XXVI
FINALE
Qui legis ista, ruam reprehendo, si mea
laudas
Omnia, stultitiam, si nihil, invidiam.
OWENUS
Non
affrettarti ad invidiarmi, umanissimo lettore, e Lei, cara lettrice, non si
affretti a stupire del cattivo gusto della Merope, e della buona ventura di
questo sciocco Quattr'Asterischi. Ahimè, di quanto ho narrato sin
qui, sull'onor mio, non è accaduto nulla, nulla, a me Quattr'Asterischi; v'ho
ammannito un sacco di bugie: fate conto che fossi un programma elettorale
fremebondo.
I cinque
ritrattini sono di una ignota e non mi appartengono... E per non so quale
iattura che mi perseguita non ho mai incontrato con alcuna donna: eppure suol
dirsi che hanno il gusto tanto bizzarro! non me ne sono mai accorto. Ho amato è
vero, e (credo) come va, ma con una rara disdetta: mai un canchero che
consentisse meco; tanto che, non essendovi cosa alla quale l'uomo non s'abitua,
ho finito per rassegnarmici.
Tutti quelli
che mi conoscono sanno che non ho mai, neppure nella Guardia Nazionale, portato
spalline metalliche; i miei ascensi militari non hanno mai oltrepassato il
caporalato: cosa che mi ha sempre rallegrato essendo aperto documento che la
cara nostra Italia ha per lo meno tanti uomini dappiù di me per coraggio e per
sapere, quanti occupano un grado superiore nella gerarchia militare da'
caporalforieri a' generali cosiddetti d'armata con uno sproposito di lingua
legittimato per decreto reale.
Delle quattro
o cinque sforacchiature che ho pel corpo, nessuna, né quelle d'arma bianca, né
quelle d'arma da fuoco, ho ricevuto combattendo per la patria, anzi le ho
buscate tutte in singolari certami per ragioni private, con gran pericolo di
buscarmi giunta un po' di prigione: giacché in Italia si ricompensa col nastro
azzurro chi dimostra e tante volte anche chi non dimostra punto coraggio in
battaglia; ma se uno, mancando l'occasione della guerra, vuol dare uno
sperimento del suo disprezzo dei pericoli, la legge gli commina non so che
pena, che la coscienza pubblica vieta però fortunatamente quasi sempre al
giudice d'infliggere.
Ma quel che
ho narrato e non è accaduto, avrebbe potuto accadere, perché no? Nihil
obstat. Avrei potuto conoscere la bella ignota, presenziare alla sua
toletta, ottenerne il dolcissimo amore, vederla al mio capezzale, cader ferito
per la patria come il maggior Lombardi per insipiente baronal comando...
E perché poteva essere e non è stato, m'accoro.
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