era fra gli altri il corpo d' 98 IX | Dal parapetto del ponte s'era precipitata: Tal di Tale 99 IX | precipitata: Tal di Tale era subito entrato nell'acqua 100 IX | acqua per salvarla, ma non era giunto a tempo, correndo 101 IX | signor Prefetto di Polizia s'era incaricato di domandarla 102 IX | addosso; sulla pezzuola era ricamato il nome: Maria». 103 IX | ne ha poche delle Marie!~Era morta deliberatamente. Anche 104 IX | vedere un sorcio! Eppure non era venuta meno in quel funesto 105 IX | Non avevi tu madre? o non era l'amor suo da tanto da portar 106 IX | secreto: ma quella bocca era chiusa in sempiterno; neppure 107 IX | ricchissime esalazioni mefitiche.~Era tardi e cominciò ad annottare; 108 X | ogni porta della capitale, era una congestione di folla; 109 X | grandi speranze. La sovrana era morta d'improvviso.~Sì, 110 X | sempre illesa, il volgo si era persuaso alla fin fine ch' 111 X | riesce intatto!~Ma, insomma, era morta: per lei, conti chiusi: 112 X | esserne la cagione. Ned era il solo, io, a sentir così: 113 X | chiesa regalmente, non se n'era avuto: avresti detto la 114 X | navate eran tutte buie; buio era il coro, buia la cupola; 115 X | accorto che né la plebaglia era inerme, né il duomo sguernito 116 X | Quel lutto d'un popolo era lutto privato per alcuni. 117 X | libertà in pericolo? Dov'era la libertà prima della sua 118 X | che balbutisca: io non c'era, io non seppi! perché tutti 119 X | seguitemi! e lo seguivano. Si era tacitamente instituito capitano 120 X | una malnata voluttà. Ella era un passato, io aveva un 121 X | presente ed un avvenire. Ella era stata signora e sovrana, 122 X | insensate, mi reggeva mentr'ella era caduta; sentiva, pensava, 123 X | invidiassi. A petto a lei, quanto era mai piccolo! il mio vivere 124 X | piccolo! il mio vivere cos'era stato in confronto del suo! 125 X | penava e strisciava ed a che era giunto? La morte stessa 126 X | Povera fanciulla! Non era abbastanza invidiarle ed 127 X | grado al quale e pel quale era nata, a cui era abituata 128 X | pel quale era nata, a cui era abituata quanto alla luce 129 X | sua biografia! Una volta era capitata in poter de' ribelli: 130 X | Un'altra volta la capitale era insorta: ed ella seppe trovar 131 X | tribuni. Quando l'esercito s'era ammutinato la vedemmo accorsa 132 X | rimanevano giacché la gente era andata diramandosi sempre 133 X | oltre quelle pareti. Io era divenuto estraneo a tutto 134 X | mondo esterno; la vita mia era murata entro, la sentivo 135 X | aperta la balaustrata, m'era accostato al catafalco, 136 X | gridare e rigridare: aprite! Era un globo d'insorgenti deliberato 137 XI | sviluppò dal marmo,~D'uopo non era che nell'astio i numi~Lo 138 XII | mostrandomene desiderosissimo com'era in fatti e poi non attendeva. 139 XII | marmi: ed io ad ammirare. C'era una cotal Eva seduta fra 140 XII | ragno od un topolino. C'era non so più che angelo il 141 XII | limare un busto femminile: era una sconcia vecchiarda tutta 142 XII | sprigionata dal marmo. Certo non era delle vergini savie, ma 143 XII | vergini savie, ma vergine era; ed in fatto di verginità 144 XII | a quella Tal di Tale ch'era stata a mossa per la testa 145 XII | prima (perché negarlo?) era un tantino incapricciato. 146 XII | studio del nudo, e la modella era quella sera appunto lei: 147 XII | albergava nella mente, viva. Era una brutta caricatura della 148 XII | nudità santa nella statua era oscena nella donna.~Solo 149 XII | duchessa Du Barry, quand'era una scostumata crestaia ( 150 XIII | faticosa, ma divertita; s'era dormito poco e male la notte, 151 XIII | so che di duro sul petto: era il ventaglio rubato alla 152 XIII | tal casa del villaggio dov'era il Comando del mio e di 153 XIII | fatica ad accorgermi che era esorbitantemente temerario 154 XIII | nostre e del nemico gli era evidente che nelle ventiquattr' 155 XIII | dovevamo venir alle mani: solo, era incerto ancora chi attaccherebbe 156 XIII | amar chi t'ama. Ma dove s'era mai dunque appiattata? Infinite 157 XIII | gli angoli de' pilastri. Era un pezzo e rifrugava invano 158 XIII | per lei, cosa salda, non c'era quella scusa del mostrarsi 159 XIII | est semper.~Mi svegliai: c'era un bel sole ed io stava 160 XIII | le braccia e mi scuoteva era Pietro De Mulieribus, sottotenente 161 XIII | To', questo componimento era il migliore: hai da sentirlo 162 XIII | quale sua Signora e Padrona: era un lavoruccio tenuto sino 163 XIII | finanche la guerra! e veramente era venuto al campo io preparato 164 XIII | meglio, proprio!». Io non m'era però mai accorto che questo 165 XIII | tintura di sublime! E poi! Era quello il momento da intavolare 166 XIV | Durante questo soliloquio, m'era alzato, m'aveva affibbiato 167 XIV | affibbiato il cinturino, m'era incamminato seguendo le 168 XIV | indicazioni del biglietto anonimo, era giunto al luogo, aveva picchiato, 169 XIV | tratto la mia baldanza! Era Merope mia, travestita, 170 XIV | corporale, mentre l'intelletto era contristato e dolente. Fa 171 XIV | Mangia! Bevi!» e non c'era scampo. Io certo aveva sempre 172 XIV | tumulto in core, prossimo com'era a conseguire tanta ed inattesa 173 XIV | silenziosa d'una donna ch'era venuta per me sin , e 174 XV | morissi la prima volta, non m'era poi condotto male: aveva 175 XV | ned una fibra dell'animo s'era commossa: non c'è indifferenza 176 XV | immensità della foresta. Era la mia orazion funebre, 177 XV | altrettale veramente.~Chi diavolo era l'oratore? che mai l'orazione? 178 XV | persona al vicino, non m'era riuscito d'indovinar neppure 179 XV | potente sull'animo mio, s'era spento oramai, spento affatto. 180 XV | indifferentissimo.~Non v'era ambizione, non errore, non 181 XV | della bizzoca. Ma tanta era la mia apatia che ricordava 182 XV | innamorava più se non in quanto era bella ed in quanto poteva 183 XV | nel sepolcro più volte mi era travagliato a sviscerare 184 XV | giungere a quella che per loro era dolce preda del mio cadavere, 185 XV | ed un po' di violenza m'era pazientemente sgombrata 186 XV | compilare ciò che probabilmente era il mio elogio. Giacchè ci 187 XV | siano così mal morti come era io, da conservare ancora 188 XV | perpetuità. Il suolo gli era stato conceduto temporaneamente, 189 XV | solitaria passeggiatrice era la donna da me tanto amata, 190 XV | ben certa che il sepolto era l'uomo dell'amor suo. Si 191 XV | delle stelle. Ma chi ti era debitrice di pianto sincero 192 XV | pianto sincero ed inesausto, era io quella! Tu mi amasti 193 XV | te in quello che per lei era pur sempre uno scherzo; 194 XV | mondo.~Ebbene, quel sistema era stato mio; ed ora se avessi 195 XV | sopravvive alla vita. Laggiù m'era indifferente tutto e guardavo 196 XV | materia informe. Io non era più una disposizione ordinata 197 XV | nervi, sangue, peli; io non era più un cadavere; anzi una 198 XV | soldato, tribuneggiatore, mi era trovato non una volta in 199 XV | misericordia. Il camposanto era divenuto campo di sangue: 200 XV | nella mia cappella funebre era lo Stato Maggiore degl'insorti 201 XV | insorti a' quali il mio nome era grido di battaglia. Udiva 202 XV | dimenticata quest'Italia mia, m'era caduta dall'animo, dopo 203 XV | que' lavori straordinari era pur terminato, e regnavano 204 XV | benigna in vita, che mi era amica in morte. Povera Merope, 205 XV | direi d'averti aspettata.~Era ben dessa e sola; ma non 206 XV | gagliardo generoso non s'era lasciato distogliere dal 207 XV | pericolo mortale: oh non era indegno di succedermi nel 208 XV | che nol facesse meco, s'era adoperata per trattener 209 XV | rapidamente fuggite! Men che nulla era bastato per far cenere l' 210 XV | amante redivivo?~Ebbene, era morto io, non era più che 211 XV | Ebbene, era morto io, non era più che uno spettro impalpabile: 212 XV | mi fecero l'esequie. Ell'era più mutata di me: quando 213 XV | dittatoriale. Ogni ingresso era custodito da scolte cenciose 214 XV | viventi. L'ora delle fantasime era passata, mi fu forza tornare 215 XV | cadavere da incenerirsi era il mio. Al più prode de' 216 XV | giorno dell'esequie!~Quest'era la ricompensa che mi decretava 217 XV | questa la vendetta perché mi era sempre diniegato ad incensare 218 XV | io le avea chieste, ned era mia colpa se una parte avea 219 XV | scure di Maria Tudor? Ma era proprio indispensabilmente 220 XV | delle case devastate? Non era una logica reazione contro 221 XV | Merope adorata, così com'era balzata di letto, scamiciata 222 XV | altri versi. Io non fumo e m'era passato il sonno: cominciai 223 XVI | signori, Quattr'Asterischi non era amato: ma meritava poi d' 224 XVI | stima o dell'affetto che si era stati tanto fortunati da 225 XVI | addimanda viver civile, gli era solletico e conforto. Non 226 XVI | all'agitarsi umano, gli era appunto come noi facciamo 227 XVI | abietti e di codardi gli era dura abbastanza, perché 228 XVI | Ma quel suo patriotismo era anche guasto dall'orgoglio: 229 XVI | dall'alto in basso, chi era questo borioso? Enumerateci 230 XVI | disgradin quelle d'Ercole! Era dunque un profeta? era un 231 XVI | Era dunque un profeta? era un messia? Era un Antinoo? 232 XVI | profeta? era un messia? Era un Antinoo? era un Dante? 233 XVI | messia? Era un Antinoo? era un Dante? era di quegli 234 XVI | un Antinoo? era un Dante? era di quegli uomini che ne 235 XVI | fisiche; basti dirvi ch'era tale che nessuna femmina 236 XVI | affaccendato, non ha fatto nulla: era il più intraprendente degl' 237 XVI | nell'immaginazione: il sogno era la sua azione più salda. 238 XVI | sfrontatamente per dappiù. Tal era il nostro Quattr'Asterischi, 239 XVI | strisciare nel fango pel quale era nato. La pretendeva ad uomo 240 XVI | Nulla, quanto è vero dio. Era un membro inutile, un ramo 241 XVII | camminava male perché il terreno era ingombro di cespugli; ma 242 XVII | come per un gran pugno. Era niente, una palla che mi 243 XVII | sentii un dolore acutissimo; era un soldato che senza dubbio 244 XVIII| PROPERT.~ ~Quando rinvenni era quasi notte e la mano d' 245 XVIII| feriti. Il carro si mosse; era una macchina sconquassata 246 XVIII| andammo un pezzo; ed io era ricaduto in uno stato d' 247 XVIII| le spalle e fece come gli era stato detto. Ah! se l'impunità 248 XVIII| la stanzuccia rustica dov'era il gran letto in cui giaceva 249 XVIII| sorprese ch'ella sedesse . Ed era? Null'altra che la Merope.~ 250 XVIII| sempre e forse quanto non era stata mai. Le sue ditina 251 XVIII| la morte del marito. Ell'era tanto felice di veder l' 252 XVIII| delle sue cure assidue! Io era cosa sua, doveva a lei la 253 XVIII| lievemente ferito ch'io era caduto, ricorse prima al 254 XVIII| E quel che vidi, ora ch'era in istato di vedere, mi 255 XVIII| l'affetto che ci legava era illegittimo, adultero. E 256 XVIII| prediletti. Io già proprio era con lei quasi come un bimbo 257 XVIII| so come, ma naturalmente era accaduto, che mentre la 258 XVIII| accaduto, che mentre la s'era avvezza a darmi sempre del 259 XVIII| ripugnano però sempre.~Tutto era comune fra di noi. Per un 260 XVIII| irragionevol vezzo d'amore s'era messa alla dieta medesima 261 XVIII| divengono indocili, ed io non m'era mai piccato d'arrendevolezza; 262 XVIII| con la pietra infernale era lei, lei sola. Né mai le 263 XVIII| precedente; e la gentile era divenuta per me qualcosa 264 XVIII| ma nel mio sguardo non c'era nulla della lasciva ingordigia 265 XVIII| dimenticato che la Merope era una donna e che la donna 266 XVIII| passione incestuosa: mi era tanto assuefatto a star 267 XVIII| di: «poi! poi!» e ch'io era troppo debole ancora per 268 XVIII| quando vuol negare. Io mi era afflitto, aveva messo il 269 XVIII| che c'è? Risposi che non c'era nulla. Ed ella replicò ch' 270 XVIII| Allora io convenni che c'era qualcosa. Ed essa finì per 271 XVIII| coricati, la mia Signora era al suo solito luogo ed aveva 272 XVIII| amava più che mai ora che io era certo del suo amore, certo 273 XVIII| quasi morto, dopo che s'era uscito presso ch'io non 274 XVIII| sperienza, tutto il passato era come una lavagna sulla quale 275 XVIII| mi amava davvero ed io n'era convinto. Innanzi agli occhi 276 XVIII| Innanzi agli occhi di lei era sparita ogni cosa tranne 277 XVIII| settimana e che pure essa non si era curata di aprire. Pregiudizi 278 XVIII| amore in quell'animo che n'era già stanco e che s'era alzato 279 XVIII| n'era già stanco e che s'era alzato nauseato dal convito 280 XVIII| più negarmi cosa alcuna: era mia, ben mia, tutta mia, 281 XVIII| avesse supposto ch'essa non era la mia druda. Si considerava 282 XX | avvocateggiare o magistrateggiare. Io era giurato, ed il sorteggio 283 XX | secondo coscienza. La causa era grave: veneficio del marito; 284 XX | veneficio del marito; la sala era piena di signore, di avvocati; 285 XX | nome, cognome e qualità: era la mia Merope. Ahimè non 286 XX | perché... perché quella donna era stata meco adultera. No, 287 XX | suoi amori clandestini. Era io od altri dunque che l' 288 XX | il suo sistema di difesa era semplice: negar tutto, con 289 XX | parenti del marito, eccetera. Era uno di quei sistemi che 290 XX | Ahimè ogni deposizione era mortale, ogni testimonianza 291 XX | menti più restie. Non v'era campo per l'avvocato; il 292 XX | che monta? Quel suo reato era di quelli che non ispaventano 293 XX | giudice per applicare. Io era un manigoldo compenetrato 294 XX | assisteva ad uno spettacolo; era venuta fin per contemplare 295 XX | caro. La coscienza pubblica era scissa ed infraddue: il 296 XX | vero: che quella voce m'era piombata al core, ed io 297 XX | innocente o rea che la si fusse, era troppo bella ed io l'aveva 298 XX | rea) del quale io forse era stato cagione se non complice!... 299 XX | da morire; mi ridestai ed era ben dessa che mi tirava 300 XX | quando avessi sospettato (ed era ben lungi dal farlo) che 301 XXIII| le sue relazioni meco. Io era del tutto risanato ed ormai 302 XXIII| abbandonato alcuna per lei, non c'era anima viva che avesse qualche 303 XXIII| mi allacciava alla Merope era di salda tempra, e non sarà 304 XXIII| battezzato per cuore umano! Era accidente preveduto, come 305 XXIII| rompere insomma. Eppure non era tedio, né disaffezione, 306 XXIII| qualche paragone. Il carbone era consumato e la macchina 307 XXIII| L'affetto reciproco non era mica svanito senz'altro; 308 XXIII| svanito senz'altro; anzi s'era trasformato in carne ed 309 XXIII| trasformato in carne ed in sangue, era divenuto parte integrale 310 XXIII| e se quest'amore non s'era manifestato che con un desiderio 311 XXIII| nessuna ripulsa, se non era stato splendido di sacrifici 312 XXIII| il suo, forse per questo era da giudicarsi men potente? 313 XXIII| giudicarono opportuno quel ch'era soltanto importuno, di farmi 314 XXIII| miserie della vita; e ch'era ormai tempo che intraprendessi 315 XXIII| sovrabbonda appunto la noia ch'era da fuggirsi. Io molto tempo 316 XXIV | svolto e scorgo il mare; ed era vista da agghiacciare il 317 XXIV | regnava dappertutto: il cielo era azzurro, l'aura tranquilla, 318 XXIV | Insomma, d'ingrugnato non c'era che il mare, e non degnò 319 XXIV | ossequiarlo.~«La nottata era stata orribile: parlavano 320 XXIV | fuori del piglio delle onde. Era la prua mezza rotta d'una 321 XXIV | bicchierino di vermutte era quel bravuomo del De Mulieribus. 322 XXIV | cominciò a leggere, leggere... era notte fatta e non ismetteva,


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